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Cooperazione & Relazioni internazionali

America e Paesi arabi. Fidarsi o non fidarsi?

Quando entra in campo la politica

di Redazione

Le redattrici di «Yalla Italia» hanno provato a rispondere alle domande di un collega. Domande scomode: perché l’attualità non è fatta solo di valori. È fatta anche di una storia difficile da ricomporre.
Con quei soggetti esterni che non sai mai a che gioco giocano
a cura di Akram IdriesParlare con il nemico. D’accordo. Ma come parlare con il nemico quando il nemico non ti ascolta? La redazione di Yalla ha accettato la sfida di rispondere a due domande più “politiche”. Eccole.
1.L’America può essere considerato un interlocutore imparziale?
2.I regimi arabi si adoperano per la pace oppure vogliono mantenere lo status quo in quanto gli conviene avere la causa palestinese come valvola di sfogo dell’opinione pubblica?

Ouejdane Mejri:
1. I vari presidenti, tra cui Obama, hanno sempre ricordato la loro amicizia con Israele. Questo vuol dire chiaramente che sono vicini allo Stato ebraico ma non vuol dire che non potranno essere un interlocutore imparziale. Auspico una grossa partecipazione dell’Europa.
2. Data l’incapacità di trovare un’unica voce al riguardo, non credo che mantenere la guerra sia una valvola di sfogo per l’opinione pubblica, visto che crea solo frustrazione e fomenta l’odio. A condividere appieno le parole di Ouejdane sono sia Nadra che Ali e Lubna.

Imane Barmaki:
1. Ovviamente qualsiasi tipo di intermediario deve essere imparziale in modo da non far prevalere gli interessi di una “fazione” rispetto all’altra. Non sempre però è stato così nella storia della politica estera americana. Speriamo che con Obama qualcosa cambi, seppur di poco.
2. Sono molto critica nei confronti dei Paesi arabi in quanto ormai alcuni dei “nostri” regimi hanno tagliato i ponti con la maggior parte della popolazione.
Meriem-Faten Dhouib:
1. Penso che gli Usa come molti Paesi europei hanno sempre fatto l’interesse di Israele. Forse è arrivata l’ora di dimostrarci il contrario. Palestina ed Israele non dovrebbero negoziare tra di loro perché i rapporti oramai sembrano logorati e troppo implicati.
2. Ci sono varie posizioni, da coloro i quali alimentano questo odio come valvola di sfogo e di interesse, a quelli che si sono rassegnati e non vedono una soluzione pratica, agli altri che invece fanno molte cose nella speranza di una pace idilliaca.

Rassmeya Salah:
1. Forse a livello politico ed economico Obama è interessato più alla parte israeliana mentre mi piacerebbe pensare che a livello umano fosse più vicino ai palestinesi.
2. Nessun leader arabo ha mai fatto qualcosa di veramente utile alla causa palestinese. L’unica cosa che sanno fare è attaccarsi al negazionismo: Israele non esiste! Questo ostacola i processi di pace.

Layla Joudè:
1. Credo non sia imparziale, ma oggi non troviamo nessuno altro mediatore in grado di trattare il governo palestinese alla pari di quello israeliano.
2. Credo che la causa palestinese sia portata avanti dal popolo arabo e non dai rispettivi governi.

Soukaina Ras:
1. Secondo me l’America è imparziale, ma involontariamente tende a privilegiare Israele.
2. Non so se i regimi arabi operino effettivamente per la pace, sicuramente però guardare la situazione solo da un punto di vista fa sì che si punti il dito contro un unico avversario.

Sara Hejazi:
1. Credo che gli Stati Uniti prendano decisioni in merito alla questione palestinese tenendo soprattutto conto dei propri interessi nazionali.
2. Non so rispondere a questa domanda.

Ouissal Mejri:
1. Di certo la storia ha dimostrato che l’America appoggia lo Stato ebraico… Speriamo in Obama.
2. Ognuno bada ai propri interessi, anche i regimi arabi, e a mio parere non tutti operano realmente per la pace.


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