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Attivismo civico & Terzo settore

Al semaforo il disabile ingrana la quarta

Poca attenzione a stop e tassi alcolici

di Francesco Dente

Le “patenti speciali” si attengono più degli altri ai limiti di velocità, all’utilizzo delle cinture di sicurezza e al divieto d’uso del cellulare. Ma spesso scappano in caso di incidente e parcheggiano in sosta vietata Rispettano meno lo stop e il rosso, violano più spesso le norme sulla precedenza ai veicoli e ai pedoni, sostano negli spazi riservati agli autobus, agli invalidi o davanti alle rampe in misura uguale alle persone non disabili. Guidano, soprattutto, in stato di ebbrezza in numero quasi doppio rispetto a chi ha la patente normale. Non è un quadro molto rassicurante quello che emerge dall’analisi dei dati (inediti) delle infrazioni e dei punti sottratti ai 445mila titolari delle patenti speciali forniti a Vita dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Preoccupante, anzi, se si considerano proprio le violazioni commesse da chi si mette al volante con qualche bicchiere di troppo. Una trasgressione, ricordiamo, che l’articolo 186 del Codice della strada punisce con la decurtazione di 10 punti e la sospensione della patente. Nel quadriennio 2005-2008 si registrano in media 6,7 infrazioni ogni 10mila patenti normali contro 11,5 fra quelle speciali. Dati per fortuna in calo. I verbali sulla guida in stato di ebbrezza sono scesi di due terzi nello stesso periodo sia per le normali che le speciali passando, per queste ultime, da 707 nel 2005 a 202 nel 2008. Merito della patente a punti che induce a comportamenti più virtuosi? Oppure si sono soltanto ridotti i controlli? Nonostante il calo, tuttavia, il rapporto resta immutato. Le persone con disabilità (motoria, visiva, uditiva ecc) “beccate” con un tasso alcolico più alto continuano a sfiorare il doppio dei normodotati. Numeri che sollevano interrogativi sugli stili di vita soprattutto dei giovani titolari di patenti speciali. I controlli sull’alcol sono effettuati, infatti, di notte nei fine settimana.
Altri dati inattesi sono l’inosservanza dell’obbligo di precedenza ai pedoni (art. 191), che registra in proporzione valori doppi rispetto a quelli rilevati nelle patenti normali; la mancata precedenza ai veicoli e il mancato rispetto dello stop (art. 145) segnano invece solo numeri leggermente più alti per le persone con disabilità. Stessa musica per il passaggio col rosso e il mancato rispetto della segnaletica (art. 146). Secondo Antonio Ridolfi, coordinatore dei Centri di mobilità Fiat, questi ultimi dati potrebbero essere messi in relazione con una minor prontezza di riflessi. «Gli ipovedenti, ad esempio, possono aver difficoltà nel vedere i semafori», spiega Ridolfi, componente anche della Commissione per la revisione del Codice. Le infrazioni più frequenti (i grandi numeri cioè) commesse dai titolari sia di patenti speciali che normali sono invece: il superamento dei limiti di velocità, il rosso, la guida senza cinture o col telefonino. Se si esclude il passaggio col rosso, in questi altri casi i valori delle speciali sono più bassi. «Le persone disabili», dice il giornalista disabile Franco Bomprezzi, «corrono meno o evitano di parlare al cellulare perché sanno che l’auto modificata è preziosa e se si rompe serve molto tempo per rimetterla a posto».
Infine, altri due dati di difficile lettura. Gli automobilisti con patente speciale, in proporzione, fuggono più dei “normali” in caso di incidente (art. 189) e violano nella stessa misura l’articolo 158 che sanziona con due punti la sosta nella corsia per i bus, in posti riservati agli invalidi o dinanzi alle rampe. Difficile immaginare che si fermino davanti agli scivoli. Potrebbe essere, semmai, la spia della mancanza di posti auto per disabili. Se non ci sono o sono occupati si parcheggia, insomma, al posto del bus.


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