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Ecco gli specialisti in abitazioni senza barriere

I Caad, al servizio di anziani e disabili

di Francesco Dente

Il bagno di servizio è comodo perché è vicino alla stanza da letto. Ma è troppo piccolo per la carrozzina. Che fare? Provare a sostituire la vasca con una doccia in modo da guadagnare spazio o utilizzare l’altro bagno, quello degli ospiti, che però ha il gradino che blocca il passaggio della sedia a rotelle? Il consulente ideale sarebbe un architetto che conoscesse anche i problemi di una persona con disabilità. Un tecnico, insomma, a metà strada fra l’ingegnere e l’operatore socio-sanitario. O, perché no, tutt’e due: un ingegnere e un esperto di assistenza alle persone non autosufficienti. Per molti disabili italiani e per i parenti di nonni e nonne condannati a letto è solo un sogno. In Emilia-Romagna è già una realtà. Merito dei Caad – Centri provinciali per l’adattamento dell’ambiente domestico delle persone anziane e con disabilità, strutture di servizio in grado di suggerire soluzioni personalizzate per accrescere l’accessibilità e la fruibilità dell’abitazione privata di chi non è autonomo.
I centri, infatti, mettono a disposizione dei cittadini delle équipe interdisciplinari e multiprofessionali composte da operatori sociali, terapisti della riabilitazione o altri operatori sanitari con particolare esperienza nel settore degli ausili per la mobilità e la vita quotidiana, operatori amministrativi con funzioni di segreteria organizzativa, tecnici progettisti esperti sui temi dell’accessibilità e del superamento delle barriere architettoniche. I Caad, avviati nel 2005, sono il primo livello di un sistema di sostegno che fa perno su due centri regionali, il Cra – Centro regionale ausili di Bologna e il Criba – Centro regionale di informazione su accessibilità e barriere architettoniche di Reggio Emilia.
Le attività di informazione e consulenza dei Caad provinciali sono dirette, oltre che ai cittadini, anche agli operatori della rete territoriale dei servizi socio-sanitari e a vari soggetti del mondo professionale, artigiano, associativo e sindacale. Questi interlocutori beneficiano di una serie di azioni informative, promozionali e formative. I compiti dei Centri non finiscono qui. Con l’introduzione del Fondo regionale per la non autosufficienza e l’approvazione dei relativi indirizzi attuativi, il ventaglio dei servizi offerti si è allargato alla consulenza nelle procedure di erogazione di contributi per l’adattamento domestico. L’Emilia-Romagna, in particolare, ha affidato loro la funzione di supporto tecnico ai servizi socio-sanitari e di indirizzo progettuale ai professionisti privati che realizzano i lavori di adeguamento.
I Caad, in collaborazione con il servizio regionale, il Cra e il Criba, gli Uffici di Piano, i servizi territoriali sociosanitari e gli enti gestori del fondo regionale, hanno contribuito a predisporre i protocolli operativi locali che rendono operativo il finanziamento.
Nell’ultimo anno preso in considerazione dal report regionale, l’aiuto dei Centri è stato richiesto ai servizi socio-sanitari da 38 persone anziane e disabili non autosufficienti. Dalla Regione, tuttavia, rassicurano: è solo la fase di rodaggio di uno strumento innovativo rispetto agli interventi tradizionali di cura e assistenza.


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