Attivismo civico & Terzo settore

Un triste epilogo

Pesante bocciatura del summit canadese da parte delle ong. Nulla di nuovo neanche dal G20

di Daniele Biella

“Nessuna inversione di rotta”. “Un fallimento”. “Una vergogna”. Sono pesanti i commenti alla conclusione dei lavori del G8 canadese che arrivano dalle ong presenti in loco e da altre istituzioni, Vaticano compreso. E anche rispetto al G20, la delusione è palpabile. La sensazione è che, oltre a non avere compiuto passi avanti rispetto alle precedenti edizioni, sia la riunione annuale degli otto ‘grandi del Pianeta’ (Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada, Russia) sia quella allargata agli altri Stati aventi un ruolo emergente nell’economia mondiale, abbiano sortito l’effetto contrario, arrivando persino a vanificare gli obiettivi posti nelle edizioni passate.

ActionAid: “Epilogo amaro”
“E’ stato un epilogo amaro”: a poche ore dalla conclusione dei lavori (cliccare qui per il documento finale del G8, e qui per quello del G20, entrambi in inglese), sono state queste le prime parole di Luca De Fraia, vice segretario generale di ActionAid Italia, presente a Toronto. “I leader dei Paesi più ricchi del mondo non hanno adottato alcuna iniziativa concreta per combattere la povertà, e l’Italia non ha dato alcun segnale di inversione di rotta rispetto alle promesse mancate degli anni passati”, denuncia De Fraia. Rispetto agli impegni presi in tema di sicurezza alimentare al Vertice dell’Aquila, nella dichiarazione finale si afferma che, dei 22 miliardi di dollari promessi dai Paesi donatori per i prossimi tre anni, solo 6,5 miliardi di dollari sono stati impegnati.

“Considerando che i fondi necessari per far fronte al costante aumento del numero di affamati sono pari a 40 miliardi di dollari annui, sarebbe stato necessario che i G8 avessero adottato obiettivi all’altezza della sfida e scadenze chiare per dare seguito agli impegni sulla sicurezza alimentare presi solo un anno fa”, continua De Fraia. L’Italia si presentava al Summit con un buco di 21 miliardi di dollari rispetto alle promesse mancate di questi anni, senza aver saldato i conti con il Fondo Globale per la lotta all’HIV per circa 280 milioni di euro, e rimanendo nelle ultime posizioni nell’iniziativa per la sicurezza alimentare annunciata l’anno scorso a L’Aquila. “Questo G8 rappresentava per l’Italia la possibilità di ristabilire la sua credibilità internazionale come partner affidabile. Nonostante ciò, la voce del nostro Paese in questi giorni di summit è stata debole, facendo anche mancare l’appoggio all’adozione di una tassa sulle transazioni finanziarie”, conclude De Fraia.

Oxfam: “Una vergogna”
“Non c’è foglia grande abbastanza per nascondere la vergogna delle promesse infrante dal summit, che per simbolo ha adottato proprio una foglia, quella dell’acero canadese.” denuncia Farida Bena, portavoce di Oxfam e Ucodep. “Il fallimento del G8 lascia un’eredità pesante: bambini che non potranno andare a scuola, malati che non potranno essere curati e un miliardo di affamati che continueranno a rimanere senza cibo. In realtà i paesi del G8 stanno semplicemente rimescolando gli stessi soldi in modo diverso.

L’unica promessa che conta veramente è quella fatta a Gleneagles (sede scozzese del G8 del 2005, ndr) di aumentare gli aiuti di 50 miliardi di dollari entro il 2010. Ed è proprio questa la promessa che il G8 ha accantonato oggi”. Un’iniziativa positiva c’è, e va a favore della salute materno-infantile, la Muskoka initiative: “Ma Considerato che globalmente gli aiuti del G8 ai paesi poveri non sono aumentati, l’impegno di donare cinque miliardi di dollari alla salute materna significa che probabilmente questi soldi saranno sottratti ad altri diritti essenziali, come quello all’istruzione e al cibo”, avverte Bena.

Focsiv: “I G20 come i gamberi”
“Ad ogni successivo Vertice un passo indietro. Ormai sembra essere questa la logica degli appuntamenti delle 20 maggiori economie del pianeta. Venti capi di Stato e di Governo che rappresentando il 90% della ricchezza mondiale ed il 75% del totale della popolazione potrebbero compiere atti decisivi per uscire dalla drammatica crisi in cui versa l’economia globale. E invece nulla”. Sergio Marelli, Segretario Generale della FOCSIV, commenta così la dichiarazione finale del G20. Una dichiarazione che rinviando ogni decisione al prossimo appuntamento di novembre a Seoul, “in assenza di misure regolatrici imposte alla finanza internazionale concede tempo prezioso agli speculatori internazionali per continuare ad agire indisturbati e a trarre enormi profitti scaricandone i costi sulle fasce deboli, i piccoli risparmiatori e le economie vulnerabili del Sud del mondo”, sottolinea il presidente della Focsiv, che fa parte, come ActionAid, Oxfam e Ucodep, di Gcap Italia, la Coalizione italiana contro la povertà che compie azioni di lobby a favore del raggiungimento degli Obiettivi del millennio.

“Le due dichiarazioni finali brillano per inconsistenza”, riporta la Coalizione, “nessun accenno all’impegno assunto di aumentare l’Aiuto pubblico allo sviluppo; laconiche riaffermazioni degli obiettivi per la lotta ai cambiamenti climatici rimandando ogni decisione alla Conferenza di Cancun; veti incrociati per l’introduzione di una Tassa sulle speculazioni finanziarie; nessun vincolo per attivare una tassa sulle banche responsabili della crisi pagata dai cittadini; dimenticata la lotta ai paradisi fiscali; interpretazioni contraddittorie per quanto attiene la chiusura del Doha Round; rinvio a Seoul dell’approvazione di una riforma delle Istituzioni Finanziarie internazionali e di ogni piano di azione concreto per garantire la ripresa economica globale”.

Wwf: “Tanti luoghi comuni, pochi risultati”
“La ripresa economica ha bisogno di molto di più che luoghi comuni: il G20 si è concluso senza impegni significativi rispetto al cambiamento climatico, alla finanza legata al clima e alla soppressione dei sussidi ai combustili fossili”. Questa la presa di posizione del Wwf Italia attraverso le parole del proprio responsabile clima ed energia, Mariagrazia Midulla. “I leader mondiali dipingono ancora l’economia come bianca o nera. Ma la speranza dell’economia del XXI secolo è nel verde. Questo vertice avrebbe potuto essere l’inizio della vera e propria azione verso un ambiente pulito e un’economia più efficiente, ma abbiamo ottenuto solo belle parole sull’economia verde e una dichiarazione ‘riciclata’ sui sussidi ai combustili fossili”.

Bertone: “G8 senza frutti”. Prodi: “Un summit al capolinea”
Sia il segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, che l’ex presidente del consiglio italiano Romano Prodi hanno commentato in modo negativo l’esito dell’incontro degli otto ‘grandi’. «Il summit non ha dato i frutti sperati, non migliora la situazione per i più deboli, per i giovani che non hannno retribuzioni eque e delle persone che perdono il lavoro senza trovarne un altro», sono state le dichiarazioni di Bertone durante l’omelia domenicale. Prodi ha invece pronosticato il cupio dissolvi del G8 in un editoriale sul Messaggero: «Manca l’accordo sul principale tema che è sul tavolo e cioè la strategia di uscita dalla crisi economica. Perché la fine del G8 non facesse troppo rumore è stato affiancato per ora il G20 che progressivamente ne prenderà il posto senza rimpianti».


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