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Fine vita, ci risiamo

Il testamento biologico ancora al centro dei destini della politica italiana

di Sara De Carli

Per il quarto anno consecutivo, alla vigilia della ripresa dell’attività parlamentare la politica mette il testamento biologico in cima alla sua agenda, i politici scaldano i motori confrontandosi a distanza sulle pagine dei giornali, e a tutti sembra di capire che la legge (di cui si discute dal 1990) arriverà in una manciata di giorni.
Negli anni passati quello di fine agosto è stato un fuoco di paglia. E anche quest’anno, prima delle vacanze, i deputati non erano poi così pronti a stracciarsi le vesti sul tema, visto che in commissione Affari sociali, dove sono in discussione gli 11 progetti di legge depositati in merito, a fine luglio il relatore Domenico Di Virgilio ha rampognato i suoi colleghi per la loro «scarsa partecipazione al dibattito» e il presidente Giuseppe Palumbo ha minacciato di chiudere l’esame preliminare del provvedimento perché gli iscritti a parlare poi non si presentavano. Vero è che ora la cornice è diversa: oltre al testo approvato dal Senato (la discussa legge Calabrò, approvata sull’onda della vicenda Englaro, che esclude la possibilità di rinunciare ad alimentazione e idratazione artificiali) c’è ora il desiderio, per il governo, di ricucire (o quantomeno rinsaldare) i rapporti con la Chiesa dopo il caso Boffo. Quindi ci sono davvero alte probabilità che questa volta le cose vadano diversamente e che il centrodestra riesca a portare a casa la sua legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento.
Il risultato non sarà così scontato. Chiuso l’esame preliminare, Di Virgilio dovrà presentare un testo base per la discussione e – nel clima infuocato che aveva accompagnato l’apertura dei lavori – l’opposizione ha già annunciato che il dialogo sarà possibile solo se «la maggioranza accetterà di procedere all’elaborazione di un nuovo testo unificato, invece di adottare come testo base il progetto di legge trasmesso dal Senato». Molti segnali di distensione stanno però circolando, a cominciare dal fatto che, prima della pausa estiva, Livia Turco ha riconosciuto alla presidenza di «aver creato le condizioni di un confronto costruttivo e sereno». Lo stesso Palumbo ha accennato, durante l’estate, ad alcuni dubbi di incostituzionalità circa la legge Calabrò e alla necessità di tener conto di elementi successivi, come il documento di Terni elaborato dalla Fnomceo – Federazione nazionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri. La riapertura dei lavori, il 15 settembre, potrebbe riservare qualche sorpresa.
Tra le novità, gli emendamenti al testo Calabrò che Eugenio Mazzarella (Pd) presenterà a breve alla commissione Affari sociali: sottoscritti da 17 deputati di entrambe le parti (9 del Pd, 6 del PdL), a cominciare dall’ariete di Fini, Fabio Granata (PdL), piacciono anche ai cattolici, tra cui Santo Versace e il leader dei cattolico-sociali, Mimmo Lucà.


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