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G8, due fallimenti e mezzo

Agricoltura, clima, finanza: tre esperti tirano le somme del summit

di Redazione

Solo la misura di 20 miliardi di dollari alle agricolture dei Paesi poveri è positiva. Con l’incognita Banca mondiale, che gestirà i fondi e che è tra i responsabili dell’attuale disastroI summit passano e non lasciano traccia. Verrebbe da ripetere questo ritornello anche dopo il G8 berlusconiano, organizzato nel contesto drammatico e spettacolare del terremoto abruzzese. È stato il primo G8 di Obama, e questo era un elemento di grande attesa. Probabilmente il risultato più importante, i 20 miliardi di euro per le agricolture dei Paesi in via di sviluppo sono frutto della sua pressione. «Parte della mia famiglia vive in un villaggio dove altri soffrono ancora la fame», ha detto il presidente Usa nella conferenza stampa finale. «È una cosa che capisco in termini molto personali». Sugli effetti reali che questa misura potrà avere, Vita Magazine ha chiesto un intervento a Sergio Marelli, portavoce della Coalizione italiana contro la povertà. Su altri temi come il clima e la democrazia finanziaria i risultati del vertice invece sono deludenti, come testimoniano due esperti cui Vita ha chiesto di stilare un bilancio: Maria Grazia Midulla, responsabile clima ed energia di WWF Italia, e Fabio Salviato, presidente di Banca Etica.
Tra i commenti segnaliamo anche quello di Giulio Albanese su Vita.it. Nel suo blog Africana, Albanese stigmatizza il comportamento del presidente americano. «I soldi da soli non bastano a costruire un nuovo ordine mondiale», scrive Albanese, «soprattutto in un tempo di crisi dei mercati. È necessaria una riforma del commercio, come auspicato dallo stesso Obama a L’Aquila, che comprenda una soluzione positiva dei negoziati del Doha Round. Prima di credere che Obama innescherà magicamente dei veri e propri cambiamenti, vorrei prendere le sue dichiarazioni con beneficio d’inventario. Voglio vedere alla prova dei fatti quello che farà per stabilire un sistema di scambio delle merci con l’Africa non solo “libero”, come chiedono a Wall Street, ma anche, e soprattutto, equo e solidale».


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