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Aldrovandi, poliziotti che sbagliano

di Redazione

Millennio. Settimana dominata dal G8 dell’Aquila e dal tema proposto dal Papa ai Grandi della terra, anche attraverso la sua Enciclica. Si può, in tempo di crisi economica globale, non dimenticare i Paesi più poveri? A cominciare dall’Africa? Ce la faranno i Paesi più industrializzati a raggiungere l’Obiettivo del Millennio, che punta a dimezzare entro il 2015 le persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e di assicurare l’istruzione primaria a tutti i bambini del mondo? Detta così, anche la riunione dell’Aquila acquista fascino e merita di essere seguita. Altrimenti, torna a riaffiorare la domanda degli ultimi anni: che senso ha riunire fisicamente i capi di Stato e di governo, quando esistono forme e modi per realizzare efficientissime teleconferenze? Non è vagamente ottocentesco riproporre nel Duemila summit di questo tipo? Si spendono soldi, si crea disagio per la popolazione locale del Paese ospitante, si attirano manifestazioni e proteste almeno da dieci anni, con conseguenze spesso gravissime.
Addio. Si sono celebrati i funerali delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio. Le 15 bare sono state allineate sul campo dello stadio della città, lo Stadio dei Pini, davanti a più di 10mila persone. Rose bianche per tutte le vittime del 29 giugno e la domanda che lassù vedano la luce. Ha cantato Andrea Bocelli, era presente il Capo dello Stato, accolto da un grande applauso. Sette delle vittime erano marocchine e sono state riportate a casa.
Incubo. Sta diventando la grande paura delle donne della Capitale. C’è uno stupratore seriale che assalta le sue vittime sempre allo stesso modo, al loro ritorno all’interno dei garage, bloccando la chiusura automatica, la sera tardi o in piena notte. Gli inquirenti posseggono il Dna e sono sicuri che si tratti della stessa persona già responsabile di almeno altri sette episodi. Fra le sue tentate vittime, però, una poliziotta che sta dando un grande contributo alle indagini. Lui minaccia le donne con un coltello, mascherandosi con un sottocasco. Parla con un forte accento romanesco. Potrebbe commettere qualche errore, la prossima volta.
Condanna. Sono stati giudicati colpevoli i quattro poliziotti che hanno picchiato Federico Aldrovandi, il ragazzo morto a Ferrara nel settembre del 2005. La sentenza è di eccesso colposo in omicidio colposo. La pena è quasi simbolica: 3 anni e sei mesi. Ma il giudizio è chiaro. È stata resa dignità ad un ragazzo morto a 18 anni. Ed è ancora in piedi un’inchiesta su un tentativo di depistaggio da parte dei poliziotti. Che a questo punto dovrebbero cambiare lavoro.


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