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Difensore civico a rischio estinzione

Samuele Animali attacca duramente il decreto approdato al Senato

di Lorenzo Alvaro

Il Senato della Repubblica si appresta a discutere la conversione in legge del Decreto n. 2/2010, con il quale viene sancita la soppressione della difesa civica nei comuni. Dura la reazione del coordinatore nazionale dei difensori civici Samuele Animali affidata ad un comunicato «Sconfessando in pieno il principio di sussidiarietà, le funzioni verrebbero ereditate dalle Province, peraltro in via meramente eventuale. Ma è facile prevedere che spesso non vi saranno le condizioni politiche ed organizzative per ereditare le migliaia di istanze ad oggi trattate presso i difensori civici comunali. Ad oggi solo una minima parte delle Province ha istituito il difensore civico. I costi complessivi saranno probabilmente più elevati degli attuali: le Province hanno competenze diverse rispetto ai Comuni, occorrerà dotare gli uffici di personale e avere sedi sul territorio. Chi conosce la realtà della difesa civica in Italia sa che rende un servizio utile ai cittadini ed all’amministrazione, con una spesa pro-capite irrisoria e un risparmio generale in termini di contenzioso giudiziario evitato; risparmi certamente non quantificati da chi ha preso questa iniziativa. Occorre se mai renderla più efficace ed indipendente. I difensori civici hanno sempre sperato in una riforma organica della disciplina di questa istituzione, per attuare un sistema nazionale di autorità di garanzia che possa essere autorevole e ben radicato sul territorio, il che va poi nella direzione di quanto le autorità internazionali chiedono da tempo al nostro paese. Abbiamo formulato delle proposte, ma in parlamento non se ne è mai discusso. Questo intervento legislativo che descrive la difesa civica soltanto come una voce di costo appare come l’ennesima occasione perduta».

 


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