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Il Papa preoccupato per la disoccupazione

Appello del Pontefice: "Politici e imprenditori operino per fermarla"

di Redazione

Responsabili della cosa pubblica e imprenditori devono fare il possibile per arginare la disoccupazione originata dalla forte crisi economica di questo periodo.

E’ quanto ha chiesto questa mattina Benedetto XVI nel corso dell’udienza concessa ai vescovi italiani nell’aula del sinodo in Vaticano. ”Anche in Italia – ha affermato il Pontefice – la presente stagione è marcata da un’incertezza sui valori, evidente nella fatica di tanti adulti a tener fede agli impegni assunti: ciò è indice di una crisi culturale e spirituale, altrettanto seria di quella economica. Sarebbe illusorio pensare di contrastare l’una, ignorando l’altra”.

”Per questa ragione – ha proseguito il Papa – mentre rinnovo l’appello ai responsabili della cosa pubblica e agli imprenditori a fare quanto è nelle loro possibilità per attutire gli effetti della crisi occupazionale, esorto tutti a riflettere sui presupposti di una vita buona e significativa, che fondano quell’autorevolezza che sola educa”.

”Alla Chiesa, infatti – ha detto ancora Benedetto XVI – sta a cuore il bene comune, che ci impegna a condividere risorse economiche e intellettuali, morali e spirituali, imparando ad affrontare insieme, in un contesto di reciprocità, i problemi e le sfide del Paese”.

”Questa prospettiva, ampiamente sviluppata nel vostro recente documento su Chiesa e Mezzogiorno – ha proseguito il Papa – troverà ulteriore approfondimento nella prossima ‘Settimana Sociale dei cattolici italiani’, prevista in ottobre a Reggio Calabria, dove, insieme alle forze migliori del laicato cattolico, vi impegnerete a declinare un’agenda di speranza per l’Italia, perche’ ‘le esigenze della giustizia diventino comprensibili e politicamente realizzabili’.

”Il vostro ministero cari confratelli – ha spiegato Ratzinger -, e la vivacità delle comunità diocesane alla cui guida siete posti, sono la migliore assicurazione che la Chiesa continuerà responsabilmente a offrire il suo contributo alla crescita sociale e morale dell’Italia”.


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