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Cooperazione & Relazioni internazionali

Un nobel per il clima

WWF e Greenpeace: «Da Obama ci aspettiamo una svolta»

di Redazione

WWF e Greenpeace si congratulano con il presidente Obama per il premio nobel. E si augurano che sia uno sprone ad agire a Copenhagen per raggiungere un accordo storico sul clima  «Siamo stati felici di sentirlo affermare senza mezzi termini nel suo discorso per il ritiro del premio, che un’azione rapida e risoluta contro il cambiamento climatico è fondamentale per costruire una pace giusta e duratura», ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.

«La prima opportunità che Obama ha per agire in questo senso arriverà già la settimana prossima, quando tornerà in Scandinavia per affermare a Copenaghen la propria leadership nella lotta contro il cambiamento climatico – continua Midulla, del WWF Italia – I disordini climatici scateneranno gravissimi impatti sociali nelle aree di tutto il mondo già predisposte al conflitto, quando l’innalzamento del livello dei mari, la scarsità di cibo e acqua e altri impatti costringeranno le persone ad abbandonare le proprie case e le proprie regioni. Ora il mondo aspetta la garanzia che gli Stati Uniti aiuteranno a raggiungere un accordo legalmente vincolante a Copenaghen e a perfezionare tale accordo con una propria legislazione nazionale sul clima entro metà del prossimo anno», conclude Mariagrazia Midulla.

Anche Greenpeace, per le strade di Oslo, nell’aeroporto e nel porto della città – dove è all’ancora la nave Rainbow Warrior di Greenpeace – l’associazione ha chiesto a Obama una leadership forte per fermare i cambiamenti climatici, con striscioni e poster con scritto “LO HAI VINTO, ORA MERITATELO” (YOU WON IT, NOW EARN IT).

“I cambiamenti climatici sono una delle più gravi minacce alla pace nel mondo” afferma Kumi Naidoo, Direttore Esecutivo di Greenpeace International “Chiediamo al Presidente Obama di agire adesso per salvarci da cambiamenti climatici catastrofici. Obama ha vinto il nobel anche per il suo approccio al problema del clima, ma ora ha il dovere di andare a Copenhagen e meritarselo”.

Ad oggi – sottolinea Greenpeace –  gli Stati Uniti hanno proposto un impegno di ridurre le emissioni di appena il 4% rispetto al 1990. Questa offerta è troppo debole per recepire la richiesta di riduzione del 25-40% dell’IPCC, l’organismo scientifico delle Nazioni Unite che ha vinto il Nobel nel 2007. “Abbiamo la tecnologia, le risorse economiche e l’imperativo morale di agire ora. Manca solo la volontà politica” continua Naidoo. “Obama ha spesso usato lo slogan ‘Yes We Can’. Ora lo slogan dovrebbe essere ‘Yes We Can and We Must’, signor Presidente”.

Greenpeace chiede che al Summit di Copenhagen sia raggiunto un accordo storico legalmente vincolante che includa:
– per i Paesi industrializzati un taglio del 40% delle emissioni di gas serra al 2020 rispetto al 1990;
– 140 miliardi di dollari l’anno dai Paesi industrializzati ai Paesi in via di sviluppo per fronteggiare i cambiamenti del clima, per ridurre le emissioni di gas serra e per fermare la deforestazione;
– fermare del tutto la deforestazione delle aree tropicali entro il 2020;
– per i Paesi in via di sviluppo la riduzione della crescita delle emissioni del 15-30% rispetto alle previsioni al 2020, con l’aiuto dei paesi industrializzati.

   http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/briefings-copenhagen


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