Welfare & Lavoro

Lo psicologo riceve (gratis) in farmacia

Dal 10 ottobre Milano implementa lo "Psicologo di quartiere", un progetto sperimentale di prevenzione del disagio psichico

di Sara De Carli

Dopo la sperimentazione in due farmacie della città, dal 10 ottobre (giornata della salute mentale) lo Psicologo di quartiere sarà presente in altre 22 farmacie milanesi. In alcuni casi, lo psicologo parlerà anche in inglese, spagnolo e francese. Lo ha annunciato oggi l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna illustrando la seconda fase di un progetto che vede impegnata l’Università Cattolica, attraverso il Laboratorio di Psicologia clinica, e che coinvolge, oltre a AFM, anche Federfarma e l’Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Il progetto dello psicologo di quartiere è stato avviato il 9 febbraio in due farmacie della città e ha la finalità di accogliere il disagio psichico delle persone, alleggerire di “richieste non appropriate” il servizio sanitario pubblico (con conseguente risparmio per le strutture socio-sanitarie), offrire a persone di tutte le fasce di reddito, a cominciare dai quartieri periferici della città, la possibilità di una consulenza psicologica gratuita di base per la soluzione di un problema o l’eventuale invio ai servizi specialistici del territorio. 

I risultati? Prevenzione psicologica, individuare disturbi subclinici o psicopatologici per i quali solitamente non viene richiesto aiuto, offrire una prima consulenza al disagio psicologico, di supporto a problemi familiari (coppia e famiglia) e interventi di sostegno alla genitorialità. L’accesso al servizio avviene in maniera spontanea o su invito dei farmacisti, del medico di base, degli amministratori di condominio, dei custodi sociali.

La sperimentazione

Nelle farmacie di via Pieri-Padova (zona Crescenzago) e di viale Famagosta (zona Barona) gli psicologi hanno lavorato dal 9 febbraio al 30 giugno, per alcune ore settimanali. La loro attività è stata supervisionata dagli psicologi Enrico Molinari, Edoardo Lozza e Gianluca Castelnuovo del Laboratorio dell’Università Cattolica.

In circa 5 mesi si sono rivolte al servizio 158 persone per un totale di 516 visite, con una media di 3,2 incontri per persona. Gli utenti sono stati in gran parte donne (82% in via Famagosta e 68% in via Padova), con un’età media di 51 anni. Nel 10% dei casi si è trattato di stranieri, per lo più donne di origine ispanica.
I motivi che hanno spinto gli utenti ad avvicinarsi al servizio sono stati principalmente la depressione e i disturbi dell’umore (39%); disturbi d’ansia, fobie e attacchi di panico (29%); problematiche familiari, maltrattamenti (27%); problemi di coppia; in ambito lavorativo-occupazionale; disturbi ossessivo-compulsivi; disturbi di area psicotica; disturbi del comportamento alimentare; alcolismo. La problematica è stata risolta in 78 casi. Mentre in 27 c’è stato un rinvio al CPS (Centro Psico Sociale); in 26 a Consultori familiari; in 12 agli ospedali; in 6 a specialisti (psicoterapeuti, psichiatri, ecc.); in 5 a centri per le donne maltrattate e in 4 al NOA (Nucleo Operativo Alcoologia).

“Questi dati – osserva Landi – sono particolarmente significativi e ci danno un’idea di quanto bisogno ci sia di sostegno psicologico. Questo progetto ha proprio il compito di intercettare le fragilità e di aiutare la gente a trovare risposte adeguate a recuperare l’equilibrio interiore. Il servizio risulta gradito ai cittadini. Grazie alla disponibilità di AFM, la prima fase di sperimentazione si è conclusa con successo”. Altri Comuni hanno già avanzato la richiesta di un intervento analogo a quello milenese.

“La farmacia è una struttura sanitaria territoriale con moltissime potenzialità. Le farmacie sono vicine al territorio non solo nella dispensazione del farmaco ma anche nel disagio sociale”, ha detto Annarosa Racca, presidente Associazione Titolari di Farmacia di Milano e presidente Federfarma. L’onere economico del progetto è assunto dalle farmacie che liberamente aderiscono al progetto e offrono questo servizio aggiuntivo ai propri clienti.


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