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Le mani della mafia sul gioco

Per ogni euro incassato dallo Stato 10 vanno alle cosche

di Redazione

Il mercato del gioco, legale e illegale, in Italia cresce inarrestabile. Ma la vera novità è che ha guadagnare non è lo Stato.

Se infatti l’industria dell’azzardo ha incamerato nel 2010 61 miliardi di euro pari al 3% del Pil, le cifre da capogiro sono altre. Per ogni euro incassato dallo Stato tramite lotto, superenalotto, gratta e vinci o scommesse sportive infatti «la criminalità organizzata ne incassa almeno dieci, considerando il gioco lecito e illecito».

Le scommesse clandestine, in base ai dati forniti dalla Guardia di finanza, ad esempio oscillano tra un miliardo e 1,5 miliardi di euro l’anno. Mentre solo la gestione dei videopoker, permette alle mafie di incassare qualcosa come 10 miliardi di euro. La denuncia arriva da Giuseppe Pisanu, presidente della Commissione antimafia.

Il Comitato antiriciclaggio ha divulgato  sull’argomento un`ampia relazione.  «Il gioco, comprese le scommesse su eventi sportivi», si legge nel testo, «per i notevoli introiti che vengono assicurati a fronte di rischi giudiziari relativamente contenuti, è diventato la nuova frontiera della criminalità organizzata di tipo mafioso».

Cosa nostra, camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita sono tutte impegnate nella spartizione del bottino. Da un lato gestendo direttamente le scommesse clandestine o imponendo slot machine “taroccate” ai gestori. «E nel settore delle scommesse su eventi sportivi ormai le mafie operano come soggetti economici inseriti a pieno titolo nel tessuto legale, non limitandosi più a semplici incursioni», si legge nella relazione.

Nel 2010 gli uomini della Guardia di Finanza hanno operato 6.095 interventi, sequestrato 3.746 videogiochi irregolari e scoperto 1.918 punti di raccolta di scommesse non autorizzate o clandestine. Per un giro d’affari di 2 milioni 57mila euro. Difficile non pensare allo scandalo di Scommessopoli che sta impoerversando nel mondo del pallone.

Il mercato delle scommesse è una torta allettante. Solo nel 2010 gli italiani hanno “giocato” qualcosa come 61 miliardi 433 milioni di euro, portando nelle casse dello Stato poco meno di nove miliardi (8 miliari 733 milioni). L`Italia è tra i primi cinque Paesi al mondo per volume di gioco.

Una notizia che si aggiunge a quella legata al terremoto in Abruzzo. Sul numero in edicola di Vita. Marina Moioli firma un’inchiesta in cui svela che i soldi previsti dal “Decreto Abruzzo” sono spariti. Secondo la norma, approvata per aiutare le popolazioni terremotate, avrebbero dovuto essere destinati alle zone colpite, fino al 2023, 500 milioni l’anno ricavati proprio dalle lotterie. I soldi sono stati effetivamente raccolti, in tutto 1100 milioni di euro (500 nel 2009 e 600 nel 2010). Cifra mai arrivata a destinazione.

Per leggere l’articolo “La scommessa persa dell’Abruzzo” clicca qui 


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