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Economia & Impresa sociale 

Oltre un milione di soci

Più 78% in dieci anni. I dati annunciata all'assemblea di Federcasse

di Redazione

«È quindi un tempo di scelte. Da non sprecare anche per il Credito Cooperativo che in questi anni è sensibilmente cresciuto, conquistando nuove quote di mercato, acquisendo nuovi segmenti di clientela ed accreditandosi sempre di più come interlocutore essenziale dello sviluppo delle economie locali ed ottenendo, come sistema, inediti riscontri ed una rinnovata visibilità». Così il presidente delle BCC Alessandro Azzi ha spiegato il titolo dell’assemblea di Federcasse 2009, che si è tenutaa Roma. All’assemblea, aperta dalla relazione di Azzi, hanno partecipato il vice direttore generale della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola, il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini e Luigi Marino, il presidente di Confcooperative. «Nei cento anni di laborioso lavoro, Federcasse e le BCC hanno esercitato efficacemente la propria funzione» ha detto Luigi Marino nel suo saluto. «La cooperazione di credito oggi si presenta come un’importante architettura di sistema che sarebbe inaccessibile a una piccola banca solitaria. È stato possibile grazie allo sviluppo di una solida rete. Traguardi raggiunti rispettando i principi essenziali, non negoziabili, della cooperazione. Tra questi, innanzitutto, il rispetto dell’autonomia della singola BCC o Cassa Rurale. Valore che caratterizzerà l’impegno per il futuro».

I dati. Ecco il bilancio dell’attività di un anno, dalla relazione di Alessandro Azzi. «Nell’ultimo anno, forti della capillare diffusione sul territorio, le BCC hanno consolidato la propria posizione sul versante dell’intermediazione tradizionale. La quota di mercato relativa agli impieghi nell’ultimo decennio è aumentata di 2,6 punti percentuali, quella relativa alla raccolta di più di 2. Particolarmente rilevante», ha proseguito il Presidente, «risulta l’espansione dell’attività di finanziamento: nel corso del decennio, i finanziamenti erogati dalle BCC hanno registrato un tasso di crescita del 214%, più del doppio rispetto al resto del sistema bancario. La base sociale è cresciuta in maniera molto significativa: nel 1999 i soci delle nostre banche erano 557.000. A giugno 2009 ammontavano a 989.000, con un incremento del 78% nel decennio. È ragionevole ritenere che nel secondo semestre 2009 si sia raggiunto il simbolico traguardo del milione di soci».

Le realizzazioni di sistema. «Il rapporto di clientela nello stile di reciproca convenienze; la partnership con le imprese, per sostenere la crescita e l’internazionalizzazione; una cooperazione capace di parlare ai giovani; il rafforzamento della rete di sistema», ha detto Azzi. Sono queste le linee programmatiche seguite nell’ultimo periodo dal Credito Cooperativo, sulle quali sono statie avviate precise iniziative di sistema.  Particolarmente significativo il percorso di rafforzamento della rete. «Rientra in questo ambito – da detto Azzi – la costituzione del Fondo di Garanzia Istituzionale (FGI)  – ovvero di una rete di sicurezza interna nell’ambito di uno schema istituzionale coerente con la Direttiva Basilea 2».

La banca del Mezzogiorno. Parlando del progetto di Banca del Mezzogiorno, Azzi ha detto: «Non è un caso allora che il Governo abbia chiamato il Credito Cooperativo ad essere partner di un progetto che ha rilevanza per l’intero Paese». «Ci pare significativo»,  ha aggiunto, «che immaginando un’azione di rilancio dell’attività bancaria a favore delle PMI al sud ci si sia orientati verso un modello di sviluppo imperniato su intermediari “del territorio” e “delle comunità”. Non semplicemente “nel” territorio e “nelle” comunità». «La Banca del Mezzogiorno non dovrà, e non potrà, ricalcare esperienze del passato del tutto superate e improponibili nell’attuale scenario concorrenziale, interno ed esterno al Paese. In secondo luogo, non sembra realizzabile un’iniziativa che duplichi sic et simpliciter la presenza delle molte banche già operanti nel Meridione».


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