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A Milano calano i consumi

Lo dice un'indagine dell'Asl locale. «Usa sostanze illecite il 32% in meno di tre anni fa»

di Daniele Biella

Clamoroso: a Milano circola meno droga di tre anni fa. Un dato su tutti: se nel 2007 erano 124mila le persone che dichiaravano di aver consumato almeno una sostanza (cannabis, cocaina, anfetamine) negli ultimi 12 mesi, nel 2010 il numero è sceno a poco più di 90mila, ovvero, meno 32%.

Sorprendono i risultati della ‘Terza indagine sui consumi di sostanze psicotrope nella popolazione milanese’, presentata giovedì 24 febbraio 2011 ed effettuata dall’Asl di Milano sotto la supervisione di Riccardo Gatti, direttore del dipartimento dipendenze della stessa Azienda sanitaria (considerato l’osservatorio più attivo d’Italia, i cui riscontri sul capoluogo milanese di solito anticipano le tendenza nazionale). Ma attenzione, parallelamente al minor consumo, cresce il numero di utenti che si rivolgono ai servizi pubblici di cura dalle dipendenze.

Le cifre dell’indagine, ottenute tramite la somministrazione di questionari a 3700 persone dai 15 ai 64 anni in luoghi ‘comuni’ della città (uffici pubblici, piscine, centri commerciali, fast food, concerti), rilevano un abbassamento dei consumi a ogni livello: nei consumatori assidui, come detto poco sopra, in quelli che consumano una volta all’anno (meno 28% in tre anni, da 170 a 123mila), fino a chi consuma in modo molto più occasionale (meno 29%, da 170 a 123mila). Risultati inattesi? “Finalmente siamo di fronte a una controtendenza”, sottolinea Gatti, “si sta diffondendo nella popolazione un atteggiamento generale che favorisce la diminuzione dell’uso di sostanze illecite: forse siamo alla fine dell’era in cui la droga veniva considerata un bene di consumo di massa”.

Le motivazioni, secondo il direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl milanese, sono molteplici: “in primo luogo la crisi economica, perchè calando la ricchezza individuale calano i consumi dei beni in generale, droga compresa”. La seconda causa possibile ha a che fare con internet: “sono aumentate le possibilità aggregative, di relazione e di alterazione, nel senso di rappresentazione come ‘altro da sé’, che prescindono dall’uso di droghe, come i luoghi ‘virtuali’ di ritrovo sulla Rete”, specifica Gatti, “qui la droga , intesa come uso di sostanze, entra di meno, la dipendenza viene piuttosto da altri fattori, come il gioco d’azzardo o dall’uso di Internet stesso”.

Parte in causa nel calo dei consumi della popolazione milanese può anche derivare dall’azione positiva degli operatori sociali: “da una parte è stato potenziato il numero di controlli”, prosegue Gatti, “dall’altro ha avuto il suo effetto il costante lavoro di prevenzione e di comunicazione per dissuadere dall’uso di droghe e dall’abuso di alcol”. La nota positiva rilevata dall’indagine dell’Asl di Milano, però, non deve portare a un abbassamento della guardia: “il numero assoluto di persone che dichiarano di aver consumato droga in città, quasi 300mila, è comunque uno dei più alti d’Europa”, rileva ancora Gatti, “così come la spesa per comprare le sostanze: si arriva a 25-30 milioni di euro l’anno”.

Tra le altre evidenze che emergono dalla Terza indagine su consumi (dopo quelle del 2004 e del 2010), si nota una diminuzione dei giovani tra i 15 e i 24 anni che nell’ultimo anno hanno dichiarato di utilizzare cannabinoidi e cocaina: dal 40% del 2007 al 28% del 2010. Allo stesso modo, per la cocaina si passa dall’11% al 5%. Sono i maschi i maggiori consumatori. Il 15% di loro dice di essersi fatto una o più ‘canne’ nell’ultimo anno (contro il 7% delle femmine), il 3,4% ha usato cocaina, contro lo 0,8% delle ragazze. “Probabilmente oggi essere ‘alternativi’ significa non fumare lo spinello o farsi la striscia di coca”, rileva il direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl milanese, “esattamente l’opposto di soli tre anni fa”.

Al calare dei consumi, però, non corrisponde un calo delle richieste di cura ai servizi pubblici: l’indagine rileva che i 1.583 ‘cocainomani’ curati nel 2007 sono diventati 2.112 nel 2010, mentre per i dipendenti da cannabis si è passati da 342 a 904, sempre nello stesso triennio. È divenuta considerevole, infine, la richiesta di droga attraverso internet e presso gli ‘smart shop’: i giovani che dichiarano di aver acquistato droghe online sono il 2% del totale, nei negozi specializzati il 2,9%.


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