Famiglia & Minori

La commissione adozioni rimane senza mamma e papà

L'uscita polemica di "Genitori si diventa" dalla Cai

di Sara De Carli

L’associazione di famiglie ritira il suo rappresentante: troppe decisioni importanti non passano dalla plenaria. Ma poi chiede a Giovanardi di rientrare sotto una nuova veste. Uno scontro da cui tutti prendono le distanze
I toni sono durissimi. Genitori si diventa lascia la Commissione per le adozioni internazionali perché ritiene che essa concepisca l’adozione come «una transazione tra adulti, sulle spalle dei minori». Per questo motivo l’associazione chiede che Michele Augurio, il tecnico da lei nominato due anni fa, quando entrò in vigore il nuovo regolamento della Cai, sia tolto dalla commissione (il quale non commenta, dice solo che «con piacere o con rammarico prendo atto della decisione dell’associazione»).
«Siamo entrati per portare dentro alla Cai la voce delle famiglie, usciamo dopo aver preso atto del fatto che dentro questa Cai le famiglie non hanno voce», dice Antonio Fatigati, presidente di Gsd, lamentando pure un certo isolamento rispetto agli altri due membri nominati da associazioni familiari, tanto da anticiparci la richiesta di azzerare le tre nomine: al loro posto vorrebbe tre rappresentanti indicati dal nascente coordinamento delle associazioni familiari promosso dalla stessa Gsd e da GenitoriChe, che ha già raccolto una quindicina di associazioni.
Sotto accusa c’è innanzitutto il modus operandi della commissione, che non ha discusso in plenaria, prima di dare il suo placet, temi importanti come la realizzazione di un reality sull’adozione (sarà trasmesso a gennaio da La7, con il coinvolgimento di uno storico ente autorizzato). O come l’adesione a una visione dell’adozione come metodo di prevenzione degli aborti, concezione importata dagli Stati Uniti attraverso l’autorizzazione di AiBi ad operare in quel Paese e l’avvio di un progetto da un milione di euro per informare le donne sulla possibilità di dare in adozione il figlio indesiderato, che nel 2010 vedrà protagonisti AiBi, Movimento per la vita e Associazione Papa Giovanni XXIII. Ma le parole più pesanti vanno contro gli eventi organizzati durante le visite delle delegazioni di Federazione Russa, Cambogia e Vietnam, in cui le famiglie adottive sono state invitate a “esibire i figli”: «diplomazia di bassa lega», per Fatigati.
Dure anche le reazioni. Carlo Giovanardi, presidente della Cai, dichiara «squallida e vergognosa la polemica su questi eventi», poiché «i governi hanno diritto di verificare come sono trattati i bambini». Marco Griffini, presidente di AiBi, si stupisce poiché «dare al bambino il diritto di nascere è una battaglia che tutti gli enti a favore dell’infanzia dovrebbero condividere». Mentre Andrea Speciale, uno degli altri due membri nominati delle associazioni familiari, ammette che «c’è un problema di presenza e di rapporti, probabilmente è utile verificare la funzione di ciascuno e bisognerebbe precisare i temi su cui la commissione deve esprimersi collegialmente, ma nulla che non potesse essere risolto senza uscire dalla Cai».


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