Attivismo civico & Terzo settore

L’arte di fare avvicinare il cuore al portafoglio

Master in Fundraisng

di Redazione

Che il fundraising sia una professione in grande ascesa; che sia una risposta strategica all’arretramento del sostegno pubblico al privato sociale; che attiri molto i giovani per la sua carica dinamica era facile constatarlo al recente Festival che ha radunato a Castrocaro, nel maggio scorso, oltre 500 fundraiser da ogni angolo d’Italia.
Motore del Festival è, come ogni anno, Valerio Melandri, fundraiserche firma anche una rubrica su Vita. È lui a sintetizzare con una formula efficace il senso della professione: avvicinare il cuore delle persone al loro portafoglio. O, come ha detto Henry Rosso, il fundraiser è «la nobile arte di insegnare alle persone la gioia di donare».
Per preparare queste figure professionali di cui le associazioni hanno sempre più bisogno, dieci anni fa Melandri ha lanciato un master, all’interno della facoltà di Economia di Forlì, che nel tempo si è imposto come punto di riferimento della formazione nel settore. Segreto del successo, un’impostazione estremamente motivante e un approccio che porta in breve tempo a mettere a punto un piano di fundraising.
Il master quindi si distingueper il metodo interattivo e per l’approccio concreto verso il mondo del lavoro: la didattica si svolge attraverso esercitazioni e simulazioni, role playing, lavori di gruppo, analisi e discussione di casi aziendali sotto la guida di qualificati manager e con il supporto di un costante tutoring.
Ogni anno, in particolare, viene inserito nella programmazione didattica il “modulo Capstone”, ovvero di pratica professionale: sotto la guida di un esperto consulente di fundraising, presa in esame un’organizzazione, si realizza un piano di fundraising studiato ad hoc. Negli utlimi anni sono stati realizzati project work per realtà importanti come il Villaggio della Gioia dell’Associazione Giovanni XXIII, o il Villaggio Mafalda della cooperativa sociale Mafalda, tutt’ e due a Forlì.
Altro punto importante del master è il confronto con aziende attraverso la realizzazione di progetti operativi assegnati da organizzazioni esterne sulle quali lo studente può immediatamente mettersi alla prova per perfezionare il suo percorso formativo. Al termine del master, che dura un anno, lo studente si trova inserito nella rete di “Alumni attivi”, una sorta di community dei fundraiser italiani.
Il master, che inizia a gennaio, prevede uno stage (di 400 ore pari a circa 3 mesi, se part-time circa 5, e che solitamente prende avvio nel mese di settembre) e promuove anche periodi di stage all’estero. Un’apertura di orizzonti su esperienze internazionali viene garantita anche durante il corso dalla presenza di alcuni esperti quali, ad esempio, Guy Mallabone, Peters Geoffrey e Stephen Pidgeon.


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