Solidarietà & Volontariato

Lilliput si fa piccolo ma non s’arrende

La rete compie dieci anni, tra crisi e progetti di trasformazione

di Gabriella Meroni

Il 9 e 10 maggio 2009 la rete Lilliput si ritrovò a Firenze per un’assemblea in occasione del decennale di fondazione. Abbiamo provato a capire dove avrebbe portato questa fase di transizione (dal numero 19 di Vita magazine)

L’idea era geniale, il nome pure: Lilliput, il popolo dei nanetti sbucati da chissà dove che riesce, mettendosi insieme, ad avere ragione del gigante Gulliver, imbrigliandolo in una rete che lo rende inoffensivo. Era questo l’ideale di rete Lilliput, nata esattamente dieci anni fa alla vigilia dei movimenti no global di Seattle, e scesa in piazza con tutta la sua potenza popolare al G8 di Genova, quando con un felice passaparola riuscì a far dipingere di bianco migliaia di mani che si alzarono in corteo contro la violenza di quei giorni. ?Di lì in poi, non ci fu quasi evento, appuntamento o manifestazione pacifista e “dell’altro mondo è possibile” che non vedesse Lilliput in prima fila.

Inafferrabile – non ha mai avuto una struttura, un presidente, una sede – eppure influente, per anni ha dettato l’agenda dei no global di casa nostra. Poi, più o meno dal 2006, quando si svolse l’ultima assemblea nazionale, un lento declino. Nei numeri, soprattutto: dei 70 nodi del 2002 oggi se ne contano 39, di cui pochi davvero attivi. Nella visibilità: sul sito le “azioni urgenti” che invitano alla mobilitazione sono una nel 2008 (per Locri) e una nel 2009 (per Gaza). Negli aderenti: delle 700 associazioni dei tempi d’oro, oggi se ne contano appena 6. ?Non c’è da stupirsi che lo scorso 9 e 10 maggio, all’ultima assemblea nazionale di Firenze, il tema fosse: ha ancora senso una rete Lilliput?

«La risposta è sì», scandisce Anna Fazzi, responsabile del nodo di Milano, che a Firenze c’era con altri 50 delegati, tra cui Alex Zanotelli. «L’esperienza di rete Lilliput non si è esaurita, anzi attrae ancora, anche grazie all’autorevolezza che si è guadagnata sul campo. Certo, un ciclo si è chiuso, la fase dei soli nodi come l’abbiamo conosciuta finora è superata, anche perché la partecipazione è oggettivamente scesa. Ma Lilliput non è morta, anzi. Si è appena aperta una fase di transizione molto stimolante». PER CONTINUARE A LEGGERE clicca qui


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA