Leggi & Norme

un testamento condiviso

fine vita Si delinea un'ampia convergenza su un tema che sembrava lacerare gli animi

di Redazione

Il Comitato di bioetica sta per approvare un testo “unitario”. E in Parlamento si corre per arrivare a una legge entro l’anno. Con la benedizione della Binetti…
D opo tanto rumore, tante polemiche, gli scontri al calor bianco sui casi Welby ed Eluana, pare che si sia vicini, anzi vicinissimi a un testo condiviso che introduca in Italia il cosiddetto “testamento biologico”, ovvero una legge sull’autodeterminazione del paziente che si avvicina al “fine vita”. La svolta sarebbe arrivata lo scorso 26 settembre nel corso dell’ultima riunione del Comitato nazionale di bioetica, che sta discutendo un documento dal titolo «Rinuncia consapevole al trattamento sanitario»: contrariamente a quanto ci si potesse aspettare, infatti, si sarebbe raggiunta una sostanziale intesa su alcuni dei punti più controversi, tra cui l’impossibilità di rifiutare idratazione e alimentazione in quanto non «trattamenti sanitari» ma mero «sostegno» vitale al paziente. In pratica, se passasse una legge che rispecchia il documento entrato al Cnb, i casi Eluana sarebbero risolti sul nascere: la cannula che tiene in vita la donna, somministrandole cibo e acqua, non potrebbe essere staccata in quanto non è «terapia».
Vita ha raggiunto alcuni componenti del Comitato che, con la garanzia dell’anonimato, accettano di riferire alcuni particolari sulla riunione. Innanzitutto una precisazione: il documento non è stato ancora approvato (lo sarà con ogni probabilità nella prossima riunione del Cnb, il 31 ottobre), tuttavia non è stata messa in discussione (se non da un paio di voci isolate) una sostanziale modifica: il cambio di titolo. Il testo infatti si intitolava «rifiuto delle cure», e non, come oggi, «rinuncia consapevole». Una distinzione non da poco, perché «un contro è rifiutare che si inizi una terapia, un conto è rinunciare a un trattamento già in atto». Secondo, pare che sia prevalsa la posizione che non considera idratazione e alimentazione trattamenti sanitari. Il punto a quanto pare è stato discusso a lungo, e alla fine «ha prevalso un atteggiamento conservatore».
Al di là dei singoli nodi, quello che emerge è la volontà di arrivare al più presto a un testo condiviso che accontenti governo e cattolici Pd: secondo voci insistenti, sarebbe infatti il ddl firmato da Paola Binetti (Pd) e depositato alla Camera in agosto il “prescelto” come testo base che metterebbe d’accordo maggioranza e cattolici del Pd; il fatto poi che a firmarlo sia un’autorevole esponente all’opposizione realizzerebbe la “convergenza” necessaria per arrivare a breve a una legge in materia. C’è un unico problema: la discussione è iniziata al Senato, dove a scontrarsi sono due ddl: uno firmato dal presidente della commissione Sanità, Antonio Tomassini (Pdl) e uno dal senatore Pd, Ignazio Marino. Tra i due provvedimenti, numerose e profonde divergenze, a partire dalla definizione di alimentazione e idratazione fino al potere decisionale del medico, che per Marino deve seguire «in modo vincolante» le volontà del paziente, mentre per Tomassini mantiene la sua autonomia. Intanto, alla vigilia del dibattito parlamentare la Cei ha fatto sentire la propria voce, sottolineando ancora una volta che cibo e acqua sono solo «sostegno», e che la volontà del paziente in merito alle cure «non deve diventare una decisione», ma una dichiarazione con cui il medico «si confronta». Proprio come scrive la Binetti nel suo ddl…


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA