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Così si motivano i donatori

Parla Adriano Propersi, "padre" delle Linee guida

di Maurizio Regosa

Chi sollecita le donazioni avrà in mano uno strumento di trasparenza
in più nei confronti del suo pubblico. E le piccole organizzazioni con capacità di spesa limitate che non sono in grado di produrre un bilancio sociale?
«Per loro sarà sufficiente compilare il bilancio d’esercizio fornendo, nell’allegata relazione
di missione, indicazioni sull’attività sociale svolta»Come siano nate le Linee guida del bilancio sociale redatte dall’Agenzie per le onlus, lo spiega Adriano Propersi, docente in Cattolica e consigliere dell’Agenzia stessa: «Facevano parte del programma della consigliatura fin dal 2007. L’obiettivo complessivo era di portare avanti in modo rigoroso la tematica della accountability e della rendicontazione degli enti non profit».
Vita: Sulla base di quale premessa?
Adriano Propersi: Sulla base della convinzione che sia necessario individuare strumenti, metodi e sistemi di rendicontazione specifici per il settore non profit. L’accountability dell’ente non profit rivela l’esigenza di dare attraverso il bilancio di esercizio la rendicontazione dei numeri, e attraverso quello sociale un quadro dell’attività svolta. Di fatto il format sul bilancio sociale completa il sistema informativo dell’ente non profit.
Vita: La rendicontazione è importante anche per la raccolta fondi. L’agenzia Agire ha ottenuto un grande successo in termini di raccolta di denaro per Haiti anche grazie alla trasparenza…
Propersi: Il nostro programma è, come direbbe Stefano Zamagni, una trilogia. Composta da bilancio d’esercizio, bilancio sociale e poi dalle Linee guida per la raccolta fondi. Quest’ultime non sono ancora pronte. Ma gli strumenti del bilancio d’esercizio e sociale sono fondamentali per motivare i donatori, per informarli ex ante ed ex post sull’obiettivo della azione intrapresa da chi sollecita le donazioni.
Vita: Avete valutato le possibili resistenze dei soggetti non profit?
Propersi: Il documento non è dottrinale, non è stato fatto nel chiuso di una università o di uno studio, ma come quello del bilancio d’esercizio è frutto di un lavoro di gruppo concordato. È stato redatto insieme al Forum del terzo settore, a rappresentanti dei commercialisti, dei revisioni, all’Accademia di economia aziendale, alle ong, alle fondazioni bancarie. Hanno partecipato tutti i soggetti del terzo settore dando ciascuno il proprio contributo per far sì che il documento non fosse “freddo”, ma partecipato e potesse tener conto delle diverse esigenze di attori anche molto diversi fra di loro. Il percorso di condivisione non è secondario. Inoltre l’Agenzia mette a disposizione delle Linee guida che non sono vincolanti. Anche se vediamo che anche Regioni ed enti pubblici fanno riferimento ai nostri documenti per accreditare gli enti non profit. Diventeranno indirettamente vincolanti. Ma la novità di questo documento rispetto ai testi dottrinari è che abbiamo fatto linee guida rigorose ma corredate da numerosissime tabelle specifiche di indicatori per i vari campi di attività: dalla sanità alla cultura fino alla raccolta fondi. Il bilancio sociale ovviamente non può essere uguale per tutti.
Vita: Fare il bilancio sociale rappresenta però anche un costo. In particolare può ostacolare le piccole realtà non profit che magari hanno meno risorse umane e meno denaro, non crede?
Propersi: È un aspetto che abbiamo preso in considerazione. E perciò abbiamo pensato a due opzioni. Per le piccole organizzazioni, che non hanno la possibilità di sostenere questi corsi, è sufficiente compilare il bilancio d’esercizio fornendo, nell’allegata relazione di missione, indicazioni sull’attività sociale svolta. Non è obbligatorio un documento a parte. Con questa relazione si danno comunque le informazioni sociali. Per gli enti di dimensioni più rilevanti, che hanno capacità di spesa e voglia di rendicontare socialmente si applica il documento nella sua interezza. Come vede si tratta di un duplice percorso immaginato proprio per tener conto delle migliaia di piccoli soggetti di terzo settore che non sono in grado di fare il bilancio sociale. Che si scelga l’una o l’altra strada, in ogni caso si deve riconoscere che l’informazione sociale è necessaria nel mondo non profit.
Vita: Avete previsto un monitoraggio in corso d’opera sull’efficacia delle Linee guida?
Propersi: L’allegato con gli indicatori è aperto. Sarà proprio la sperimentazione dei bilanci sociali che permetterà di individuare nuove possibilità, di dare suggerimenti per integrare con ulteriori indicatori. Insomma, queste sono le nostre proposte ma è chiaro che l’esperienza permetterà di arricchirle. Aspettiamo il contributo e i suggerimenti del non profit.


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