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Attivismo civico & Terzo settore

D’Alema in pensiero per Berlusconi

Il Copasir convoca il premier sulle misure di sicurezza

di Franco Bomprezzi

Provocazione di D’Alema, presidente del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ma non troppo. Ha convocato il presidente del Consiglio, Berlusconi, per un’audizione sullo stato della sua sicurezza personale, dopo le tante notizie di entrate e uscite dalle sue dimore di persone a dir poco strane. E i giornali oggi aprono su questa notizia, con ampio corredo di commenti, anche in vista della conferenza nazionale sulla famiglia.

“D’Alema convoca Berlusconi” è il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA. «La sua sicurezza problema del Comitato sui servizi segreti» è il catenaccio del titolo. A mettere insieme il tema della sicurezza del premier e l’imbarazzo del mondo cattolico alla vigilia della conferenza nazionale sulla famiglia ci pensa, sempre in prima, la nota di Massimo Franco: “Due fronti scivolosi”. Leggiamo: “Non si può escludere che il presidente del Consiglio usi l’occasione (della conferenza sulla famiglia, ndr.) per correggere la propria immagine e rivendicare un sostegno del governo alle famiglie. Si tratta di una virata difficile. Incrocia contrasti profondi nel cattolicesimo italiano, che nei confronti del Cavaliere mostra un atteggiamento sfaccettato: un misto di insofferenza, gratitudine ed estraneità. Lo testimoniano le critiche a Belletti del sottosegretario Eugenia Roccella. Ma l’imbarazzo è difficilmente cancellabile. E diventa il presagio di una «tre giorni» condizionata dalle lacerazioni nel centrodestra e dagli echi delle inchieste sulle frequentazioni berlusconiane. E’ uno scenario di confusione che lo scontro in contemporanea sul ruolo del Copasir e sulle incognite del Forum delle famiglie rende lievemente surreale”. Ma torniamo alla sicurezza del Premier. Fiorenza Sarzanini a pagina 3: “Più controlli e cambio degli uomini di scorta”. Ecco cosa scrive: “Controllo degli accessi nelle residenze presidenziali, avvicendamento degli uomini che si occupano della tutela del premier, rapporti internazionali: si muove su tre direzioni l’iniziativa del Copasir per ottenere l’audizione del capo del governo. Tra i membri del Comitato si dà per scontato che Silvio Berlusconi deciderà di non rispondere alla convocazione. Tuttavia sono questi i temi che attengono alla sua sicurezza, ma soprattutto a quella del Paese, sui quali si è aperto il dibattito politico – spiega la Sarzanini – E dunque la scelta di rinnovare la richiesta di ascoltarlo, comunicata dal presidente Massimo D’Alema e alla fine accettata anche dei membri del Pdl, è la mossa che serve ad aprire l’istruttoria su tali aspetti. E così a fornire anche una «copertura» ai servizi segreti per ribadire che la credibilità dell’intelligence non può essere messa in discussione. In particolare a livello internazionale. L’eco del «caso Ruby» rimbalza sui media di tutto il mondo, con un’attenzione specifica in Egitto. Tanto che non viene smentita una nota ufficiale giunta dal Cairo proprio per manifestare «disappunto» riguardo alla scelta di spacciare la giovane marocchina come nipote del presidente Hosni Mubarak pur di farla uscire dalla questura di Milano dove era stata portata con l’accusa del furto di 3.000 euro”. E così conclude: “Sono numerose le giovani che ammettono di aver preso soldi per partecipare a queste feste organizzate dal premier e poi candidamente raccontano di poter telefonare direttamente al presidente oppure agli uomini della sua scorta in caso di emergenza. Un’ulteriore «falla» sulla quale saranno chiesti chiarimenti, visto che tutti gli appartenenti al dispositivo di tutela del capo del governo sono 007 inseriti negli organici dell’Aisi, il servizio segreto civile. Non a caso al Copasir si dà per scontato che – di fronte al prevedibile rifiuto del premier a rispondere – dovranno farlo il sottosegretario delegato Gianni Letta e il direttore Giorgio Piccirillo proprio per chiarire come davvero funziona l’apparato di sicurezza e quali compiti sono chiamati a svolgere gli oltre cinquanta uomini che ne fanno parte”. Fra le “rivelazioni” del giorno spicca comunque a pagina 11 un servizio di Giovanni Bianconi: “La pentita e le pressioni del senatore per i fondi dati al San Raffaele”, ossia i verbali palermitani trasmessi a Milano dell’interrogatorio di Perla Genovesi, ex collaboratrice del senatore del Pdl, Pianetta. Scrive Bianconi: “Tra le carte trasmesse per competenza dalla Sicilia alla Lombardia c’è pure la copia di un interrogatorio reso ad agosto da Perla Genovesi, la «pentita» dell’inchiesta sul traffico di cocaina da cui sono scaturite le rivelazioni sulle feste a casa del premier. È lo stesso verbale in cui la donna approfondisce i legami con i presunti narcotrafficanti arrestati insieme a lei nel luglio scorso nell’indagine chiamata «operazione Bogotà», e nel quale ha fatto per la prima volta il nome della sua amica Nadia svelando le frequentazioni della ragazza col presidente del Consiglio. Prima però aveva parlato di altro: finanziamenti a suo dire poco trasparenti procurati all’ospedale San Raffaele fondato da don Luigi Verzé e alle sue fondazioni tramite la Commissione del Senato sui Diritti umani presieduta tra il 2001 e il 2006 da Enrico Pianetta, il parlamentare di cui la Genovesi è stata assistente”. 

LA REPUBBLICA sceglie gli esteri (“Obama sconfitto: colpa mia”) ma con un doppio titolo e riserva il secondo al “Caso Ruby, Il Copasir convoca Berlusconi «Problemi di sicurezza»”. I servizi all’interno: Il Copasir presieduto da D’Alema (il cui vice è il finiano Carmelo Briguglio) chiama il premier e molti altri esponenti, fra cui il ministro Maroni. Lo scopo è capire se è vero che la scorta di Berlusconi sia composta da 400 addetti, che possono prendere armi fuori ordinanza e che soprattutto non rispondono nemmeno ai servizi segreti, dovendo svolgere anche compiti non proprio “istituzionali”. Antonio Di Pietro ha presentato una interrogazione: «Come può Ignazio La Russa permettere che difensori dello Stato come i carabinieri vengano usati per fare da autisti, da guardia spalla a signorine “utilizzate” per il divertimento dei potenti, tra i quali in primis Berlusconi?». In appoggio breve intervista a Franco Maccari, segretario del sindacato di polizia Coisp: «Non solo le scorte alle escort siamo costretti a subire con riluttanza. Ma anche quelle a gente imputata per reati di mafia (Dell’Utri). O a persone che (come la Pivetti) nulla più hanno a che fare con la politica». E ancora: «noi per regolamento siamo puniti quando frequentiamo pregiudicati, anche solo a titolo di amicizia. Ma come la mettiamo con quelli che siamo costretti a scortare che hanno precedenti penali? O che vanno sotto i nostri occhi a transessuali, a minorenni? Non mi sembra molto edificante, no?». Nel frattempo il Forum delle famiglie è preoccupato che l’apertura dell’imminente Conferenza della famiglia (apre lunedì prossimo) preveda un intervento del premier. «Ci imbarazza», ammette Francesco Belletti, presidente del Forum, «il dibattito sui comportamenti pubblici e privati del premier non ci vede in sintonia». Una presa di posizione criticata da Eugenia Roccella («l’unica cosa che può imbarazzare chi sostiene la famiglia sono le prese di posizione e gli attivismi dei politici contro l’accoglienza della vita, a favore dei matrimoni omosessuali e delle adozioni da parte di coppie gay…») e da Carlo Giovanardi («la presenza del presidente del Consiglio è un valore aggiunto»). Di contro, il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi intervistato da Zita Dazzi non nasconde l’amarezza: «Il problema non è quello che provo io, in questo clima di insipienza diffusa. Il problema più grave lo vivono i genitori che devono spiegare che cosa sta succedendo ai propri figli, alle figlie che hanno la stessa età di quelle che si vedono in foto sui quotidiani in questi giorni… Si parla tanto di valori, si brandisce questa parola come un programma e uno scudo. Ma poi ci si comporta ispirandosi a principi molto diversi, si contribuisce a diffondere modelli educativi vuoti e pericolosi». E ancora: «non si deve mai scindere l’aspetto privato da quello pubblico. Soprattutto quando si hanno particolari responsabilità».

“D’Alema mette gli 007 nel letto di Silvio”  titola IL GIORNALE e rivela la bufala” in cui sarebbe caduto l’esponente del Pd. De Francesco e Malpica scrivono: «Massimo D’Alema non resiste ala tentazione di infilarsi sotto alle lenzuola di casa Berlusconi  e così mentre annuncia di voler convocare il Premier per l’audizione al Copasir non trova di meglio di dar credito alla notizia pubblicata da Fatto Quotidiano  secondo cui due anonimi carabinieri si lamentano di dover fare la scorta alle escort del Premier». Ed ecco la bufala o la scivolata, come viene chiamata.«Nell’ammiccare al gioco di sponda con Fatto, l’ex presidente dei Ds dimentica un particolare che non può sfuggire a un addetto ai lavori. Ossia che gli anonimi Carabinieri intervistati dal quotidiano fondato da Padellaro e Travaglio non possono essere gli uomini della scorta di Berlusconi, come invece il titolo del quotidiano lascia intendere. Il motivo è semplice: nell’intervista i Carabinieri si lamentano della retribuzione «facciamo anche 120 ore di straordinario, ma ce ne pagano 30». Come è noto della scorta si occupano i servizi segreti più precisamente l’Aisi.  E a prescindere dal corpo di appartenenza dei componenti, polizia o carabinieri, lo stipendio segue le regole dettate dalla legge 124 del 2007 per cui non sono previsti straordinari, ma solo indennità di cravatta, un forfait che comprende anche le ore fuori orario ordinario. Chi sono dunque le gole profonde che parlano al Fatto? Probabilmente Carabinieri assegnati all’ordinario  nucleo scorte che si occupano di  fare da angeli custodi a personalità meritevoli di tutela. Le dichiarazioni sono attribuibili a uomini dell’Arma  che non si occupano di sicurezza del Premier. Se il senso  della solidarietà espressa da D’Alema è legata a un utilizzo improprio  delle forze dell’ordine impegnate nei servizi di scorta, allora sarebbe opportuno ascoltare in merito i ministri dell’Interno o della Difesa». E ancora: «Il Copasir non ha ritenuto necessario ascoltare il Premier  sul tema della sicurezza dopo l’aggressione subita da Berlusconi in Piazza Duomo a Milano a dicembre dello scorso anno. Né ha lanciato segnali di allarme  dopo il messaggio che  annunciava una bomba a bordo dell’area presidenziale. Lo fa adesso sull’onda del caso Ruby. Che l’iniziativa possa suonare strumentale deve immaginarselo lo stesso lider Massimo che fa sapere che l’incontro era stato programmato da tempo».

«Ultimo fango Il Copasir convoca Berlusconi», questo il piccolo richiamo in prima pagina de IL MANIFESTO che rinvia all’articolo di pagina 6 «La scorta del capo. Servizi e sicurezza. Il Copasir chiama, il cavaliere non va»: una colonna in cui si legge: «Il Copasir vuole sentire Berlusconi per accertare se lo “stile di vita” del presidente del Consiglio ha messo a rischio la sicurezza sua e del paese. Ma è certo che il cavaliere non si farà interrogare in parlamento sulle sue vicende e gli ultimi scandali. Eppure che fosse il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti ad occuparsi della sicurezza di Silvio Berlusconi in origine era una richiesta degli stessi fedelissimi del premier, preoccupati nell’estate del 2009 di fermare le incursioni dei fotografi a villa Certosa (…)» E su D’Alema continua «Lasciandosi andare poi a una battuta a proposito di un articolo uscito ieri sul Fatto quotidiano che riferiva la frustrazione dei carabinieri di scorta al cavaliere per il via vai di ragazze nella villa di Arcore. “Esprimo un sentimento di solidarietà – ha detto D’Alema – nei confronti dei carabinieri di cui comprendo la stanchezza” (…)». «Imbarazzo in famiglia» questo il titolo che apre pagina 6 sotto una grande foto tratta da “Una storia italiana”, opuscolo inviato da Berlusconi durante la campagna elettorale del 2001. Nella foto viene ritratto Berlusconi con la ormai ex moglie Veronica Lario sulla piazza Rossa. L’articolo è invece riferito alla richiesta del Forum delle famiglie in vista  della conferenza nazionale sulla famiglia. «Caro presidente la sua presenza ci onora ma non troppo. Potrebbe riassumersi così l’imbarazzata posizione del Forum delle famiglie sempre più agitate via via che si avvicina la data della Conferenza nazionale alla quale, lunedì prossimo, dovrebbe partecipare anche Silvio Berlusconi. (…) Nessuna risposta da parte di Berlusconi tutto preso, ieri, dall’organizzazione della Direzione nazionale del Pdl convocata per oggi e votato al “no gossip” per l’intera giornata. Coesione interna, azione di governo, rilancio dei cinque punti del programma – che a furia di chiamarli “cinque punti” finisce che nessuno si ricorderà più di che si tratta – e riorganizzazione del partito. Niente sparate sulla giustizia, nemmeno un’invettiva contro i magistrati, quanto al legittimo impedimento guai a chi lo nomina (…)» L’articolo poi analizza l’esodo di parlamentari dal Pdl.

La politica trova spazio a pagina 18-19 sul SOLE 24 ORE (con solo un richiamino in prima nel “panorama”). “Il Copasir vuole ascoltare il premier sulla sua sicurezza”, è il titolo di un articolo di spalla a pagina 18 firmato da Marco Lodovico.  «il Copasir chiede di sentire Berlusconi perché, da quanto emerge nelle ultime vicende giudiziarie – come quella della minorenne che avrebbe partecipato a un festino nella residenza del premier ad Arcore – si pone una questione di sicurezza nazionale che riguarda la figura del presidente del consiglio, come sottolineano soprattutto D’Alema e i componenti di opposizione». Il Punto di Stefano Folli si intitola “Grande attesa per le scelte di Fini e altrettanto grandi difficoltà”: «Dopo aver suscitato tanta attesa, si tratta di prendere qualche decisione concreta. Dentro o fuori? (…) Fini esita. Con ogni evidenza il presidente della Camera non vede chiaro nel futuro a breve. Sul periodo medio-lungo, nessun problema: l’ex leader di An è convinto che il castello berlusconiano è destinato a sgretolarsi. Le adesioni al suo movimento arrivano ancora con il contagocce, ma la speranza è che a un certo punto si trasformino in valanga».

AVVENIRE  parla di  politica ad alta tensione dopo la richiesta del Copasir di ascoltare Berlusconi sui temi della sicurezza. Il Comitato di controllo sui servizi, diretto da Massimo D’Alema, aveva chiesto da tempo un incontro ma è chiaro che, se il premier accettasse di intervenire, le domande finirebbero per riguardare anche il caso Ruby. I rappresentanti del Pdl nel Copasir (Fabrizio Cicchitto, Giuseppe Esposito e Gaetano Quagliariello) hanno subito chiarito che se il premier interverrà lo farà su “temi istituzionali relativi alla sicurezza nazionale” e dopo una riunione il Pdl ha invitato tutti “a non dar vita a indebite strumentalizzazioni” Ma la polemica si è arricchita di un nuovo capitolo perché il Fatto quotidiano ha riportato dichiarazioni anonime attribuite ai carabinieri della scorta di Berlusconi che si lamentano di un presunto uso improprio del servizio. Probabile che al posto di Berlusconi vada al Copasir il direttore dell’Aisi (il servizio di sicurezza interno, Giorgio Piccirillo. Sarà lui a illuminare sui dubbi di legittimità e operatività funzionale affacciati soprattutto dall’opposizione e anche dai finiani. Ampio risalto AVVENIRE dà anche alla preoccupazione e all’imbarazzo del Forum delle famiglie alla vigila della seconda Conferenza nazionale che si tiene a Milano dall’8 al 10 novembre. Il presidente del Forum Francesco Belletti ha dichiarato che “Le dichiarazioni del presidente del Consiglio hanno creato imbarazzo perché si sono mischiate scelte private e scelte pubbliche. Il rischio è che la sua presenza alla Conferenza finisca per distogliere dal vero obiettivo dell’evento». Giovanardi è d’accordo mentre Bersani parla di premier scandaloso. Ribatte così Eugenia Roccella, sottosegretaria al Welfare: «L’unica cosa che può imbarazzare chi sostiene la famiglia sono gli attivismi dei politici a favore dei matrimoni omosessuali e delle adozioni da parte di coppie gay, per la fecondazione eterologa, le pillole abortive e l’eutanasia».

LA STAMPA in prima pagina dedica spazio alla convocazione del Copasir a Berlusconi. “D’Alema convoca il premier su Ruby”. «Massimo D’Alema convoca Silvio Berlusconi. Il Copasir infatti, di cui l’esponente Pd ed ex ministro è presidente, ha chiesto al premier di riferire sul tema della sua sicurezza anche alla luce delle “troppe visite” e delle ultime vicende come quella di Ruby. Intanto altri due deputati lasciano il Popolo della Libertà per passare con Futuro e Libertà: sono Daniele Toto (nominato coordinatore regionale in Abruzzo) e Roberto Rosso (che assume l’incarico di leader dei finiani in Piemonte). Il Forum delle famiglie esprime imbarazzo per le ultime rivelazioni relative agli stili di vita del presidente del Consiglio e chiede un impegno del governo alla Conferenza nazionale di Milano». Guido Ruotolo all’interno in “Si muove il Copasir. D’Alema convoca Berlusconi” spiega come il Comitato voglia sentire il premier sulle vicende che «minano la credibilità dei nostri apparati di intelligence a livello internazionale». Infatti «sono i servizi segreti che si occupano della sua sicurezza» e dunque «dobbiamo capire come mai il caposcorta abbia fatto quella telefonata in questura, interessandosi alla vicenda della giovane Ruby». Insomma il Copasir vuole capire «se siamo di fronte a compiti impropri affidati agli uomini dei servizi segreti che si occupano della sicurezza del premier». Anche online spazio alla notizia con “Ruby, il Copasir convoca Berlusconi”. «“abbiamo confermato questa richiesta”, spiega ancora D’Alema, che esprime sentimenti di “umana solidarietà” verso i carabinieri di scorta al premier. Un dispositivo complesso, formato da una cinquantina di uomini dell’Aisi, il Servizio segreto civile, che provengono da reparti speciali come Gis e Nocs. “Comprendiamo la loro stanchezza”, dice il presidente D’Alema dopo che il Fatto quotidiano ha riportato le lamentele scatenate dall’affaire Ruby tra i militari, che hanno il compito di seguire ovunque Berlusconi e di proteggere le sue residenze. Dove, sostiene Luigi de Magistris, “accoglie un variegato universo femminile, che dispone anche del cellulare del capo-scorta”. “È evidente – aggiunge l’eurodeputato dell’Idv – che si pone un problema per la sicurezza nazionale”. Proprio per questo “il Copasir vuole avere informazioni dettagliate sulla sua sicurezza personale – aggiunge Ettore Rosato, deputato del Pd e membro del Comitato – e sull’utilizzo del personale dei Servizi segreti messo a sua disposizione». «Indebite strumentalizzazioni”, per i rappresentanti del Pdl nel Copasir, Fabrizio Cicchitto, Giuseppe Esposito e Gaetano Quagliariello, che invitano a non confondere “i temi istituzionali relativi alla sicurezza nazionale” con i presunti scandali di questi giorni. Un punto, quest’ultimo, sul quale si apre l’ennesimo fronte di rottura con gli alleati di Futuro e Libertà». 

E inoltre sui giornali di oggi:

OBAMA
LA REPUBBLICA – Alle elezioni americane dedica molte analisi, cominciando con quella di Federico Rampini che riferisce di un presidente sconfitto che fa il mea culpa: «Mi prendo tutta la responsabilità il potere è dei cittadini, io sono qui per servire, ho il dovere di ascoltare il messaggio». Obama annuncia anche che è disponibile a lavorare insieme ai repubblicani, anche se avverte «non sono disposto a rovesciare le mie politiche». In pratica commenta Rampini non è disponibile a trattare su sanità, scuola e ambiente, ma a mediare sull’esigenza di ridurre il deficit sì. In pratica è cominciata la campagna elettorale per il 2012. «Alla Casa Bianca corro il pericolo di vivere in una bolla. Quando ero un candidato agli americani si identificavano con la mia storia personale, nonostante lo strano nome che porto. Ora ho bisogno di tornare più spesso fuori» conclude Obama.

IL MANIFESTO – L’apertura è dedicata alle elezioni americane e al loro risultato. La foto mostra un Obama all’interno della Casa Bianca che cammina solo lungo un corridoio «Notte americana» questo il titolo scelto per raccontare che «I Repubblicani conquistano la Camera e dieci nuovi governatori, il Senato ai Democratici. Obama: “È colpa mia, la gente non ha capito il cambiamento, è frustrata dalla crisi”. Ai vincitori: “Lavoriamo insieme”. Tea Party, nasce in Florida la stella Rubio», quattro le pagine interne sul tema. In prima pagina il commento di Marco d’Eramo «Obama dimezzato». «L’America non sa dove sbattere la testa; ecco l’identikit degli Stati uniti che emerge dal voto di martedì. È andata alle urne una società che ha pignorato la casa e sbattuto per strada 2,8 milioni di famiglie solo nel 2009 (e quest’anno va peggio), che ha licenziato 15 milioni di cittadini e altri 15 ne ha relegati in lavoretti, e sta per privare del sussidio di disoccupazione una decina di milioni di persone (…) Da oggi, al di là degli ostentati propositi di aperture bipartisan e disponibilità al compromesso, nei palazzi di Washington si combatterà una guerriglia di corridoio, si trameranno imboscate legislative, trappole procedurali per aggirare una sostanziale situazione di stallo istituzionale (…)».

AVVENIRE – “Un pugno di voti salva Obama dal ko elettorale” è il titolo in prima di AVVENIRE che dedica 4 pagine interne all’analisi del voto nelle elezioni Usa di Midterm. A pagina 2 Andrea Lavazza scrive nel commento “Appassice la speranza, il riflusso durerà?”: «In un elettorato sfiduciato e sempre più ostile ai partiti tradizionali, la spinta dei populisti ha intercettato una crescente ansia di cambiamento che percorre la parte di popolazione ancora disposta ad andare alle urne. In un’era di accelerazione – reale e soggettiva – del tempo, la politica deve fare i conti, e non solo in America, con un’ansi di novità che finisce con il travolgere la “svolta”  elettorale precedente… La speranza sollevata da Obama è sfiorita in meno di due anni, complice ovviamente il disastro economico: il risultato antistatalista potrebbe avere vita altrettanto breve, sia per l’inesperienza dei parlamentari del Tea Paty, sia per la necessità di venire a patti con la realtà che non consente fughe in avanti ideologiche».

SUD CONTRO NORD
CORRIERE DELLA SERA – Editoriale in prima di Angelo Panebianco: “L’altra secessione” . Un passo: “Il secessionismo culturale del Sud, nonostante il suo successo e la sua diffusione, ha il fiato corto. A differenza di quello del Nord non può tradursi in secessionismo politico: non dispone dei soldi. Può però avere l’effetto di esasperare ulteriormente il secessionismo nordista. Infatti, anche il movimento leghista è a un bivio, spinto dai suoi stessi impulsi in direzioni diverse: la testa (la ragione) gli detta di cercare soluzioni federali; la pancia lo spinge verso la secessione: un esito che, se si realizzasse, abbasserebbe drasticamente il rango internazionale del Nord (per esempio, in Europa) con molte e pesanti ripercussioni negative. Berlusconi, costruendo l’unico vero partito nazionale in circolazione (forte al Nord come al Sud) ha precariamente, avventurosamente, e provvisoriamente, surrogato il ruolo storico che era stato della Dc, tenendo di fatto insieme il Paese. Quando il suo partito si disferà (probabilmente ciò accadrà quando egli uscirà di scena), Nord e Sud si troveranno l’uno di fronte all’altro senza mediazioni, l’uno contro l’altro. E per l’unità d’Italia sarà l’ora della verità”.

PRODI ALL’ONU
ITALIA OGGI – Sindaco di Roma? Macchè, Romano Prodi ha in mente il palazzo di vetro di New York. Il pezzo “Altro che due torri, Prodi adesso punta alla presidenza dell’Onu” sostiene che dietro al rifiuto della candidatura a sindaco di Bologna c’è il desiderio «inconfessabile di scalare le Nazioni Unite». Secondo il pezzo, l’ex premier potrebbe succedere a Ban Ki-Moon con la spinta della Cina, di alcuni europei e africani. «I segnali, anche se lui non confermerà neppure sotto tortura» scrive ITALIA OGGI «ci sono tutti. Basta guardare come si è rimesso in marcia, a partire dal primo incarico accettato dopo la caduta del suo ultimo governo come presidente del Gruppo di lavoro Onu-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping. E poi  dai cicli di lezioni che sta facendo nelle università statunitensi, l’ultimo alla Brown University di Rhode Island e in quelle cinesi come la Chinese Academy of Governance di Pechino e la China Europe international business school di Shanghai». 
 
STADI VIOLENTI
IL GIORNALE – Il quotidiano di via Verdi annuncia che «c’è un piano per incendiare il derby di Roma». I cronisti Chiocci e di Dio  scrivono : «Secondo una informativa riservatissima dei servizi segreti girata per competenza alla Digos di Roma si paventavano disordini fra ultras laziali, un tempo compatti. Il motivo sarebbe il controllo della Curva Nord orfana dei tifosi e dei capi messi temporaneamente fuorigioco dall’inchiesta dei casalesi che tentavano la scalata  alla Società sportiva Lazio con l’appoggio interessato dell’americano (latitante) Giorgio Chinaglia.». Il pezzo mette in evidenza che «a innescare le violenze potrebbero essere gli stessi teppisti che a Terzigno hanno acceso la miccia nella guerriglia e che in occasione delle manifestazioni dei disoccupati organizzati nel capoluogo campano. Specialisti negli assalti mordi e fuggi alle forze dell’ordine. Stile black bloc».

TAGLI
ITALIA OGGI – “Bondi taglia tutto. Ma salva Cavour”. Un pezzo a pagina 5 nella sezione Primo Piano sul decreto del ministro Bondi che azzera 27 organizzazioni per celebrazioni varie. L’unico a salvarsi è stato il Comitato nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Camillo Benso conte di Cavour al quale nel 2010 sono stati assegnati 182 mila euro. Tra le vittime illustri il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della Confindustria. In tutto risparmiati 3 milioni di euro. 

SCORIE NUCLEARI
IL SOLE 24 ORE – “Bocciato l’export di scorie nucleari”, L’Europa interviene sul nodo mai risolto dei depositi definitivi (che ancora nessuno ha), con la proposta del il commissario Ue all’Energia Guenther Oettinger: «La proposta prevede che entro il 2015 tutti gli stati membri notifichino alla Commissione i rispettivi programmi nazionali, calendarizzati, per la costruzione di depositi definitivi per lo stoccaggio dei residui nucleari. Bruxelles potrà chiedere di modificarli, se lo ritenesse opportuno. I centri di stoccaggio potranno essere utilizzati da due o più Stati di comune accordo. La popolazione dovrà essere informata e associata al processo decisionale. Le licenze di costruzione saranno date da Autorità indipendenti con il compito di verificare il rispetto delle norme di sicurezza fissate dall’Aiea (Agenzia internazionale dell’energia atomica), che diventeranno giuridicamente vincolanti. Non sarà più consentita “l’opzione a basso costo e a bassi standard di sicurezza”, cioè l’export delle scorie verso i paesi terzi. “Tutte dovranno essere stoccate nel territorio comunitario e tutti i paesi Ue dovranno assumersene la responsabilità” ha insistito Oettinger. (…) Per il futuro comunque, sottolinea Oettinger, chi farà nuove centrali dovrà anche costruire contestualmente il deposito permanente per le scorie». Una tegola sul nucleare italiano, come sottolinea il pezzo di spalla “Un ostacolo in più per le centrali in Italia”, visto che il deposito nazionale non c’è, non è nemmeno ipotizzato, dopo il tentativo fallito di Scanzano Ionico: «La commissione Ue non si accontenterà dell’ennesima soluzione “di transizione” che sta prendendo forma tra Palazzo Chigi, i ministeri dello Sviluppo e dell’Ambiente, la conferenza Stato-Regioni. Ovvero una serie di depositi di superficie per le nostre vecchie e nuove scorie nucleari che con tutta probabilità non saranno altro che gli attuali depositi “provvisori” piazzati nei siti delle vecchie centrali atomiche chiuse con il referendum del 1987. Depositi magari modernizzati, riadattati. Ma pur sempre di transito, non certo in grado di garantire prima il trattamento e poi la conservazione permanente dello scomodissimo materiale».


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