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Economia & Impresa sociale 

Ecco le banche che lo finanziano

Nella classifica Bnl, Unicredit e Intesa. Greenpeace: rischiano soldi e reputazione, meglio cambiare investimenti

di Redazione

Oltre la meta’ di tutti i finanziamenti all’energia nucleare in Europa arriva da un gruppo di soli dieci istituti finanziari. E’ questo il risultato della ricerca pubblicata oggi sul sito www.nuclearbanks.org  commissionata da Greenpeace e dalle altre Ong che compongono la coalizione Banktrack. Qualche sorpresa c’e’ anche per gli italiani: “Bnl in testa seguita da UniCredit e Intesa Sanpaolo”.

“Le banche che finanziano progetti nucleari rischiano di rimetterci soldi e reputazione – sostiene Andrea Lepore, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace – Per questo chiediamo alle banche di spostare i loro investimenti da una fonte sporca e pericolosa come il nucleare verso progetti di efficienza e fonti rinnovabili”. Secondo la ricerca, realizzata dall’istituto indipendente Profundo, al primo posto della classifica delle banche nucleari c’e’ Bnp Paribas, banca francese presente in Italia attraverso Bnl. A seguire, nei primi dieci posti, Barclays (Uk), Citi (Us), Socie’te’ Ge’ne’rale (Francia), Cre’dit Agricole/Calyon (Francia), Royal Bank of Scotland (Regno Unito), Deutsche Bank (Germania), Hsbc (Uk/Hong Kong), Jp Morgan (Stati Uniti) e Bank of China. Su un totale di 175 miliardi di euro in finanziamenti a progetti nucleari tra il 2000 e il 2009, queste dieci banche hanno finanziato con ben 92 miliardi di euro l’industria nucleare.

Oltre BNL, tra le banche italiane, Unicredit e Intesa Sanpaolo occupano rispettivamente la 23ma e la 28ma posizione nella classifica ma, sottolinea Greenpeace, “non sono ancora disponibili informazioni ufficiali su quali banche finanzierebbero il ritorno del nucleare in Italia voluto dal governo Berlusconi”.

“Siamo pronti a rendere pubbliche le future decisioni di investimento delle banche nel nucleare in Italia. È bene che ne siano consapevoli quegli istituti che stanno pensando di investire in questa fonte di energia dannosa per l’ambiente, per l’Italia e per i suoi cittadini”.


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