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Sì del Senato. Tocca alla Camera

L'impatto della manovra sale a 70 miliardi. Tagli a sorpresa riguarderanno figli a carico, sanità e gli asili

di Redazione

Il Senato ha approvato la manovra economica con il voto di fiducia. I sì sono stati 161, i no 135. Tre gli astenuti. Il decreto, adesso, passa all’esame della Camera. Per domani è previsto il via libera definitivo.

”Nessuno fa una manovra come questa se non altro perché vuole il bene del Paese. E’ esatta e corretta, allineata sull’asse del tempo esattamente come concordato in l’Europa”, ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti in Aula a Palazzo Madama nel suo intervento prima del voto di fiducia.

“Senza il pareggio di bilancio il debito pubblico divorerebbe il futuro nostro e dei nostri figli”, ha poi affermato il titolare dell’Economia aggiungendo che ”ora serve un duro e responsabile lavoro comune per il paese e nel paese”. E Tremonti individua già un primo obiettivo da raggiungere: “Dobbiamo introdurre la regola d’oro del pareggio di bilancio nella Costituzione”.

Quindi, ricorrendo a una metafora, ha ammonito: ”Se il Titanic affonda, affondano anche i passeggeri di prima classe”. “Ora – ha sottolineato insistendo sulla necessità di trovare una soluzione politica ai problemi dell’Europa – siamo arrivati al dilemma o dramma dell’euro. O si va avanti o si va a fondo”. Ma, ha evidenziato, “la salvezza non arriva dalla finanza ma dalla politica e la politica non deve più fare errori”. Anche perché “è come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe”. Quindi ha concluso: ”Il Paese ci guarda: siamo diversi certo ma non troppo divisi. Per questo sono orgoglioso di essere con tutti voi”.

Il provvedimento, che è stato licenziato questa notte dalle commissioni, a regime, vale circa 47 miliardi di euro. Mentre nel 2013-2014 il valore cumulato supera 70 miliardi (arrivando a circa 71 mld). Lo riferisce il relatore, Gilberto Pichetto Fratin, parlando a margine dei lavori del Senato. Rispetto alla correzione iniziale, di 17,8 miliardi nel 2013 e 25,3 miliardi l’anno successivo, se ne aggiungono, con il passaggio in Senato, altri 6 miliardi nel primo anno e 22 miliardi l’anno successivo.

Secondo quanto riferisce il relatore al provvedimento, Gilberto Pichetto Fratin, nella manovra ci dovrebbe essere il taglio delle agevolazioni fiscali per tutte le voci. La misura, che dovrebbe scattare se non sarà approvata la delega fiscale entro settembre del 2013, interesserà tutte le 483 voci previste dal sistema attuale. ”Il governo, con successivi decreti -spiega- potrà decidere se escludere alcune voci”.


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