Cooperazione & Relazioni internazionali
Espulsa attivista italiana di greenpeace
Metodi da regime militare e false accuse contro Chiara Campione e un giornalista dell'Espresso
di Redazione
Anche se formalmente non viene loro contestato alcun addebito, Chiara Campione, responsabile della Campagna foreste di Greenpeace Italia, Raimondo Bultrini, giornalista de “L’Espresso” e altri attivisti, dopo essere stati trattenuti dalla polizia per quasi 24 ore, sono stati portati alla stazione di polizia per l’immigrazione di Pekanbaru per essere espulsi per attività illegali.
“La polizia indonesiana ci accusa di attività illegali che non abbiamo mai commesso e ci chiede di firmare dichiarazioni false” denuncia Chiara Campione.
Con metodi da regime militare, la polizia indonesiana ha impedito all’attivista italiana, a due giornalisti e un altro attivista di Greenpeace, di raggiungere il Campo di resistenza forestale nella penisola di Kampar a Sumatra, dove è in atto una protesta contro la deforestazione. A causa della deforestazione per la produzione di olio di palma l’Indonesia è il terzo più grande emettitore di CO2 dopo Cina e USA.
“L’obiettivo è semplice. Fermare chi protesta contro la distruzione delle foreste – commenta Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia. – Abbiamo svelato quali sono le multinazionali, come la APRIL, che stanno distruggendo le preziose torbiere indonesiane. Ma la polizia vuole fermarci. L’azione della polizia è chiaramente mirata a scoraggiare il viaggio degli attivisti e dei giornalisti verso il nostro Campo”.
Appello a Frattini
“Prendiamo atto“ ha detto Onufrio “che l’Ambasciata italiana è stata totalmente incapace di intervenire in un contesto di grave violazione dei diritti civili. Chiara, il giornalista Bultrini e gli altri attivisti sono stati bloccati e in modo illegale.”
Greenpeace chiede adesso al Ministro degli Esteri Frattini di convocare per chiarimenti l’Ambasciatore dell’Indonesia in Italia, Mohamad Oemar.