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Economia & Impresa sociale 

Disco verde al nucleare

Il comitato etico del Fondo Bnl per Telethon ha preso in considerazione l'ipotesi di investimenti nelle aziende che lavorano per l'energia atomica

di Redazione

Da quest’anno il Fondo etico BNL per Telethon potrà investire in aziende legate al nucleare. È quanto ha deciso, dopo una lunga discussione, il Comitato etico del fondo presieduto dall’Ambasciatore Amedeo De Franchis. Il numero di Vita Magazine della scorsa settimana ha ricostruito il dibattito che ha portato a questa decisione.

L’INTERVISTA

Tra i membri del Comitato etico, c’è anche Lorenzo Sacconi, professore  di politica economica all’ Università di Trento e direttore del centro interuniversitario EconomEtica. Sacconi tiene un blog Econometica molto seguito su Vita.it, nella sezione Csr. A Lui abbiamo chiesto le ragioni (e anche i dubbi) su questa decisione. Lui ha accettato con questa premessa: «Non sono contro la scelta del Comitato, ne abbiamo discusso a lungo e approfonditamente e il risultato lo condivido appieno».

Perché è stato messo sul tappeto il problema?

Sacconi: Diciamo che si è riproposta la discussione che è in atto nel Paese da un po’ di tempo, e la questione è stata posta quando il prezzo del petrolio puntava verso l’alto e non era ai minimi di questi giorni, d’altronde erano solo sei mesi fa.
 
Quali sono le sue perplessità?
In particolare ho posto tre questioni: il nucleare non è un’energia tanto pulita, a parte le scorie che sono un problema, nel processo produttivo, ad esempio del raffreddamento, si hanno emissioni, anche se minori di quelle del petrolio, ma pur sempre più impattanti in termini di effetto serra delle rinnovabili.
Poi c’è il fattore economico, è un’energia molto costosa, richiede investimenti che nessun privato può sostenere, serve l’intervento pubblico. Al contrario le rinnovabili sono sempre più convenienti.  Terzo e principale problema è quello delle scorie, nessuno, in particolare in Italia, sa come gestirle, non è ancora stato individuato un sito di stoccaggio sicuro, le scorie stanno ancora laddove sono situate le centrali che le crearono. Era stato individuato un luogo al largo della Puglia, ma poi è saltato tutto.
 
E dal punto di vista del fondo per Telethon, la scelta del nucleare è stata fatta per ricercare maggiori rendimenti?
Sacconi: No, la questione è da porre in altri termini, anche perché i fondi etici hanno avuto buoni risultati, almeno rispetto agli altri fondi e questo della BNL in particolare è tra i migliori. Il problema è quello di capire qual è il nostro ruolo come fondo socialmente responsabile, quali sono le ragioni e gli interessi che dobbiamo favorire.
Noi, come agenti per conto di investitori etici, dobbiamo impegnare le nostre non molte risorse per favorire al margine le fonti di energia rinnovabili, poichè è chiaro che, se i fondi etici comprano i titoli di imprese che fanno energie rinnovabili allora la convenienza economica di queste stesse fonti aumenta, la loro economicità migliora e le scelte pubbliche possono essere orientate in misura crescente verso questa, che è certamente l’opzione migliore. Noi non dobbiamo fare la politica energetica del governo, dobbiamo usare il potere incentivante dell’investimento responsabile per promuovere le opzioni più sostenibili tra le alternative, essendo consapevoli del fatto che noi lavoriamo sull’incentivo “al margine”.
 
E tra alternative c’è naturalmente il nucleare…
Sacconi: In questo la dichiarazione del comitato etico è chiara: quella nucleare è un’opzione motivata dalla questione ambientale e dal fabbisogno energetico e subordinata ad una serie di condizioni riguardanti le strategie ed i sistemi di gestione relativi ai rischi ambientali e di sicurezza. Sono affermazioni piuttosto restrittive che poi andranno anche interpretate. E in ogni caso il fondo, cogliendo in pieno il senso del suo essere socialmente responsabile, si impegna a privilegiare politiche e aziende che promuovano il risparmio energetico e l’attività di ricerca-sviluppo-impiego di fonti rinnovabili.
 
Farete da apripista ad una generale conversione dei fondi etici?
Sacconi: Non so, ma non credo, nel senso che le restrizioni di cui abbiamo parlato per esempio escluderebbero, a mio parere, l’investimento in aziende che si occupano di nucleare di terza generazione. Altro sarebbe se esistesse il nucleare di quarta generazione con scorie meno impattanti e soprattutto con siti di stoccaggio già approvati…

Intervista a cura di Daniele Bettini


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