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Gli psichiatri ai candidati premier: “più attenzione per la salute mentale”

Riceviamo e pubblichiamo l'appello dell'associazione italiana psichiatri onlus

di Redazione

Chiedono attenzione, servizi, sostegno alle famiglie e miglioramento dei servizi, politiche di inserimento lavorativo, pensioni più dignitose. In poche parole un impegno serio sul fronte della salute mentale, la grande assente della campagna elettorale in corso. E lo fanno con parole chiare e richieste ben precise. “Chiediamo attenzione – scrive l’associaizone italiana psichiatri onlus in un comunicato ufficiale – per il problema salute mentale in Italia in quanto nessuno dei 15 candidati premier ha parlato di questo problema, tranne qualcuno in termini di riforma/non riforma della legge 180”.
“Ma le leggi da sole – precisano – non risolvono i problemi e c’è urgente bisogno, a livello nazionale, di migliori servizi per gli utenti e per le loro famiglie, di migliorare la qualità delle cure per i disturbi psichici e di investimenti economici”.
Questi gli annosi problemi, cui cercare di dare delle risposte:
1. Pazienti assistiti poco: il 69% di loro viene visitato in media 9 volte all’anno
2. Pazienti curati male: circa il 70% dei pazienti con un esordio psicotico sono curati senza l’ausilio di personale e senza seguire le linee guida
3. Familiari abbandonati: nel 62% dei casi i familiari vengono assistiti meno di 5 volte l’anno
4. Il recente passaggio della gestione della sanità carceraria e quello futuro degli Opg al SSN. Servono risorse affinchè i Csm, già in affanno, riescano ad erogare le cure anche ai detenuti in carcere. Infatti circa il 30% dei detenuti soffre di disturbi psichici.
5. Residenzialità: mai più malati soli e abbandonati o cliniche psichiatriche private stracolme come manicomi. Bisogna fornire ai pazienti una vera casa, gruppi appartamento e assistenza domiciliare.
6. Inserimento lavorativo per i disabili e ex-detenuti, per un reale re-inserimento nella Società.
7. Una pensione di invalidità dignitosa per i pazienti che non possono più lavorare: oggi i disabili sono costretti a vivere con una misera pensione di invalidità di 230 euro al mese.
8. Sostegno economico ai familiari che hanno un figlio invalido
9. Una legge sanitaria, la 180, fondata su principi in totale contraddizione con quelli che ispirano i Codici Civile e Penale. Se da una parte, secondo il codice penale lo psichiatra deve tutelare i pazienti da condotte nocive a loro stessi e dai reati commessi contro terze persone, dall’altra parte, secondo la legge 180, lo psichiatra ha solo compiti terapeutici. Un caos legislativo, unico al mondo, che mette gli psichiatri tra l’incudine e il martello e lascia i pazienti gravi in stato di abbandono.
10. Unico caso al mondo, in Italia viene affidato ai medici l’ingrato compito di limitare la libertà personale dei pazienti, in caso di Tso e contenzione. La limitazione della libertà personale, ovvero Tso e contenzione, non devono più essere considerate procedure mediche. Lo stesso Basaglia era in disaccordo con gli articoli della 180 sul Tso. L’articolo 13 della Costituzione stabilisce che “Non è ammessa forma alcuna di restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria”. Noi psichiatri rifiutiamo il ruolo di psico-poliziotti.
11. Personale: manca il 25% del personale previsto per legge, ovvero ben 10.000 operatori, tra psichiatri, psicologi, infermieri, riabilitatori, assistenti sociali (dati del Ministero della Salute)
12. Risorse economiche: l’Italia spende in media solo il 2% delle risorse per l’assistenza psichiatrica, in assoluto uno dei budget più bassi al mondo, uguale o di poco superiore a quello dei paesi in via di sviluppo. L’Europa spende, invece, il 7,25% in media, con punte del 13% (dati OMS)
13. Carenza di assistenza psicoterapica: in Italia ci sono solo 3 psicologi per 100.000 abitanti contro i 23 dell’Europa (dati OMS)
14. Prevenzione e Neuropsichiatria Infantile: scarsa o nulla assistenza a bambini e adolescenti per carenza di organizzazione e risorse.


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