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Psicologia e motociclismo, un viaggio inedito

E' quello che si appresta a compiere Claudio Giovenzana, 28enne brianzolo con tre grandi passioni: la psicologia, la moto Guzzi e l'incontro con gli altri. Alla ricerca dei gradi di felicità delle popolazioni americane

di Daniele Biella

Si chiama Claudio Giovenzana. È originario di Monza, ha 28 anni, una laurea, due master e una carriera da psicologo in corso. Il suo curriculum, nonostante la giovane età, ha già sete pagine fitte di esperienze. Ma da domani quel documento si arricchisce di una voce in più, che si sa quando inizia ma non quando sarà finita. La voce è Viaggio in America sulle tracce della felicità. Una lunga, lenta spedizione attraverso gli stati d’animo delle persone. E magari concedere loro momenti di confronto, per guardarsi dentro, davanti a uno del mestiere. Ma senza chiedere nulla in cambio: il cammino che Giovenzana si appresta a compiere è rigorosamente non profit.

«Ne gioverò io per primo in felicità», risponde a chi, e sono tanti, chiedono il perchè di questa scelta controcorrente. Domani Giovenzana parte per almeno sei mesi, che potrebbero facilmente diventare un anno, per  percorrere tutto il continente americano, da nord a sud, per soffermarsi soprattutto nei luoghi più remoti dell’America Latina. E da solo. O meglio, con il suo mezzo di trasporto preferito: il California, forse il modello più celebre delle storiche e nostrane moto Guzzi. Anche per questo, il suo viaggio lo psicologo lo ha preparato per bene, a cominciare da una scelta sorprendente: chiedere, sei mesi or sono, al proprietario di uno dei concessionari Guzzi più rinomati, il Millepercento group di Verano Brianza (Mi), di fargli imparare l’arte della meccanica della motocicletta alla perfezione. «Missione compiuta. Non smetterò mai di ringraziare i ragazzi della concessionaria per l’opportunità», spiega Giovenzana, «sono riusciti a fare di un umanista un pratico tecnico della moto. Pronto, si spera, a sapersela cavare in ogni situazione difficile del prossimo viaggio».

Che Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, libro-capolavoro di Pirsig, lo abbia influenzato? «Sì, come del resto ho tratto ispirazione da molte altre fonti, in primis il libro di Bettinelli sui suoi 254mila chilometri in Vespa in giro per il mondo, poi quello di Krakauer sulla storia del giovane Chris McCandless (ritratta in versione cinematografica l’anno scorso nell’apprezzato “Into the wild” di Sean Penn, ndr) o il film “I diari della motocicletta”», continua lo psicologo monzese, «ma non si dica che seguo un particolare modello. Porterò in giro per l’America nient’altro che me stesso e la voglia di incontrare gli altri senza pregiudizi».

Una scelta forte, insomma. Maturata attraverso le esperienze del passato, tra cui, lo scorso anno un altro importante viaggio, durato due mesi e mezzo, tra Messico, Guatemala, Belize, Perù. «Dove l’esperienza più significativa sono state le tre settimane di volontariato presso una casa famiglia del Caef, Centro di attenzione ed educazione della famiglia, nella città peruviana di Trujillo», rivela Giovenzana, «dove almeno 30 bambini vivevano in un’ampia struttura comune, senza tetto». Forse lì gli è scattata l’idea dell’approfondire sul campo, dal punto di vista psicologico, il rapporto tra persone e felicità: «ho visto quei bambini davvero contenti del poco che avevano, immagine che si scontra con quella di molti ragazzini che seguo in Italia, spesso pieni di attenzioni ma portatori di un disagio».

La valigia è pronta, quindi. Domani, martedì 29 luglio 2008, si parte. Prima tappa a New York (la moto, via nave, arriverà qualche giorno dopo), e da lì via a macinare chilometri, sguardi e contatto umano: per il suo viaggio-ricerca, Giovenzana, che tra i vari lavori da psicologo, con la sua cooperativa sociale Borgocometa, affiliata al consorzio Cgm, ha all’attivo anni di lavoro nelle scuole e, ultimamente, un servizio di consulenza per i detenuti, in particolare tossicodipendenti, del carcere di Monza, ha chiesto e ottenuto assistenza dal dipartimento di geografia umana della statale di Milano, «che mi ha messo a disposizione delle utili “scale sulla soddisfazione delle persone”, materiale che userò al momento di entrare in contatto con le popolazioni locali».

Un’ultima ma non meno importante considerazione è l’aspetto economico. Giovenzana, per raccogliere fondi per il viaggio, ha messo a punto Long walk, un blog personale, dove si racconta alla comunità cibernauta. «Ho intenzione di mettere foto, video, scritti dei luoghi più significativi dove riuscirò a passare», chiarisce, «chiunque può vedere e poi valutare se contribuire a continuare questo mio sogno che diventa realtà». Budget iniziale? «Tutto quello che ho ora: i 5mila euro messi da parte in questi mesi, più gli 800 euro del premio “Anima guzzista”, la comunità di fan della Guzzi che, proprio per il mio progetto di viaggio, mi ha eletto per il 2008 il guzzista dell’anno».

 


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