Attivismo civico & Terzo settore

G8. Focsiv: il G14 non rappresenta gli interessi dei Paesi poveri

Oggi si apre il confronto fra i Paesi del G8 e le economie emergenti. La posizione della Focsiv.

di Redazione

«Il confronto con i sei Paesi emergenti che si terrà oggi al Vertice de L’Aquila sulle posizioni e gli obiettivi che gli Otto hanno assunto ieri in materia di clima, di sviluppo e Africa, di economia globale, non può essere assunta come consultazione dei Paesi più poveri». E’ quanto dichiara il Direttore Generale  della FOCSIV Sergio Marelli, il secondo giorno dei lavori di questo G8 sotto la Presidenza italiana.

«Da tempo, infatti, questi Paesi emergenti, sino a qualche anno fa portavoce e paladini degli interessi delle economie povere, sono ormai passati dall’altra parte della barricata» afferma Marelli. «Protezionismo, difesa dei propri interessi commerciali, penetrazione economica, utilizzo di politiche espansionistiche e crescenti divaricazioni nella distribuzione dei redditi all’interno delle loro economie nazionali sono divenute caratteristiche che li accomunano alle pratiche da sempre utilizzate dai Paesi del G8».

Nel comunicato della Focsiv si si sottolinea che «sebbene il leader cinese abbia dovuto abbandonare i lavori per rientrare in patria a “gestire” la repressione della minoranza etnico – religiosa degli Uiguri nella regione dello Xinjiang, il peso di questa potenza economica si farà sentire sulle questioni delicate del clima, dello sviluppo e della lotta ai paradisi fiscali».


«Non è ammissibile che un Paese come la Cina, che viola costantemente i diritti umani fondamentali all’interno delle proprie frontiere possa sedere al tavolo del G8 e condizionare le decisioni che riguardano il destino di miliardi di persone» afferma il direttore della FOCSIV. «A governi come i G8 che impongono condizionalità nell’erogazione degli Aiuti, chiediamo la coerenza di applicarle anche nel caso di una eclatante violazione in corso in questi giorni che ha già fatto più di 150 vittime, un migliaio di feriti e nessuno sa quante persone oggi arrestate e domani perseguitate e discriminate».


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