Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Solidarietà & Volontariato

In 1500 ancora in tendopoli

A sette mesi dal sisma ancora aperti ancora 30 campi

di Lorenzo Alvaro

A sette mesi dal terremoto dei 171 campi attivi nella fase più acuta dell’emergenza, ne restano aperti ancora 30. In totale sono 1447 le persone ancora ospitate nei campi, mentre sono 21400 quelle ospitate tra alberghi, caserma della Guardia di Finanza e abitazioni private.
«La situazione è rimasta stabile, siamo più o meno al punto del 6 ottobre» spiega Luciano Dematteis responsabile protezione civile di Anpas, «Siamo in fase di smantellamento, ma non si può non tenere conto di quegli ospiti dei campi che non vogliono andarsene. In ogni caso il nostro impegno, quello del volontariato è diminuito. Non facciamo più il servizio di cucina ma c’è un catering esterno e lo stesso vale per le pulizie. Proprio oggi c’è stata la Consulta è ci hanno dato come termine il 30 novembre, ma è già la terza data definitiva che ci viene comunicata». Effettivamente la prima data diramata dalla Protezione Civile per lo smantellamento dei campi era il 30 settembre poi slittata al 31 ottobre.
«La vicenda è legata alla volontà delle persone. Abbiamo in tutto 1200 persone che non vogliono spostarsi», puntualizza Luca Spoletini portavoce della Protezione Civile, «I motivi sono due. Alcuni non vogliono affrontare il disagio dei trasbordi dovuti alla delocalizzazione. In nessun caso però le distanze superano l’ora e mezza di viaggio. Altri invece semplicemente attendono la data in cui riceveranno la casa, dunque preferiscono fare ancora qualche giorno di sacrificio». Il 90 per cento, 167 appartamenti, delle case sarà consegnata entro il 31 dicembre, gli ultimi 20 a metà gennaio. Il rischio dunque è che la data slitti di nuovo. «Non possiamo usare la forza pubblica. Possiamo solo cercare di persuadere i cittadini a lasciare gli accampamenti. Non possiamo spendere i soldi pubblici in modo ingiustificato» aggiunge Spoletini. Fortunatamente la temperatura all’Aquila, è stata mite. Insolitamente si è attestata tra i 6 e i 7 gradi con soli due giorni a zero.     
Facendo duenque una fotografia della situazione risulta che i C.o.m (centri operativi misti) di Navelli, Sulmona e Montorio al Vomano hanno chiuso lo scorso 31 ottobre, dopo aver gestito in questi mesi insieme agli altri cinque C.o.m. Oltre 4500 aquilani hanno trovato ospitalità in una delle soluzione abitative provvisorie proposte dalla Protezione Civile, in accordo con gli enti locali. Sono infatti 3900 le persone che vivono nei complessi simicamente isolati del progetto C.a.s.e. In totale, sono stati consegnati ai cittadini 55 edifici. Sono invece 480 le persone con la casa distrutta o gravemente danneggiata che abitano nei Moduli Abitativi Provvisori (M.a.p.). La maggior parte vive in uno dei 94 appartamenti nel nuovo villaggio di Onna. Per rispondere alle esigenze abitative degli aquilani è stata estesa la soluzione dei moduli abitativi provvisori anche alle frazioni dell’Aquila e al comune di Lucoli, dove verranno costruiti in totale 1112 nuovi moduli. L’assegnazione degli alloggi seguirà le stesse modalità applicate per le abitazioni C.a.s.e.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA