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Cooperazione & Relazioni internazionali

ActionAid: «Dimenticati 44 milioni di poveri»

Il vicesegretario De Fraia: «Si parli dell’aumento del costo del cibo. Non c'è sicurezza senza sviluppo»

di Redazione

«Non può esserci sicurezza senza sviluppo», denuncia Luca De Fraia, vicesegretario generale di ActionAid nel giorno del vertice G8 di Deauville. «Gli otto grandi della Terra si stanno per sedere al tavolo del G8 per parlare di sicurezza, di nucleare e di Internet, dimenticando che l’aumento del costo del cibo ha spinto nella povertà estrema altre 44 milioni di persone».

Secondo ActionAid la crisi economica e l’incremento dei prezzi dei beni agricoli sono fra le principali cause delle «rivolte del pane» che stanno scuotendo gli equilibri mondiali. In questo contesto, l’aiuto ai paesi in via di sviluppo è diventato strumento di interessi commerciali nazionali e questioni di sicurezza interna.

«Il mancato sviluppo e il peggioramento delle condizioni di vita in molti paesi del Sud del mondo è una responsabilità che va attribuita anche ai paesi del G8, che in questi anni non hanno tenuto fede agli impegni presi nei Vertici passati, a partire da Gleneagles 2005», spiega De Fraia. «I dati emersi dal G8 Deauville Accountability Report sono l’ennesimo esercizio di “contabilità creativa” con cui i Governi fingono di aver mantenuto gli impegni internazionali».

Il G8 sostiene di aver stanziato quasi 49 miliardi di dollari sui 50 promessi al Vertice di Gleneagles. Eppure, secondo l’Ocse, gli Stati membri ne hanno versati solo 31 e dei 25 miliardi di dollari promessi nella stessa occasione all’Africa, ne sono stati stanziati solo 11. «Un ammanco totale di 19 miliardi di dollari che avrebbero potuto frenare la crescita di poveri nel mondo», continua De Fraia.

Di ritardi si parla anche in merito all’Aquila Food Security Initiative. Nel caso dell’Italia si afferma di aver speso l’81,57% dei 428 milioni di dollari promessi. «In realtà, la maggior parte dei fondi sono destinati al canale multilaterale, ad aiuti di emergenza o non si sa proprio come vengano spesi», spiega De Fraia. «Per dimostrare che gli impegni sono stati mantenuti, sono rendicontate come aiuti all’agricoltura anche spese che con essa hanno poco a che vedere, come i progetti di sminamento».

Anche sul tema salute le cose non vanno diversamente: durante il G8 del 2010 era stata lanciata la Muskoka Initiative on Maternal, Newborn and Child Health che prevedeva lo stanziamento di circa 7 miliardi di dollari per la salute materna e infantile. Ad oggi è impossibile capire quanti soldi siano stati effettivamente investiti a causa della totale mancanza di trasparenza nei sistemi di contabilizzazione. «L’agenda dello sviluppo è l’occasione per gli Otto paesi più industrializzati di dare un senso al G8», conclude De Fraia. «In un contesto internazionale così delicato, la spinta verso un nuovo equilibrio mondiale passa dalla lotta alla povertà, non dalle discussioni su Internet».


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