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Stefania, l’attivista molesta al seguito dei grandi

Diario di bordo di Stefania Donaera di Action Aid: «Ci prendono per noiosi idealisti»

di Redazione

di Stefania Donaera (in foto)

L’AQUILA – Il secondo giorno dei meeting internazionali è sempre il più difficile da superare. Passata l’adrenalina dell’arrivo, ancora troppo lontane le dichiarazioni definitive dei leader, ci si ingegna su come trascorrere la giornata. Consumati i pettegolezzi sui vestiti delle Signore e sullo snobismo di Carla Bruni che ha saltato la tappa romana per recarsi direttamente all’Aquila, addirittura – pare, perché le voci si susseguono ma nessuno può sostenere di averli visti in prima persona – in compagnia di George Clooney… E allora, cosa si può scrivere? Come si arriva a fine serata?

Certo, una parte significativa della giornata se ne va in spostamenti. Da Chieti, dove i giornalisti e la società civile sono alloggiati, alla caserma di Coppito , sede dei lavori e del centro media, sono quasi due ore. Due lunghissime ore da trascorrere in pullman, all’andata e al ritorno, per poi accasciarsi sui minuscoli letti ad una piazza delle stanza del Villaggio Mediterraneo, edificato in occasione degli omonimi Giochi, conclusisi proprio due giorni prima dell’inizio del G8, ma che è ancora in costruzione!!!

Anche il bar che offre consumazioni gratuite e il buffet di prodotti locali a chilometro zero, possono diventare quindi una occasione per far trascorrere il tempo piacevolmente. Il cibo è fresco e buono, anche se il menu è un po’ ripetitivo. Però il vino locale, Montepulciano e Trebbiano d’Abruzzo, va giù bene e garantisce un ulteriore ottundimento della coscienza, in attesa di una qualche dichiarazione minimamente significativa di un leader, di uno sherpa o anche del più junior dei delegati, basta che possa riempire la scaletta del servizio o del pezzo.

Noi delle ONG approfittiamo di questo momento di vuoto nelle notizie, per cercare di spingere l’attenzione sui temi della povertà e dell’emergenza alimentare, con alterni successi. Il più delle volte veniamo guardati come dei noiosi idealisti, ben intenzionati – per carità – ma sicuramente pedanti, saccenti e magari anche un po’ molesti. Se ci va bene riusciamo a riportare per un attimo un po’ di attenzione sui destini del mondo e dei più poveri tra i suoi abitanti, ma dopo aver spiegato alle redazioni le dinamiche dei processi decisionali e i brief supertecnici distribuiti dai G8, veniamo salutati con un sorriso e una pacca sulla spalla ma quasi mai citati, ci dobbiamo accontentare del ruolo prestigioso ma oscuro di ghost writer dei brillanti commenti dell‘inviato di turno. Pazienza… la visibilità è importante ma sicuramente più importante è che certi temi vengano trattati.

Ma in questo pomeriggio che volge al termine, il quesito che attanaglia la curiosità di tutti è: dove pianterà la sua tenda Gheddafi? Attendato volontario tra gli attendati coatti, il colonnello, presidente di turno dell’Unione Africana, sta per fare la sua entrata da star per partecipare alla giornata finale dei lavori, dedicata all’Africa.


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