Famiglia & Minori

Dalla Cina le prime adozioni. Tutte piccole e bambine

di Redazione

Venti nuove piccole italiane con gli occhi a mandorla. I primi bambini cinesi adottati da coppie italiane sono arrivati martedì 10 marzo: sono tutte femmine e tutte piccolissime, sotto i due anni d’età. Due caratteristiche per niente casuali: in Cina, infatti, la politica del figlio unico spinge molte famiglie ad abbandonare alla nascita le figlie femmine. «Negli orfanotrofi cinesi però abbiamo visto anche molti bambini più grandicelli», precisa Graziella Teti, responsabile Adozioni internazionali del Ciai, «e sia noi sia AiBi abbiamo ribadito alle autorità cinesi la disponibilità delle coppie italiane ad adottare anche questi bambini».
Gli accordi bilaterali fra Italia e Cina sono stati firmati nel dicembre 2007 e AiBi e Ciai sono gli unici due enti autorizzati a operare nel Paese del dragone. Fra i requisiti richiesti ai potenziali genitori di bambini cinesi c’è anche un tetto per l’età, 50 anni; possedere un patrimonio di almeno 80mila dollari, l’aver contratto matrimonio da almeno due anni. La conclusione delle prime adozioni, a poco più di un anno dalla firma dell’accordo politico, apre grandi speranze per le coppie in attesa: si stima che in Cina ogni anno vengano abbandonati 100mila minori. Già oggi, nel mondo, ogni anno vengono adottati 10mila bambini cinesi. Il viceministro per gli Affari civili cinese, Dou Yupei, ha definito queste prime venti bambine adottate come «ambasciatrici d’amicizia tra la Cina e l’Italia, che costituiranno un ponte d’amicizia nei rapporti tra i due Paesi».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA