Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Caso Ruby, il “reality” di Berlusconi

"Ho una relazione stabile", così il premier sposta l'attenzione

di Franco Bomprezzi

Ci risiamo. Il caso Ruby, con le indagini della Procura di Milano, e l’accusa al premier di “concussione” e “prostituzione minorile”, monopolizza l’attenzione della politica e dei media, specie se Berlusconi continua a produrre colpi di scena mediatici, come la rivelazione, in videomessaggio, di avere una “relazione stabile”, con l’intento di dimostrare l’infondatezza delle accuse.

Il CORRIERE DELLA SERA non cade nella trappola del presidente del Consiglio e titola in modo tecnico: “Berlusconi non andrà dai pm”, lasciando nel sommario l’annuncio: “Ho una relazione stabile, mai pagato per una donna”. Servizi da pagina 2 a pagina 6. Innanzitutto l’annuncio a Studio Aperto di Italia Uno: “Berlusconi in tv: giustizia politica. Ho una relazione con una persona”. Giganteggia la foto di Berlusconi durante il videomessaggio, alle sue spalle il CORRIERE fa notare le foto dei figli più piccoli. Il clou del messaggio, a parte le consuete accuse alla magistratura, è in questa frase: “Da quando mi sono separato, ma non avrei voluto dirlo per non esporla mediaticamente, ho avuto uno stabile rapporto di affetto con una persona. Questa persona ovviamente era spesso con me anche in quelle serate e certo non avrebbe consentito che accadessero a cena quegli assurdi fatti ipotizzati”. Un colpo di scena difensivo, che lascia molto perplessi, e scatena la caccia al “chi è?”. Fabrizio Roncone sguazza un po’ nel toto-fidanzata cercando inutilmente un nome. Marco Galluzzo, il cronista politico che segue sempre Berlusconi per il CORRIERE, annota invece che la preoccupazione vera del premier adesso è legata alla quasi certa divulgazione delle carte consegnate dai magistrati milanesi al Parlamento: “Oggi ventuno deputati conosceranno gli atti dell’inchiesta trasmessa a Montecitorio, c’è da scommettere che in poche ore quegli atti diverranno pubblici”. Di qui il ritorno all’idea di modificare le norme sulle intercettazioni, anche questo un film già visto più volte. Pagina 5 dedicata alle fibrillazioni nella maggioranza: “Il consiglio di Bossi: lasci stare i magistrati” è il titolo a tutta pagina del pezzo di Marco Cremonesi, mentre Paola Di Caro non ha dubbi: “«Situazione difficile, ci sarà da lottare» Nella maggioranza scatta l’allarme rosso”. Le procedure parlamentari sono descritte in una scheda: “Carte «blindate» Castagnetti decide i tempi”. Già, perché il presidente della giunta per le autorizzazioni a procedere è Pierluigi Castagnetti (Pd). E che le carte siano a dir poco esplosive lo si capisce perfettamente dal pezzo a doppia firma a pagina 6, sui contenuti dell’inchiesta, di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella: “Le istruzione alle ragazze. Minetti prima della festa «Ti briffo, ne vedrai di ogni». Sommario in linea: “Una danzatrice del ventre racconta ai pm: «Io disgustata». Il premier conferma in tv: ho dato soldi a Mora, «un prestito»”. Ecco un passo eloquente dell’articolo: “La natura delle feste del premier ad Arcore, specie nella parte che segue l’iniziale cena per mutarsi in spettacolo sceneggiato e sfociare infine nella scelta delle ospiti ammesse a trascorrere la notte in villa, è stata del resto poco a poco ricostruita dall’indagine attraverso quella parte di dichiarazioni di Ruby prese con le molle dai pm che sono state invece indirettamente confermate dalle intercettazioni di altre partecipanti. Sui loro cellulari intercettati sono state captate anche conversazioni con l’europarlamentare Licia Ronzulli e la deputata pdl Mariarosaria Rossi riguardo alle feste di cui ma sempre solo nella fase iniziale della cena l’una sarebbe stata ospite in una occasione e l’altra qualche volta in più. Le telefonate compaiono nell’invito a comparire a Berlusconi perché per l’accusa indirettamente dimostrano che nelle feste del premier c’erano di norma dopocena molto vivaci a notte inoltrata: sicché sembra evocare una eccezione la telefonata in cui l’onorevole Rossi alla ribalta delle cronache estive per avere organizzato al Castello di Tor Crescenza due cene politiche di donne parlamentari pdl in onore di Berlusconi nei giorni della crisi con Fini alla vigilia di una delle serate di Arcore scherza con una delle ragazze e, in considerazione di un impegno ufficiale l’indomani con il presidente del Senato Schifani, si raccomanda: «A mezzanotte, però, stavolta tutti a letto!»”.

“Berlusconi show: mai pagato donne” è il titolo de LA REPUBBLICA che al caso Ruby dedica ampio spazio. Sono sette le pagine, dopo la prima. Comincia Alberto D’Argenio: «Silvio Berlusconi prova a giocare d’anticipo, a precedere il terremoto politico e mediatico che scateneranno le carte della procura di Milano da oggi al vaglio della giunta per le autorizzazioni della Camera» è l’attacco del suo pezzo che prosegue parlando di una «dirompente difesa televisiva senza contraddittorio». Mai pagato donne, quello che faccio a casa mia riguarda me solo. Parla di «inaccettabile intromissione» il premier che spiega anche il passaggio di denaro verso alcune persone: le ho aiutate perché sono generoso, ha spiegato in sintesi. Poi l’annuncio: ho una relazione stabile da tempo. Una cosa in realtà messa in dubbio in un pezzo a fianco: nessuno avrebbe mai sentito parlare di questa love story dicono i fedelissimi del premier. Una rivelazione che scatena l’ironia di Natalia Aspesi che (in “La signora senza volto e la vita-fiction di Silvio”) scrive: «non c’è che da rivolgersi al poeta di corte, il simpatico Alfonso Signorini, e alla sua costante e fervida opera di incensamento di tutti i Berlusconi anche secondari». Difficile credere, in effetti, che un uomo pubblico così paparazzato abbia potuto nascondere una compagna per mesi. Ma questa dello scoop sarebbe una tattica dilatoria, insinua Liana Milella nel suo retroscena  (“«Stop al processo a tutti i costi» il premier ricorrerà alla Consulta”). Contenere i danni giocando d’anticipo, attutendo l’impatto e stoppando tutto con un ricorso alla Consulta. Strategia consigliata dall’avvocato deputato Niccolò Ghedini. Nel frattempo monta l’irritazione del Colle. Fra le reazioni, si segnala l’invito di Fini («vada dai magistrati, dica la sua opinione, affermi la sua estraneità») e quella di Bersani: il videomessaggio è «uno spettacolo imbarazzante e desolante». Chiude una doppia sull’inchiesta (il premier avrebbe saputo che Ruby era minorenne) e una singola sulle feste con Putin (dopo gli onori di Stato, 20 ore di sollazzo privato).

IL GIORNALE apre a tutta pagina con “Berlusconi è fidanzato”. «Il premier a sorpresa annuncia di avere una relazione stabile e definisce “assurde” le accuse sul caso Ruby. “È una persecuzione, questo non è un Paese libero. I magistrati conducono battaglie politiche”. Il direttore Alessandro Sallusti firma l’editoriale. «La notizia è che Sil­vi­o Berlusconi è fi­danzato. Il nome di questa signora, entrata nella vita del premier dopo la sepa­razione da Veronica, è ancora misterioso. Fi­no a ieri di lei si sapeva solo nella cerchia più stretta, da oggi il segre­to sulla sua identità cre­do durerà poco. Non stiamo parlando di gos­sip­ o di una trovata a ef­fetto per sviare l’atten­zione. Svelare la storia personale con la dama misteriosa era necessa­rio per rimettere un po’ d’ordine in una vi­cenda che sta assu­mendo contorni surre­ali. Giovani donne del­lo spettacolo fatte pas­sare per escort, cene per orge, la generosità per pagamento di pre­stazioni. La mia com­pagna, ha detto ieri Berlusconi, era presen­te a quasi tutte quelle serate finite sotto in­chiesta ed è ovvio che in sua presenza non sa­rebbe potuto accadere quello che si legge sui giornali in questi gior­ni». Una rivelazione che secondo il giornalista «non farà piacere ai giustizialisti che già vedono Berlu­sconi al gabbio. Ieri, di fatto, se l’è augurato anche Giuseppe D’Avanzo in un artico­lo pubblicato da Re­pubblica : due giorni o una settimana ma in cella finirà, ha scritto. Una speranza condivi­sa dal suo editore, Car­lo De Benedetti, che non vede l’ora di pareg­giare il conto con il ne­mico di sempre, Silvio Berlusconi». E proprio su De Benedetti Sallusti sgancia l’immancabile bomba al vetriolo: «De Bene­detti, infatti, agli arre­sti ci finì davvero per una vicenda di tangen­ti e da allora, nonostan­te i tentativi di rimuo­vere l’onta prendendo anche la tessera nume­ro uno del Pd, non si dà pace. Ha infatti fatto di tutto con i suoi giornali perché Berlusconi di­ventasse uguale a lui non essendo riuscito lui a essere uguale a Berlusconi». Chiude con una battuta il direttore del quotidiano di via Negri «Le prossime ore sa­ranno decisive sia sul piano giudiziario sia, di conseguenza, politi­co. Vuoi vedere che Berlusconi, che per via delle donne ha avuto solo guai, per una volta sarà salvato da una donna? La fidanzata misteriosa, ma poi non tanto, e non a tutti». Stefano Zurlo invece riserva una frecciata a Repubblica. Suo “I giudici di Repubblica: sentenza già scritta, il premier andrà in galera”. «Il tribunale speciale di Repubblica si porta avanti: il Cavaliere ha già un piede nella cella. Va bene il processo lampo col rito immediato e il salto dell’udienza preliminare. Ma a Piero Colaprico e Giuseppe D’Avanzo, che firmano una lenzuolata a doppia pagina, non basta. Ruby esige altro. E già dalla titolazione ci informano che su Berlusconi incombe “il rischio del carcere”. Addirittura? Sì, qui siamo già oltre l’inchiesta e siamo anche al di là di quell’antico retaggio costituzionale chiamato presunzione di innocenza. Siamo oltre il processo, oltre l’eventuale sentenza, l’appello e la Cassazione. Siamo alla presunzione di colpevolezza. E non c’è tempo per riflettere su complicate questioni di procedura, sulla competenza o sul fantasma del tribunale dei ministri che aleggia sull’inchiesta di rito ambrosiano. No, il ragionamento, serrato, è molto semplice: in caso di condanna, Berlusconi andrà dritto in galera. Repubblica ricorda anzitutto che il favoreggiamento della prostituzione è punito con una pena compresa fra i 6 mesi e i 3 anni».

IL SOLE 24 ORE dedica spazio alla vicenda nella versione on line. Celestina Dominelli firma “Berlusconi: mai pagato donne, ho un rapporto stabile da quando mi sono separato”. «Silvio Berlusconi si difende dall’accusa di aver pagato alcune donne per ottenere in cambio prestazioni sessuali. «È una cosa che non mi è mai successa neanche una sola volta nella vita. È una cosa che considererei degradante per la mia dignità». In un videomessaggio ai promotori della libertà, anticipato da Studio Aperto, il premier torna ad attaccare i magistrati parlando ancora di persecuzione giudiziaria nei suoi confronti e rivela di avere «una relazione stabile con una donna» dopo l’addio alla seconda moglie Veronica Lario. «Da quando mi sono separato, ma non avrei mai voluto dirlo per non esporla mediaticamente, ho avuto uno stabile rapporto di affetto con una persona che ovviamente era assai spesso con me anche in quelle serate». Stefano Elli invece riassume le accuse a Berlusconi. “L’accusa dei pm di Milano: Quelle ragazze pagate cash con banconote da 500 euro”. «“Prove evidenti”. È questo uno dei tre elementi fondamentali che hanno indotto la Procura di Milano ad agire con rito immediato nei confronti di Silvio Berlusconi nell’ambito dell’inchiesta “Ruby” Rubacuori sulla prostituzione minorile. Prove tecniche, come la localizzazione delle celle dei telefoni mobili dei protagonisti della vicenda; individuando, dunque, dove questi si trovassero effettivamente nei momenti della consumazione dei reati ipotizzati. Intercettazioni, telefoniche e ambientali. Ma anche prove materiali. Nelle ultime 24 ore si sono susseguite numerose perquisizioni. Alcune delle quali anche nelle abitazioni di 14 ragazze, tutte residenti nel condominio di via Olgettina 45, a Milano 2 un complesso che sarebbe stato concesso loro in comodato d’uso dallo stesso Berlusconi. Perquisita anche l’abitazione genovese di Ruby “Karima” El Mahroug e del convivente Luca Risso. Di qui le voci che si erano diffuse al palazzo di giustizia di Milano sull’acquisizione agli atti di fotografie e addirittura di video girati con i telefonini all’interno di Villa San Martino. Voci peraltro smentite seccamente da fonti investigative».

Lancio in prima e 7 pagine dedicate al caso Ruby e dintorni per LA STAMPA. “Berlusconi contrattacca in tv” è il titolo di prima, e ancora, nei servizi interni: “Il premier in tv: niente festini ho avuto una relazione stabile”, “Silvio alla battaglia finale e spunta l’ipotesi dimissioni”, “Nicole o Graziana? Parte la caccia alla dama bianca”. A pagina 5 Guido Ruotolo si concentra sul dossier che è arrivato nelle mani del presidente della giunta per le autorizzazioni a procedere, Pierluigi Castagnetti, che si preoccuperà di  pubblicare gli atti in settimana. Intanto una colonnina, sempre a pagina 5 rileva come il mito della privacy negli Stati Uniti sia morto e sepolto dopo gli scandali di Kennedy (Ted) per finire con il caso Lewinsky. Pagina 6 e 7 sono dedicate alle reazioni all’interno della stessa maggioranza con la Lega in forte pressing sul premier: “Bossi evoca le elezioni: Se si fosse votato avremmo già vinto” e quelle dall’altra parte del Tevere: “La cautela del Vaticano: non si cambia cavallo”: «In Segreteria di Stato, dove i vertici Bertone e Filoni sono molto attenti agli aspetti istituzionali, si invita alla prudenza nel valutare il caso-Berlusconi. La situazione è ‘fondamentalmente immutata’, riflettono al Palazzo Apostolico. Inoltre ‘anche in altre circostanze’, getta acqua sul fuoco la dirigenza vaticana, ‘le accuse al capo dell’esecutivo sono rimaste senza riscontri oggettivi’. Non e’ in discussione al momento l’asse tra Vaticano e governo».

E inoltre sui giornali di oggi:

TUNISIA
LA REPUBBLICA – “È guerra nelle strade di Tunisi. Battaglia al palazzo presidenziale tra esercito e milizie di Ben Ali”.  Una situazione sempre più difficile: nessuno si fida più di nessuno, la rabbia popolare si è sfogata contro le stazioni della polizia; il cibo ormai scarseggia e lunghe file ai negozi alimentari. Il premier Ghannouchi promette tolleranza zero (in manette già l’ex ministro dell’Interno e 3mila poliziotti fedeli al regime). Il sindacato invita a tornare al lavoro mentre si rende noto l’accordo per un nuovo governo del quale faranno parte solo le opposizioni legali. «È un momento storico per l’intero mondo arabo: l’impatto di questa rivoluzione non si fermerà» spiega Ala Al Aswani, uno dei più noti scrittori arabi. «Il mondo arabo è a una svolta, ma non so chi sarà il prossimo a voltare pagina spiega avvertendo che l’ondata di proteste non si fermerà in Tunisia.

LAVORO
ITALIA OGGI – Il futuro è negli ospedali. Secondo l’inchiesta a pag 52 e 53 del quotidiano dei professionisti “Nelle corsie degli ospedali nuove chance per i giovani” mancano a oggi almeno 23 mila infermieri. Ma non solo. «E’ atteso per i prossimi 10 anni un pensionamento di massa per oltre 115 medici, creando così nuove opportunità peri i giovani e azzerando praticamente quell’ 8% di disoccupazione da Almalaurea». Le opportunità professioni anche nella dirigenza medica.

BATTISTI
LA STAMPA – Esclusiva intervista all’ex ministro della giustizia del Brasile, Tarso Genro. Nell’intervista Genro, che oggi è governatore dello Stato brasiliano del Rio Grande do Sul, dice di non sapere se oggi, in un processo condotto con tutte le garanzie, Battisti verrebbe giudicato “non colpevole”: «Ciò che so è che nelle condizioni in cui il processo fu fatto all’epoca la sua condanna (all’ergastolo) è impregnata di dubbi e in qualsiasi sistema giuridico democratico, il dubbio sulle prove è un dubbio che incide sullo stesso crimine. In dubbio pro reo, insomma». «Voglio solo ricordare al popolo italiano – prosegue l’ex ministro brasiliano – che giustificare l’estradizione di Battisti a partire dalla semplice etichetta di ‘terrorista’, come fanno alcuni esponenti della destra italiana o di altre parti politiche, non serve. E ricordare loro che anche io e altri, tra cui la presidente Dilma Roussef, eravamo definiti dalla dittatura militare esattamente così, ‘terroristi’, quando in realtà lottavamo per il ritorno alle libertà democratiche». 
 
IMMIGRAZIONE
ITALIA OGGI – “Un decreto flussi più tecnologico“. Una pagina intera dedicata al software che da oggi è disponibile per la compilazione delle domande per conquistarsi uno dei 98.080 ingessi disponibili. In evidenza le tipologia dei visti. Per esempio: 52.080 sono per gli ingressi per lavoro subordinato in tutti i settori, riservati a cittadini di Paesi che non hanno quote riservate.  3.000 sono per conversioni di permesso per studio in permessi per lavoro subordinato. 

CHIESA
CORRIERE DELLA SERA – “Da anglicano a prete-nonno «Grazie al Papa e a mia moglie»”: interessante pezzo di  Gian Guido Vecchi, a pagina 21, sul caso di Keith Newton, padre di tre figli, che sarà il primo sacerdote sposato a far parte di una Conferenza episcopale cattolica. Nasce così, per volere di Benedetto XVI, il primo “ordinariato personale” creato in Gran Bretagna per accogliere gli ex anglicani nella chiesa cattolica. 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA