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Politica & Istituzioni

Tate e voucher, Marche formato famiglia

Politiche di conciliazione interventi da un milione di euro

di Francesco Dente

Dai Paesi nordici al Centro Italia. Le tagesmutter, le cosiddette “mamme di giorno”, sbarcano sull’Adriatico. I bambini marchigiani, al pari dei loro coetanei europei, potranno sperimentare le cure delle educatrici domiciliari che accolgono in casa i piccoli con meno di tre anni. I micro nidi domestici sono il fiore all’occhiello di Life, uno dei due pacchetti di interventi sulla conciliazione fra impegni familiari e lavorativi con cui la Regione, guidata da Gian Mario Spacca, spenderà il milione di euro del Fondo per le pari opportunità messo a disposizione dal ministero di Mara Carfagna.
Life, oltre ai contributi per le tagesmutter, prevede la possibilità di presentare progetti per prolungare e rendere più flessibili gli orari dei servizi per l’infanzia, per accogliere i minori da 16 a 36 mesi quattro ore al giorno nei baby parking comunali, per le attività di gioco che coinvolgono i piccoli e i genitori e, infine, per “Verde+”. Quest’ultimo, in particolare, indica i servizi educativi e ricreativi per l’infanzia realizzati d’estate nei parchi.
Le richieste di contributo potranno essere presentate dagli enti locali, da soggetti privati e da datori di lavoro pubblici e privati che gestiscono o sono intenzionati ad attivare uno dei servizi di pubblica utilità indicati in forma convenzionata con un ente pubblico.
Il secondo macro intervento si chiama invece Oasis e consiste nell’erogazione di voucher per l’acquisto di servizi socioeducativi per minori e per persone disabili. Un aiuto economico alle donne, dunque, finalizzato da un lato ad alleggerire i carichi di lavoro familiare, dall’altro a favorire l’accesso o il reinserimento nel mercato del lavoro. Il voucher sarà concesso per contribuire alle spese che i nuclei sopportano per le prestazioni per i figli disabili e per la frequenza dei nidi e degli asili (ma anche per il compenso alle baby sitter), dei servizi per minori organizzati da enti pubblici o non profit durante le vacanze scolastiche, delle ludoteche oppure delle attività di formazione culturale o artistica, purché non scolastiche. «L’introduzione del voucher di conciliazione», osserva Serenella Moroder, assessore alle Pari opportunità (nella foto), «è una risposta alla necessità di sostenere la domanda di servizi di assistenza per bambini, preservando un pieno rispetto del ruolo centrale della famiglia nella scelta delle prestazioni più idonee». Potranno richiedere il contributo le donne occupate, disoccupate, inoccupate, lavoratrici autonome o libere professioniste. Sarà assegnato per massimo dieci mesi e non potrà essere superiore a 1.500 euro.


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