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Movimento per la vita: evidente il contrasto con la 194

Così il presidente di Mpv commenta l'introduzione dell'aborto farmacologico

di Redazione

 «Sulla vicenda dell’Ru486 preferisco parlare come giurista più che come presidente del Movimento per la vita» afferma Carlo Casini. «È ovvio che l’aborto consiste nel procedimento che porta alla uccisione del concepito e si conclude con la sua espulsione dal seno materno e la legge 194 prevede inderogabilmente il ricovero ospedaliero per l’intero procedimento. E’ altrettanto chiaro che allo stato attuale della legislazione sanitaria è possibile che la donna dopo la somministrazione della Ru486 firmi ed ottenga di essere dimessa dall’ospedale prima della conclusione del processo. Il contrasto con la legge 194 è evidente. Di conseguenza il medico che si accordasse preventivamente con la donna modulando il protocollo in modo da dimetterla dall’ospedale prima dell’espulsione del corpicino del concepito incorrerebbe nel reato di cui all’art.19 della legge 194.
Se poi risultasse frequente e sistematico l’uso di dimettere le donne dal nosocomio dopo l’assunzione della pillola, inevitabilmente qualcosa dovrà essere modificato sul piano legislativo: o la legge 194 o le disposizioni che permettono l’uso della Ru486.
Se si dovesse pervenire ad una modifica della 194, e qui torno a parlare da presidente del Movimento per la vita – conclude Casini – sapremo bene cosa chiedere per evitare il protrarsi di una interpretazione che, lungi dalla lettera della legge, ha finora permesso l’aborto come mezzo di controllo delle nascite.


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