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Economia & Impresa sociale 

Il banchiere dell’anno non è uno ma sono 440

Il Guido Carli 2009 ad Alessandro Azzi

di Redazione

«Al rappresentante di tutte le banche di credito cooperativo italiane che, in un anno difficilissimo per il credito, hanno saputo garantire la relazione con il cliente e il finanziamento del sistema produttivo locale». Con questa motivazione lunedì 16 marzo Alessandro Azzi, presidente di Federcasse, ha ricevuto il Premio Guido Carli. Il premio, che vuole essere un riconoscimento al “banchiere dell’anno”, viene assegnato annualmente dal quotidiano Milano Finanza, all’interno dei Milano Finanza Global Award.
Non stupisce che il premio ad Azzi sia arrivato in questo annus horribilis per il sistema bancario dei Paesi occidentali. Come spiega Gabriele Capolino, direttore ed editore associato di Milano Finanza, la carta vincente del sistema Bcc è stata la fedeltà al territorio. Ricevendo il premio Azzi ha voluto abbassare i toni ed evitare ogni trionfalismo, data la criticità del momento. Le Bcc sono banche che non vogliono fare notizia, «banche noiose», le ha definite Marco Liera su Il Sole 24 ore. Ma in questo caso l’essere noiose è un pregio: significa che si sta facendo il proprio lavoro senza distrazioni mediatiche.
Azzi ricevendo il premio si è limitato a ribadire i numeri, che sono numeri estremamente signifiativi innanzitutto per la loro dimensione orizzontale: quasi un milione di soci e oltre 5 milioni di clienti, distribuiti sulle 440 banche credito cooperativo. Il premio, ha poi voluto sottolineare, è un premio a ciascuna delle banche che costituiscono il sistema, non ad una persona.
Il premio arriva in un momento molto critico per l’economia reale. Se le Bcc hanno evitato la prima fase della crisi, quella finanziaria causata dalla grande bolla dei derivati, non sono al riparo invece dalla fase due. Gli impieghi danno i primi segnali di sofferenza. Piccole e medie imprese vedono in caduta gli ordini, mentre i pagamenti hanno tempi sempre più lunghi. Il sistema Bcc, proprio per aver evitato la prima fase della crisi, ora ha più risorse per affrontare questa seconda fase: risorse che permettono una maggiore tolleranza davanti ai casi sempre più frequenti di credito insoluto.
È in questa prospettiva il protocollo firmato mercoledì 18 al ministero del Sviluppo economico con le tre associazioni delle imprese artigiane (Confartigianato, Cna e Casartigiani). Il protocollo introduce ulteriori elementi di flessibilità nel rapporto banca – impresa, a sostenere gli investimenti produttivi: prevede, sulla base di accordi locale, anche la sospensione totale o parziale della rata di riomborso per un periodo dai 12 ai 18 mesi.
«Le Bcc», precisa Azzi, «in questo modo confermano la loro tradizionale vocazione anticiclica e la vicinanza ad un settore che sentono particolarmente prossimo». Per Azzi «le Bcc sono orgogliose di non aver ridotto il credito alle imprese ed alle famiglie, come testimoniano gli ultimi dati che certificano, al dicembre 2008, un livello degli impieghi cresciuto del 12% su base annua, con un ammontare di oltre 118 miliardi di euro. In particolare gli impieghi delle Bcc alle imprese artigiane rappresentano il 21,8% dei crediti al settore dell’intero sistema bancario».


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