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Trig, la cosa migliorefatta da Sarah Palin

casa bianca Quel figlio down in prima fila alla Convention repubblicana

di Redazione

Che differenza può fare un cromosoma in più alla Casa Bianca? Il cromosoma in questione appartiene a Trig, 4 mesi, figlio dell’aspirante vicepresidente repubblicana Sarah Palin, nato con la Sindrome di down. Mamma Sarah l’ha presentato al mondo durante la convention di St. Paul. E fin qui la sceneggiatura della campagna repubblicana non fa una grinza: Sarah, convinta antiabortista, ha dimostrato di essere coerente con se stessa. Però farà cilecca se Trig dovesse diventare un simbolo solo degli elettori cattolici e di destra e degli antiabortisti convinti.
Tornate per un attimo indietro nel tempo e visualizzate la fotografia scattata nello Studio Ovale a John John e Caroline Kennedy che fanno cucù sotto la scrivania del padre. La conoscono tutti: è un pezzo di storia americana. Ora tornate nel presente: che differenza può fare la foto di un bimbo down alla Casa Bianca? Normalizzante, e incoraggiante. Per chi non ha la fede, o il coraggio, o il denaro, o il supporto psicologico necessario a far nascere un bambino down. Per chi teme, prima o dopo, di vergognarsene. O di pentirsene. Se la sua mamma non lo trasformerà in un gadget da sfoggiare, e se i media, come accaduto finora, continueranno a parlarne con delicatezza, il mondo potrebbe innamorarsi di Trig come fece con Caroline e John John. Si affezionerà, ai suoi tratti. Si abituerà a vederlo in tv, e sui giornali, come la regola e non l’eccezione.
Oggi Trig è un’eccezione. Mentre mamma Sarah lo coccolava sul palco della convention repubblicana, i collaboratori di McCain inondavano il web con le statistiche delle diagnosi prenatali di Sindrome di down che negli Usa finiscono con un aborto: 80%. «Ecco, visto?» devono aver pensato le elettrici repubblicane che vedono il mondo come la Palin. Ma era un dato boomerang. «Ecco, visto?», avranno pensato anche un sacco di altre donne: quelle che hanno abortito, quelle che anche solo per un attimo hanno pensato di farlo, quelle che, di destra e di sinistra, chiedono sostegni veri alla famiglia e un modo diverso di presentare la disabilità.
Alle misure economiche e sociali, Sarah Palin, nel caso vincesse, penserà in qualità di vicepresidente degli Stati Uniti. Sul modo di raccontare la disabilità, però, ha già fatto tanto.


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