Attivismo civico & Terzo settore

Columbine in Finlandia

Uno studente di 22 anni spara a dieci compagni di classe e poi si uccide

di Franco Bomprezzi

E’ accaduto in Finlandia, ma è un nuovo capitolo di una serie di stragi dalle caratteristiche simili, iniziate a Columbine, Usa, nel 1999: sullo sfondo la crisi di giovani che non reggono il ritmo delle società competitive, e l’uso di you tube, per annunciare e documentare il malessere. Ecco come i giornali di oggi raccontano la strage al liceo.

La Repubblica mette in prima la fotografia del ragazzo: “Finlandia, fa strage a scuola: 10 morti”. Il servizio è a pagina 17, di Anais Ginori, che racconta di come il giovane mettesse on line su yoytube i suoi video (“tu sarai il prossimo a morire”, dice allo spettatore in uno degli ultimi) e di come la polizia lo avesse anche interrogato per questo. Senza fermarlo. Poi ieri è entrato nel liceo e per oltre un’ora ha sparato decine di colpi. Il bilancio terribile è di 10 morti. Matti era stato bocciato più volte ma il sistema educativo finlandese, considerato tra i migliori, gli aveva dato un’altra possibilità: corso di cucina al liceo. A casa una lettera: “vi odio tutti”. Un anno fa è successa una strage simile. La Finlandia assieme agli usa e allo Yemen è il paese più armato del mondo: 1,7 milioni di pistole, praticamente una in ogni casa. Le interviste sono due: una alla scrittrice finlandese Leena Lander: “dopo la crisi economica degli anni 90 la Finlandia ha puntato tutto sull’affermazione economica. Se non sei bravissimo a scuola, se non studi per diventare un manager, un uomo di successo, sei un fallito. Chi non ce la fa è abbandonato a se stesso. La percentuale dei suicidi è altissima: io ho tre figli e tutti e tre hanno avuto un compagno di scuola suicida”; l’altro intervistato è Gustavo Pietropolli Charmet: “Youtube è uno strumento che garantisce una visibilità vasta e immediata a queste mostruosità. Sappiamo che conquistare visibilità sociale è all’origine di molte stragi”. L’unica è accompagnare i ragazzi verso un uso responsabile di Internet. In Italia dice poi il professore “per fortuna abbiamo meno armi da fuoco in circolazione. Il bullismo che tanto preoccupa è ben lontano dalla violenza in stile americano”. Restando vicinissimi al tema, a pagina 21 il quotidiano diretto da Mauro racconta l’episodio di follia, protagonista un 25enne romano: “Muori sono l’Anticristo”. Suggestionato dal Codice da Vinci il giovane studente di ingegneria ha accoltellato un parroco, ferendo anche un altro anziano prete. Sono entrambi gravissimi.

La foto di Matti Juhani Saari, lo studente finlandese killer di 22 anni, suicidatosi dopo aver ammazzato dieci compagni di scuola, campeggia in prima pagina sul Corriere della Sera di oggi. Pochi giorni prima della strage, il ragazzo che studiava per diventare cuoco, aveva messo su internet quattro video in cui si esercitava sparando in un poligono di tiro e diceva: «la vita è dolore, morirai». I servizi sono a pag 8 e 9. Il servizio è corredato da tre interviste. Il pilota finlandese della Ferrari Kimi Raikkonen: «L’anno scorso in un liceo di Tuusula è successa più o meno la stessa cosa. Non credo sia un problema specifico della Finlandia, però. Credo potesse succedere ovunque. Queste cose sono cominciate negli Stati Uniti diversi anni fa e adesso si sono diffuse in Europa. Non è facile capire il perché, c’è tanta gente che non sta bene». L’esperto americano Lawrence Kobilinski: «La strage di Kauhajoki è chiaramente ispirata al massacro della Columbine High School del 1999 in Usa: la madre di tutti i massacri scolastici: metterei la mano sul fuoco che anche mister Saari era seguace di Eric Harris e Dylan Klebold». Infine lo scrittore Diego Marani, che in passato ha vissuto a Helsinki. Perché in Finlandia ci sono 56 armi ogni 100 abitanti, il terzo paese al mondo per possessori di armi da fuoco? «Sono armati per abitudine. L’abitudine della minaccia russa è un timore ancestrale. Nei boschi poi ci sono gli orsi  pronti ad attaccare l’uomo. In più c’è il luteranesimo, a catechismo si impara a sparare».

Il corrispondente de La Stampa da Helsinki, oltre a riferire la cronaca del ragazzo che ha massacrato i compagni di scuola, racconta la Finlandia di oggi. Un Paese dove è alto il tasso di benessere e dove è altrettanto alto il tasso di suicidi fra i giovani. Un Paese sotto choc dopo questa vicenda che ricalca in modo impressionante la strage compiuta nel novembre 2007 a Tuusula, vicino a Helsinki. Anche allora uno studente diciottenne uccise sette compagni e la preside prima di togliersi la vita. E quello dell’ottobre 2002 a Vaanta, sobborgo di Helsinki dove uno studente di chimica si fece saltare in un centro commerciale con una bomba preparata nella sua stanza. Anche la Stampa mette in rilievo come in Finlandia una persona su quattro è armata: «A denti stretti si è accennato nei mesi scorsi alle troppe armi in circolazione: circa un milione e mezzo, su una popolazione di cinque milioni di abitanti. Un rapporto che fa della Finlandia il terzo Paese al mondo, dopo Usa e Yemen, per possesso di armi da fuoco in proporzione agli abitanti. E anche il tasso di violenza spicciola è molto alto». Interessante quello che dice l’intervistata Leena Lander, una delle più note scrittrici finlandesi, che ha indagato sul disagio dei giovani e sui suicidi. «La Finlandia è considerata, in base alle classifiche sui servizi e le opportunità per i cittadini, il Paese migliore del mondo. Per questi ragazzi evidentemente non è così. Se sei un “perdente” o pensi di esserlo, non c’è nessuno che ti aiuti a uscire dalla tua fortezza di solitudine e angoscia. Siamo anche uno dei Paesi più informatizzati. I ragazzi sono bravissimi al computer e spesso trascorrono alle tastiere molta parte della loro giornata. E’ facile, in queste condizioni, che saltino i rapporti con gli altri, per esempio a scuola».

Sulla Finlandia il Sole 24 Ore non fa molto più della cronaca. Nota però che questa è la seconda strage di questo tipo nel paese (l’altra fu meno di un anno fa al liceo di Tuusula), e che la Finlandia è terza al mondo per numero di armi da fuoco per 100 abitanti, dopo Stati Uniti (90 su 100, praticamente tutti armati…), Yemen (61 su 100) e appunto Finlandia (56 su 100). L’Italia per fortuna è a quota 12 su 100.

Il Giornale pubblica alle pagine 6 e 7  tre pezzi in cui si ripete la cronaca della giornata e si sottolinea come la polizia  non gli abbia ritirato il porto d’armi  dopo averlo convocato  per i suoi  video su YouTube. Di spalla i precedenti: sempre Finlandia 2007, Virginia 2007, Erfurt 2002, Colombine 1999.

Anche Avvenire si limita alla cronaca, a pag. 15, mettendo in luce che “la Finlandia è il terzo paese per numero di possessori di armi da fuoco dopo Usa e Yemen” ma fa notare che il governo annuncia una revisione della legge sul possesso di armi.


E inoltre sui quotidiani di oggi:

Finanza
Il Sole 24 Ore – Interessante pagina di commenti sulla crisi finanziaria in atto: Isabella Bufacchi rilegge alla luce del disastro il libro del 2007 di Alan Greenspan, ex presidente Fed, liberista puro, che considerava le crisi alla stregua di raffreddori e consigliava di far guidare i mercati alla «mano invisibile internazionale», senza aggiungerci regole che potrebbero «inibire la libertà d’azione» del mercato. Ecco perché, è la conclusione, ha fatto andare a briglia sciolta il mercato dei subprime, senza minimamente prevedere i crolli accaduti quest’anno, e che quindi erano dietro l’angolo quando lui scriveva. Ecco perché, nota il Sole, oggi sul banco degli imputati c’è anche lui, Greenspan.

Corriere della Sera – A pag. 3 il dietrofront di Obama dopo l’annuncio del progetto di spesa da 70 miliardi di dollari del Tesoro americano: «Tagli ai piani sociali, non potrò mantenere tutte le promesse» anche se le riduzioni fiscali per la classe media «sono assolutamente necessarie, per evitare che si scivoli verso una recessione».

La 7 in crisi
Il Giornale – Su La 7 e i 25 licenziamenti di giornalisti, a pag. 14 Indiscreto: “dietro ai buoni dati audience della Gruber ad 8e1/2 si consuma un dramma” e poi a pag. 26 “la cura Barnabè arriva a Ti Media: la 7 taglia e cerca un partner” e si parla di un socio nel digitale senza aumenti di capitale.

Manifesto in crisi
Il manifesto – Con il titolo “fateci uscire” apre con un lungo appello perché la testata del quotidiano comunista non muoia falciata dai tagli all’editoria cooperativa.

Bioetica
Avvenire – Pag. 4: grande rilievo e parecchia enfasi (parla di “rivoluzione”) per un summit di scienziati nel Wisconsin che fanno il punto sulle staminali adulte, “sul rivoluzionario capitolo appena spalancato dalla scoperta su come ringiovanire le cellule adulte sino a uno stadio simile a quello embrionale”. L’entusiasmo di Avvenire è ovviamente legato al fatto che questa frontiera renderebbe inutile l’utilizzo delle cellule embrionali, con le implicazioni etiche che sappiamo. Leggendo il pezzo, però, si scopre che siamo ancora parecchio indietro: “Siamo ancora nella fase di comprendere quanto una cellula pluripotente indotta sia simile a una cellula embrionale nella sua capacità di crescere per periodi di tempo prolungati e nella sua abilità di trasformarsi nei diversi tipi di cellule cui siamo interessati”, dice uno dei ricercatori coinvolti.

Immigrati
Avvenire – Pag. 11: ampio conto del giro di vite voluto da Maroni su ricongiungimenti familiari e diritto d’asilo. Maroni dice di avere avuto l’ok della Ue, ma il commissario Barrot nega. Nel dettaglio: i parenti che vogliono il ricongiungimento devono fare il test del Dna a loro spese, per chi chiede lo status di rifugiato il prefetto stabilirà un obbligo di residenza in una certa zona, inoltre se scatta il ricorso contro una decisione negativa non c’è più l’effetto sospensivo (quindi c’è il rimpatrio anche in attesa di ricorso). Andrea Olivero, Acli: “Misure ingiuste e controproducenti, si aumenta il tasso di immigrazione clandestina”.

Latte cinese
Corriere della Sera – Sullo scandalo del latte cinese alla melamina, il Corriere ospita a pag. 23 con richiamo in prima l’appello del presidente di Slow Food Carlo Petrini: «Non andate a mangiare nei ristoranti cinesi, i prezzi sono molto economici, ma la qualità media dei cibi è piuttosto modesta».

Sanità
Il manifesto –  Allarme lanciato da Marrazzo per la sanità del Lazio: «Possiamo garantire la copertura finanziaria ancora per una settimana, dopo il 30 settembre c’è il rischio che il sistema sanitario del Lazio si fermi». In ballo ci sono 5 miliardi di euro, che dovrebbero arrivare dal Governo. Sacconi però risponde picche: «Non ci saranno sconti per nessuno, i piani di rientro vanno rispettati, senza concedere deroghe a nessuno».


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