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Economia & Impresa sociale 

Credito cooperativo: un bilancio “sociale” da 4,9 miliardi

Oggi a Roma è stato presentato il rendiconto sociale-economico delle Bcc

di Redazione

Il Credito Cooperativo ha presentato oggi a Roma il proprio Bilancio Sociale e di Missione “consolidato” che aveva per tema “Energia per lo sviluppo dei territori” . Occasione per far conoscere la particolare ed insostituibile azione delle 440 BCC (con una rete di 3.900 sportelli, pari all’11,8% degli sportelli bancari italiani) di sostegno ai territori, a milioni di famiglie e a centinaia di migliaia di micro, piccole e medie imprese.

 

Il “valore aggiunto globale lordo” a 4.900 milioni di euro

 

Durante il convegno è stata presentata la quantificazione del “valore aggiunto” che le banche cooperative mutualistiche sono in grado di produrre ad esclusivo vantaggio dei soci, della comunità locale, della collettività, dei propri collaboratori, della promozione della cooperazione delle stesse BCC, per costruire il loro sviluppo futuro. 

 

L’aggregato che esprime la ricchezza generata dalle BCC è il valore aggiunto globale lordo. Attraverso questa grandezza contabile il cui processo di calcolo prevede la riclassificazione dei dati di conto economico (viene calcolato come la differenza tra il valore della produzione e i costi sostenuti per la produzione stessa al netto delle componenti straordinarie) è possibile evidenziare la produzione e la successiva distribuzione di tale ricchezza tra i diversi portatori di interesse. 

 

Nel 2007 questo valore è risultato superiore a 3.900 milioni di euro.

 

A questa cifra va aggiunto il dato del valore creato a favore del socio cliente “attivo”, grandezza che misura il valore che il socio non esborsa, o che riceve in misura maggiore, rispetto ad un cliente “ordinario”, in ragione della peculiare relazione che egli intrattiene con la BCC.   

 

Con una specifica procedura di calcolo, il vantaggio per i soci clienti delle BCC è stato quantificato per il 2007 in 937 milioni di euro. Se aggiungiamo questo dato al valore aggiunto globale lordo, otteniamo il valore aggiunto globale lordo stimato pari a 4.900 milioni di euro.

 

La ripartizione schematica del valore aggiunto tra i diversi portatori d’interessi è la seguente:

 

  • ai soci-clienti (vantaggi economici riservati ai soci in relazione all’operatività con la banca): (19%);
  • ai soci in quanto azionisti:  1%;
  • ai collaboratori (costo del lavoro): 36%;
  • alle riserve per lo sviluppo (utili destinati a riserva patrimoniale): 28%;
  • alle comunità locali (tasse locali; elargizioni e donazioni): 6%;
  • alla collettività nazionale (imposte e tasse): 9%;
  • alla promozione della cooperazione (3% degli utili ai Fondi mutualistici): 1%;

 

 

Le relazioni con i portatori d’interesse

 

I soci

 

I soci sono, contemporaneamente, i “proprietari” delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali e i primi interlocutori della Banca sul piano operativo. Il loro numero è cresciuto costantemente negli anni, a partire dal 1993 quando il nuovo Testo Unico bancario ne ha “liberalizzato” la provenienza, dato che fino ad allora i soci per l’80% dovevano essere rappresentativi delle sole categorie degli agricoltori e degli artigiani. Dal 1993 al 2007, i soci BCC sono aumentati del 153%. Al dicembre 2007 i soci erano 884 mila 858, con un aumento del 7,5% sull’anno precedente.        

 

I clienti

 

Nel 2007 i clienti del Credito Cooperativo hanno superato i 5,1 milioni, in crescita rispetto all’anno precedente di oltre il 2%. I clienti affidati sono pari a 1.530.640, con un incremento annuo del 2,7%, contro la stazionarietà registrata dal sistema bancario.

 

Lo sviluppo dell’attività di finanziamento alle imprese di dimensione minore (imprese artigiane ed altre imprese minori) è stato anche nel 2007 superiore alla media del sistema bancario. 

 

E’ conseguentemente cresciuta la quota di mercato delle BCC nel credito rivolto a tali segmenti: a dicembre 2007 era pari al 20,9% per le imprese artigiane (contro il 20,5 registrato nel dicembre 2006) ed al 15,5% per le altre imprese minori (contro il 14,9 registrato nel dicembre 2006). Resta, invece, stazionario il ritmo di crescita degli impieghi alle famiglie consumatrici: +9,3% annuo a dicembre 2007 contro il +9,2 del 2006. La quota di mercato della categoria nel comparto è pari all’8,6%. Sale al 10,5% la quota di mercato nei finanziamenti al cosiddetto Terzo Settore.

 

 

La “vicinanza” fisica alle persone

 

Un indicatore della forte “prossimità” delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali alla clientela può essere calcolato attraverso il numero di clienti serviti in media presso ciascuno sportello: tanto più basso è questo valore, tanto maggiore è la prossimità della banca alla clientela. Per la categoria delle BCC, l’“indice di vicinanza” è pari a 390, un valore notevolmente inferiore a quello delle altre banche (che si attesta in media a 725). Al Nord l’indice registra un valore ancora migliore (compreso tra il 291 dell’Alto Adige e il 360 dell’Emilia Romagna).

 

 

I collaboratori

 

I collaboratori delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali a fine 2007 raggiungevano quota 29.066, registrando un incremento di oltre mille unità rispetto all’anno precedente. Se a questi si aggiungono quelli del “sistema BCC”, il numero supera le 32 mila unità. 

Costantemente in questi anni il Credito Cooperativo ha creato occupazione. 

La crescita del personale delle BCC nel triennio 2005-2007 è stata del 4,6%. 

 

 

I dati sulla composizione del personale evidenziano un crescente peso della componente femminile. A dicembre 2007, i collaboratori donne erano  10.214, ovvero il 35,1% del totale, rispetto ai 18.852 uomini, il 64,9% del totale. 

 

Il numero delle collaboratrici è aumentato in un anno del 5,5%, rispetto al 3,8% degli uomini. Le donne, infine, sono più numerose nella fascia d’età fino a 30 anni, dove rappresentano il 50,5% dei collaboratori, rispetto alla fascia d’età più elevata (oltre 55 anni), dove pesano per il 9,8%. Da sottolineare anche il dato dell’età media dei dipendenti, di 37 anni per le donne e di 41,5 per gli uomini.

 

Importante anche il livello dell’investimento in formazione. Nel 2007 sono state erogate 735 mila ore di formazione, per circa 18 milioni di euro.

 

Le comunità locali

 

Il radicamento delle Banche di Credito Cooperativo – Casse Rurali e la loro proiezione sul territorio si esprimono non soltanto sul piano bancario, nel vincolo alla destinazione di almeno il 95% degli impieghi (ovvero del risparmio raccolto) nel territorio di competenza, ma anche in una notevole varietà di iniziative a favore delle comunità locali, nei più diversi ambiti: ricreativo -culturali, della formazione, della tutela dell’ambiente, della salute e sicurezza, della previdenza. Nel 2007 a queste azioni sono stati destinati, attraverso sponsorizzazioni ed elargizioni, poco più di 142 milioni di euro, il 23,4% in più del 2005.

 

Cooperazione internazionale in stile cooperativo

 

Le Banche di Credito Cooperativo – Casse Rurali italiane sono sempre più protagoniste, non solo come singole aziende, ma anche come sistema, di esperienze di cooperazione in ambito internazionale. Determinante nei vari progetti risulta proprio la centralità della formula cooperativa. In particolare:

 

Il Progetto “Microfinanza Campesina”  in Ecuador. 

 

L’impegno del Credito Cooperativo italiano a favore di “Codesarrollo-Cooperativa Desarrollo de los Pueblos” per lo sviluppo della finanza popolare in Ecuador – attraverso il Progetto “Microfinanza Campesina” – prosegue con convinzione e concretezza.

Ad oggi 165 Banche hanno messo a disposizione di Codesarrollo un plafond di oltre 20 milioni di dollari per finanziamenti a tasso agevolato (4-5%). Finanziamenti che hanno permesso a Codesarrollo di raggiungere, a dicembre 2007, oltre 25 milioni di dollari di impieghi, suddivisi in circa 13.000 piccoli prestiti. 

Il contributo del Credito Cooperativo non si è fermato al sostegno finanziario (che comprende anche circa 2 milioni di dollari di donazioni, destinati alla patrimonializzazione di Codesarrollo, necessaria per l’espansione dell’attività di impiego), ma ha riguardato anche investimenti nella formazione e nell’assistenza, il sostegno a progetti di sviluppo agricolo, il collegamento con istituzioni nazionali ed internazionali. 

Inoltre, grazie al contributo e all’affiancamento di Iccrea Banca, Codesarrollo ha ottenuto l’accesso al circuito internazionale Swift, che ha permesso alla cooperativa ecuadoriana di entrare nell’attività di invio e ricezione dei trasferimenti monetari da e verso l’estero, e dunque di poter gestire anche le rimesse dei lavoratori ecuadoriani  all’estero. 

 

 

 

 

Il Progetto Argentina per le neo Cajas de Créditos Cooperativas 

 

Il progetto di cooperazione internazionale in Argentina si pone l’obiettivo di ricostituire una rete di Casse di Credito Cooperativo (CCC), esistente fino agli anni ’70 ma andata poi scomparendo per via delle restrizioni operative imposte dal regime di dittatura. La finalità è quella di bancarizzare aree ancora poco coperte dal sistema bancario e dare accesso al credito ad  imprese di piccole dimensioni escluse dal circuito bancario formale.

Il progetto nasce con l’approvazione all’unanimità nel luglio 2007 da parte del Parlamento argentino di una Legge, promossa dal Banco Central de la Republica Argentina (BCRA) e ispirata alla normativa delle BCC italiane, che amplia l’orizzonte operativo delle future CCC, definendone, però, gli ambiti geografici di competenza, la compagine sociale, i livelli minimi di capitale e la governance. E’ quindi nata una cooperazione internazionale Italia-Argentina che vede l’intervento diretto della Banca d’Italia per gli aspetti regolamentari, dell’Università di Bologna – che ha anche una sede a Buenos Aires – per lo studio e la ricerca, del Credito Cooperativo italiano per l’esperienza concreta ed il sostegno tecnico-amministrativo alle neo CCC.

 

Il Progetto “Didone” in Tunisia

 

Con l’ottica di rafforzare la collaborazione tra Tunisia e Italia, Banca Agrileasing, nell’ambito del proprio “Progetto Mediterraneo”, ha promosso ed avviato un piano formativo rivolto ai giovani tunisini con conoscenza della lingua italiana, laureandi e neo laureati in Economia, Legge e Ingegneria.

Il progetto, denominato “Didone” dal nome della mitica fondatrice di Cartagine, vuole formare junior consultant di territorio, figura professionale di riferimento “in loco” per le aziende italiane clienti del Credito Cooperativo che intendono investire in Tunisia. 

 

 

Fondo di Garanzia Istituzionale (FGI), tutela “globale” per il risparmiatore cliente delle BCC

 

La cronaca finanziaria di questi giorni  ha visto il fallimento della Lehman Brothers e la trasformazione delle due banche d’investimento Goldman Sachs e Morgan Stanley in normali holding bancarie per salvarle dall’imminente tracollo. La proposta del segretario al Tesoro Usa Henry Paulson di stanziare aiuti per 700 miliardi di dollari per stabilizzare il sistema bancario avrà conseguenze dirette sul debito pubblico americano e graverà sui contribuenti americani. Una serie di fenomeni, dunque, tutti  concentrati e tutti ampiamente inaspettati dove la finanza – soprattutto la finanza speculativa lontana dal sostegno all’economia reale – è franata su se stessa con effetti a catena ancora non esauriti e non del tutto prevedibili. 

 

A questo riguardo si colloca la recentissima e strategica realizzazione del Credito Cooperativo, la nascita del Fondo di Garanzia Istituzionale (FGI), lo scorso 25 luglio, come strumento al servizio della competitività della singola banca e della coesione del sistema, per di tutelare la clientela delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen altoatesine salvaguardando la “liquidità e la solvibilità” delle banche aderenti attraverso azioni correttive ed interventi di sostegno e prevenzione delle crisi. 

 

Il FGI offre, in questo modo, una tutela “globale” per i risparmiatori clienti delle BCC in relazione a tutti i crediti che questi vantano nei confronti della propria banca. Tutela aggiuntiva a quella, obbligatoria per legge per tutte le banche, che limita la tutela dei depositanti alla somma di 103 mila euro. Il Fondo per obiettivi, caratteristiche e funzionalità, è dunque una novità assoluta per il sistema bancario italiano. 

 

 

 

Ma non saranno solo i risparmiatori e i depositanti, in via diretta, ad ottenere vantaggi dalla costituzione del Fondo. Esso rappresenta uno strumento di sviluppo anche al servizio delle comunità locali.

Consentendo l’attribuzione di più elevati ratings al sistema del Credito Cooperativo, esso consentirà di contenere potenzialmente i costi della provvista, con un possibile beneficio per i clienti in termini di costi del credito. 

Inoltre, in termini regolamentari (normativa di Vigilanza), il FGI consentirà il beneficio della ponderazione “zero” sulle esposizioni interne al network ai fini del calcolo del nuovo coefficiente prudenziale (Basilea 2), consentendo alle singole BCC, a fronte dei prestiti interbancari interni, di assorbire meno patrimonio e quindi di assicurare una migliore allocazione dei capitali attraverso una gestione più efficiente dei flussi finanziari. Il FGI consente insomma di liberare risorse a vantaggio dell’attività di intermediazione, a favore di soci e clienti e per il sostegno alle comunità locali. 

 

 

 

Per il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, occorre “proseguire ora nella strada tracciata. Vale a dire quella di essere banche locali attente ai bisogni dei territori. Che continuano a sostenere l’economia reale ma capaci di innovare, come dimostra ad esempio il nuovo Fondo di Garanzia Istituzionale che non ha eguali oggi nel panorama bancario italiano”. 

 

Il Direttore generale di Federcasse, Franco Caleffi, ha invece sottolineato il valore della “rendicontazione mutualistica”. Mutualità che, ha detto Caleffi, è la “radice” della differenza delle BCC, in termini di governante, organizzazione, operatività e gestione. “Se la differenza è davvero un fattore competitivo per le BCC” – ha concluso Caleffi – “allora possiamo dire che la mutualità è il connotato, la caratteristica che rende la BCC unica nel panorama creditizio”.

 

A portare i loro contributi alla mattinata di lavori, anche il prof. Stefano Zamagni (Università di Bologna), il prof. Leonardo Becchetti (Università di Roma, Tor Vergata) ed  il Direttore Generale degli Enti Cooperativi del Ministero delle Attività Produttive Francesco Saverio Leone. 

 

Particolarmente significative, da ultimo,  alcune “storie di differenza” presentate nel corso della mattinata: la storia di un imprenditore indiano che corona il suo sogno grazie ad un prestito iniziale della BCC di Roma, capace di innescare un processo virtuoso di sviluppo; l’attenzione ai temi dell’ambiente che ha portato la BCC della Maremma ad eccellere nelle “buone pratiche” per la diffusione di forme di energia pulita ed alternativa; l’esperienza del dr. Giovanni Chinnici, figlio del Giudice ucciso dalla mafia nel 1993 che, grazie al sostegno attivo della BCC del Belice, ha attivato un percorso di educazione alla legalità della quale oggi beneficiano scuole, associazioni, gente comune.


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