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G8. Marelli: «Agricoltura familiare, unico investimento sensato»

La preoccupazione della Focsiv: è imprescindibile che i 15 miliardi di dollari previsti per il piano pluriennale contro la fame siano addizionali e non sostitutivi dell’aiuto pubblico allo sviluppo.

di Redazione

Non poteva che suscitare grandi aspettive, l’annuncio dell’amministrazione americana di lanciare un piano pluriennale da 15 miliardi di dollari per lo sviluppo alimentare nei paesi poveri. L’accordo, ancora in fase di negoziato, dovrebbe essere siglato venerdì 10 luglio, l’ultimo giorno di lavori del summit, dai leader del G8 più, tra gli altri, Brasile, India, Cina, Messico, Sud Africa e Paesi africani.
Due giorni di tempo, quindi, per continuare a fare pressing affinché l’accordo si raggiunga e nel migliore modo possibile, ossia con l’impegno di tutti i grandi a fare anche la loro parte. «Si parla di cambiamento di prospettiva dalla logica delle donazioni al piano di investimenti pluriennali per combattere la povertà», commenta Sergio Marelli, «ma è fondamentale che tali somme vengano utilizzate per finanziare l’agricoltura familiare dei paesi poveri, l’unica che si è dimostrata in grado di alimentare la popolazione, senza ricorrere a modelli di agricoltura industriale e all’impiego di organismi geneticamente modificati». Questo, secondo il direttore generale della Focsiv, «l’unico investimento da prendere in considerazione».
Con un nota bene. «È imprescindibile che tali somme siano addizionali all’aiuto pubblico allo sviluppo», sottolinea manifestando una certa perplessità per la proposta di affidare la gestione di tale somma alla Banca Mondiale. «Brucia ancora il ricordo dei piani di aggiustamento strutturale, e sono molto più competenti e idonee le agenzie specializzate delle Nazioni Unite il cui obiettivo è proprio lavorare per il raggiungimento della sicurezza alimentare».


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