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Welfare & Lavoro

Lea, rimandati a settembre

Ritirato il Dpcm della Turco, il governo ora cercherà di salvare le prestazioni più necessarie, nell'ottica di un contenimento della spesa. E le associazioni protestano

di Sara De Carli

Prende quota, dopo settimane di silenzio, la protesta contro l’abolizione dei nuovi Lea da parte dei ministri Tremonti e Sacconi. Una misura attesa da anni, arrivata sul filo del rasoio il 23 aprile 2008, con un dpcm firmato da Prodi.

Il 25 giugno 2008, invece, il Ministro del Lavoro, della Salute e della Politiche Sociali Maurizio Sacconi, nel corso di un’audizione in Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, ha riferito che: “i nuovi Lea, voluti dall’ex ministro della Salute Livia Turco, per “rimpolpare” le prestazioni offerte dal Ssn, non esistono per una ragione oggettiva: la Corte dei Conti non li ha registrati”. Ieri poi il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio in Conferenza Stato Regioni, ha ribadito che il provvedimento è stato ritirato «perche’ mancava la bollinatura della Corte dei Conti, visto che era scoperto per 800 milioni di euro. Ma ci rendiamo conto che esistono urgenze, categorie sensibili: in particolare i passaggi che riguardano Aids, malattie rare, disabilita’, la vaccinazione anti Hpv. Stiamo gia’ lavorando sui nuovi Lea – assicura Fazio – abbiamo identificato quelli che secondo noi sono eliminabili, per rimpiazzarli con quelli che riteniamo piu’ importanti. Porteremo avanti il tavolo con le regioni e a fine estate riusciremo a far quadrare il cerchio».

Un vero giallo, secondo quanto ricostruito da Vita.La Ragioneria dello Stato infatti ha spiegato che fino al governo precedente il suo ok arrivava sempre prima della firma di un decreto: i Lea quindi la copertura l’avevano. Se scompaiono, è perché sono caduti sotto la sforbiciata dei tagli ministeriali previsti in Finanziaria. «Se ci sono dei tagli da fare, lo dicano chiaramente», aveva detto nei giorni scorsi a Vita Pietro Barbieri, presidente della Fish. Mentre Marcello Crivellini, dell’associazione Luca Coscioni, minacciava proteste decise per salvare almeno in nomenclatore tariffario (leggi l’articolo precedente).

Oggi il Forum del Terzo settore alza la voce. «Abbiamo ascoltato con estrema attenzione e forte preoccupazione le parole del Sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio secondo il quale è stato un atto dovuto il ritiro dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) perché privi di copertura finanziaria» dicono le portavoce del Forum, Maria Guidotti e Vilma Mazzocco. «Temiamo che la “versione più leggera” dei nuovi Lea che il Governo intende presentare a settembre significherà un ulteriore passo verso un sistema di sanità pubblica sempre più privata… e privata anche dei mezzi per poter garantire ai cittadini il diritto alla salute. Già ora non riusciamo ad identificare quali possano essere le voci che il Sottosegretario ritiene così poco rilevanti da poter essere eliminate nella nuova stesura».

“Questo è un atto di irresponsabilità grave, in particolare nei confronti delle donne e dei soggetti deboli”, afferma Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva. “I livelli essenziali di assistenza sono fondamentali per garantire l’unitarietà del sistema e, con questo atto, si aggraveranno, di fatto,  le disuguaglianze dei cittadini a seconda della regione di residenza”.

Alla protesta di Cittadinanzattiva aderisce anche Parent Project onlus, che si occupa di distrofia di Duchenne. «Con il precedente governo si era aperta una strada importante per le malattie rare, una rappresentanza di associazioni di pazienti hanno lavorato al fianco delle Istituzioni affinché si riuscisse finalmente a delineare una strategia comune necessaria per garantire il diritto ad una assistenza sanitaria adeguata», dice l’associazione di genitori in un comunicato. «Le problematiche derivanti da alcune malattie rare, come nel caso della distrofia di Duchenne  possono essere molto gravi e l’utilizzo di alcune terapie e di alcuni ausili sono determinanti per la stessa sopravvivenza. La nostra preoccupazione è che le conseguenze di questo modo di decidere su temi così delicati possa scatenare una guerra tra poveri dove ognuno si troverà costretto a conservare i propri diritti acquisiti senza più guardare a chi gli sta a fianco».


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