Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Otto atti per la mia Onna

In esclusiva l'opera completa di Giustino Parisse

di Redazione

È costituita da otto quadri la favola che Giustino Parisse, caporedattore del Centro ha dedicato al suo paese e alla sua gente. Onna, uno dei simboli del terremoto, è stata rasa al suolo. Nei crolli hanno perso la vita 41 persone. Tra questi anche Domenico e Maria Paola, i figli di Giustino, oltre all’anziano padre.

Ecco il primo atto

Era la notte del sei aprile del 2009. Nell’alto dei cieli San Pietro si era appena appisolato. Aveva chiesto a un angelo di sostituirlo per un paio d’ore alla porta.

Alle 3.32 si udì un gran frastuono. L’angelo si spaventò e corse da San Pietro: signore si odono grida, che devo fare. «Ma che grida sono» replicò San Pietro «di dolore o di gioia». «A me sembrano di gioia» replicò l’angelo. «Allora stai tranquillo» disse di rimando il santo apostolo  «stanno entrando tutti in paradiso, va, apri,  e fatti dire da dove arrivano».L’angelo andò, aprì, e vide una gran folla, saranno stati in trecento, tutti a spingere per entrare in Paradiso.  «Calma, calma» disse l’angelo «qui c’è posto per tutti, non è come sulla terra che bisogna litigare per ogni cosa. Ma da dove venite , e poi  a quest’ora della notte».

Si fecero avanti due ragazzine e l’angelo vide che erano belle  e vispe. «Come vi chiamate?»Io Susanna, disse la prima. Io Maria Paola aggiunse l’altra. «Bene, e da dove arrivate?».  «Da Onna» risposero in coro le due ragazzine.

«Da Onna» pensò l’angelo  fra sé e sé. Ma non disse nulla. Quel nome non l’aveva mai sentito. «Beh, certo» rimuginò ancora un po’ «mica posso sapere i nomi di tutti i paesini del mondo!».

«Aspettate un po’» fece dandosi un’aria autorevole «torno subito». L’angelo si allontanò e andò da San Pietro: «Dicono che vengono da Onna».

«Tutti e trecento!» replicò l’apostolo «impossibile, quel paesino trecento abitanti manco ce l’aveva».

«Chissà che cosa è successo» mormorò l’angelo  che non voleva contraddire il suo capo. Tornò alla porta e si fece spiegare: non erano tutti di Onna: erano anche dell’Aquila, di Paganica, di San Gregorio, di Castelnuovo, di Villa Sant’Angelo, di Fossa, di Tempera, di Bagno.

Diede uno sguardo e vide tanti giovani. «Oddio» gli scappò senza rendersi conto che aveva fatto una invocazione proibita in paradiso.

Susanna e Maria Paola si stavano già un po’ spazientendo: «diteci dove dobbiamo andare, qui ci sono tanti anziani che vorrebbero riposare: vedi, ci sono Iole, Giannina, Maria, Daniele, Lisa, Emma, Edvige, Vittoria, Silvana, Giuseppina, Mario, Rina, Dina, Maria Santa. Stavano dormendo a casa loro poi c’è stato un boato, forte, tutto ha cominciato a tremare e dopo un po’ ci siamo ritrovati qui. Ma sai che qui è più bello di dove stavamo prima!».

«Va bene» disse l’angelo «adesso vi faccio accompagnare dove stanno tutti gli altri onnesi arrivati prima di voi. Quanti siete quelli giunti adesso?». «Quarantuno» replicarono le ragazze «tutta brava gente». Guardarono verso la terra e videro il loro paese distrutto. Susanna e Maria Paola furono colte da un attimo di tristezza: «Chissà come staranno soffrendo quelli rimasti laggiù».

In allegato in alto gli altri sette quadri

Leggi anche l’intervista Giustino Parisse: «Sarò ancora padre»


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA