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modello eas, clamoroso successo e qualche dubbio

Caf e Csv hanno inoltrato solo 27mila documenti, per i commercialisti la norma «era poco nota». E se si vanno a vedere i dati delle Entrate...

di Redazione

Si è chiusa con un bilancio straordinariamente positivo la stagione degli invii del modello Eas, il questionario con cui le associazioni non profit italiane sono state sottoposte a 38 domande su attività, entrate, beni e personale.
Un risultato sorprendente, perché il 15 dicembre 2009 – termine per l’invio – si erano messe in regola appena 45mila associazioni; cedendo alle richieste del non profit, il 16 le Entrate hanno deciso una proroga al 31 dicembre, e in quei 15 giorni natalizi è avvenuto il ribaltone. A gennaio, infatti, le Entrate hanno fatto sapere di aver ricevuto 221mila moduli. In due settimane dunque quasi 180mila associazioni si sono rivolte al commercialista o al Caf o ai Csv e si sono affrettate a inviare il documento. Possibile? «Certo», risponde il presidente dell’Agenzia per le onlus, Stefano Zamagni, «perché il non profit è irrazionale, imprevedibile».
Senza ovviamente dubitare della veridicità dei dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate, Vita ha interpellato Caf e commercialisti, visto che il modello poteva essere inoltrato solo per via telematica da un intermediario abilitato, o anche dalle associazioni, ma attraverso una procedura non facile che comporta l’assegnazione di un codice Pin e l’installazione di un software fiscale, e richiede competenze informatiche medio-alte. Ebbene, al 31 dicembre i Caf Acli avevano inviato 11mila modelli, quelli della Cisl 4.800, i Caf Uil 2.850 e quelli di Mcl 3.695; se si aggiungono anche i dati dei Csv si arriva a quasi 27.500. Numeri bassi. Ma – si obietterà – ci sono anche i commercialisti: il dottor Nicola Mavellia, consigliere dell’Ordine dei Dottori commercialisti di Milano delegato agli enti non profit, è convinto però che «non tutte le associazioni erano informate di questo adempimento, che era un’assoluta novità; credo quindi che molti enti, forse un terzo o poco meno, non abbia fatto in tempo ad adempiere».
Vita ha condotto poi un mini sondaggio tra 50 associazioni tenute all’invio dell’Eas e registrate su vita.it, dal quale è emerso che l’80% ha inviato il modulo (il 20%, per varie ragioni, no), ma solo il 10% dal 15 al 31 dicembre. Infine, Carlo Mazzini sul suo blog www.quinonprofit.it ha pubblicato i dati dell’Agenzia delle Entrate (accessibili solo agli intermediari abilitati) relativi ai documenti e modelli ricevuti nel corso del 2009: l’Eas non è citato, ma alla voce «altro» (atti diversi da Unico, 730, 770, Irap ecc.) sono catalogati oltre 315mila documenti. Saranno gli Eas? No, risponde Mazzini, perché la stessa voce «altro» per l’anno 2008 riporta numeri simili, anzi, a dire il vero superiori (370mila). Dove sono dunque i 221mila moduli delle associazioni italiane? Si attendono chiarimenti.


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