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Elezioni: i settimanali cattolici invitano ad andare a votare

Un invito che accomuna molti editoriali delle 168 testate cattoliche, secondo quanto raccolto dal Sir, agenzia di stampa della Cei

di Redazione

Se i vescovi non danno indicazioni di voto, scendono in campo i settimanali cattolici. L’imperativo: “Andare a votare”. Un invito che accomuna molti editoriali delle 168 testate Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, a ridosso delle elezioni di domenica e lunedì, e secondo quanto raccolto dal Sir, agenzia di stampa della Cei.
“L’auspicio – afferma Alberto Migone, direttore di ‘Toscana Oggi’ (settimanale cattolico regionale) – è che non prevalga l’astensione. E sarebbe molto negativo sia perché il voto resta pur sempre un diritto-dovere, ma soprattutto perché per noi, gente comune, è l’unica possibilità che abbiamo per incidere”.
Irene Argentiero, direttore di ‘Il Segno’ (Bolzano-Bressanone), aggiunge: “Non dobbiamo sottrarci da un impegno che è per ogni italiano non solo un dovere civico, ma una precisa opportunità per dare un segnale concreto che un cambiamento è ancora possibile, per essere cittadini attivi in un contesto in cui la rassegnazione dilaga sempre più”. Ezio Bernardi, direttore di ‘La Guida’ (Cuneo), riflettendo sugli appelli al non voto, scrive: “Per quanto nobile sia il significato che si vuole dare all’astensione, nei fatti essa si traduce in una pura e semplice rinuncia… Non votare equivale a rilasciare una delega in bianco al vincitore delle prossime elezioni. Perché che noi votiamo o no, un vincitore ci sarà comunque”.
Mario Barbarisi, direttore di ‘Il Ponte’ (Avellino), ricorda che “il voto libero è una conquista della democrazia; per questo, bisogna esercitarlo”. “La Chiesa, mentre richiama il dovere civico di andare a votare – sottolinea Ivan Maffeis, direttore di ‘Vita Trentina’ (Trento) – non si coinvolge con nessuna scelta di schieramento, pur essendo tutt’altro che animata dal disinteresse e dal disimpegno”. “Il silenzio rispettoso circa le scelte di campo non pone tra parentesi i grandi temi etici (la tutela della vita, la promozione della famiglia, la costruzione della pace…): criteri di discernimento, che la comunità cristiana non si stanca di ribadire a tutti, non per un interesse religioso, bensì in nome del bene comune”. Si tratta di criteri, aggiunge Antonello Mura, direttore di ‘Dialogo’ (Alghero-Bosa), che “sono iscritti nel nostro dna di credenti e di cittadini, perché, siamo certi, non si può scegliere di vivere con la fede senza interessarsi contemporaneamente, e con passione civile, della vita sociale”.
Per quanto riguarda le “indicazioni di voto”, Paolo Busto, direttore di ‘La Vita Casalese’ (Casale Monferrato), ricorda che “da 15 anni la Chiesa non dà indicazioni sui partiti, ma chiede di scegliere con attenzione i valori e le persone che li rappresentano. Molto chiara questa linea è stata espressa recentemente dal segretario generale della Cei. Votiamo anche se l’uno o l’altro dei partiti non ci soddisfa del tutto. È meglio votare – afferma – con qualche riserva che non votare del tutto. L’astensione è certamente un grave sbaglio”. “Ritessere il legame di fiducia con i cittadini”. È questo “il compito urgente e non rinviabile del prossimo governo”.
Ne è convinto Maurizio Ceriani, vicedirettore di ‘Il Popolo’ (Tortona), che così argomenta: “Chiunque vinca il confronto elettorale si troverà di fronte un compito urgente: ricucire non solo la fiducia, ma lo stesso patto fondativo tra istituzioni e cittadini, su cui si regge ogni Stato moderno e democratico, che ogni giorno appare infranto e tradito proprio da chi ne dovrebbe essere il custode geloso e premuroso”.
Come recuperare la credibilità perduta? Per Francesco Zanotti, direttore del ‘Corriere Cesenate’ (Cesena-Sarsina), “occorre una svolta decisa, che rimetta al centro la realtà. Non si tratta di cercare scappatoie o compromessi, ma di riaffermare l’autentico bene per l’uomo nella sua integralità. Non sono più, quindi, questioni di lobby o di caste. Si deve trattare di bene comune, che fa crescere e migliorare questa nostra società nel suo complesso, oggi come domani, al di là dei beni materiali”.
Amanzio Possenti, direttore di ‘Il Popolo Cattolico’ (Treviglio), esprime “l’augurio” che “dal nuovo Parlamento scaturisca poi un governo stabile, capace di affrontare i molti problemi che angustiano i cittadini, problemi non più affidati alle promesse della campagna elettorale bensì alla concreta azione dell’esecutivo. Al servizio del bene comune, con una politica adeguata ed efficace”.


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