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Le Bcc alzano la voce contro le misure anticoop

«Inique e penelizzanti» le definiscono le Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali

di Redazione

Alzano la voce contro la manovra anche le banche di credito cooperativo: e’ “iniqua” e “penalizzante”, perche’ aumenta il prelievo impositivo ai fini Ires in aggiunta all’aggravio Irap definito con la manovra di luglio. In questo modo, denunciano le Bcc, “si genera un danno grave ed immediato andando a colpire un sistema che dallo scoppio della crisi ha svolto con coerenza il proprio ruolo ‘anticiclico’, facendo davvero sforzi straordinari per consentire a centinaia di migliaia di famiglie ed imprese di sostenere l’urto della crisi (gli impieghi delle BCC si attestano oggi attorno ai 150 miliardi di euro)”.

Tale provvedimento “priva le Bcc di una fonte di capitalizzazione importante, proprio in un momento in cui – nell’esigenza di rispettare le nuove regole di Basilea – tutte le banche ne hanno maggiormente bisogno. Le Bcc, difatti, non hanno altri mezzi di rafforzamento patrimoniale e non possono – a differenza delle banche spa – ricorrere al mercato”. Per questo motivo, il particolare regime fiscale delle Bcc “ha una funzione ripristinatoria della parita’ concorrenziale, essendo peraltro il patrimonio – per tutta la durata della societa’ – indivisibile ed indisponibile ai soci”. Tutto cio’, avvertono le banche di credito cooperativo, “si riflettera’, direttamente, sulla capacita’ delle BCC di erogare prestiti a famiglie ed imprese”.

Sulla base dei coefficienti di patrimonializzazione e di ponderazione del rischio, “e’ possibile prevedere che, per ogni milione in meno che le Bcc potranno capitalizzare, ci saranno circa 20 milioni in meno di impieghi a sostegno dell’economia reale”. Le Bcc, inoltre, “sono le uniche banche italiane che – dopo aver subito l’aumento dell’Irap decretato dalla prima manovra di luglio e che ha interessato la totalita’ degli istituti di credito – vengono oggi colpite da un ulteriore inasprimento fiscale in quanto cooperative”.

In questo contesto, il Credito Cooperativo italiano “non puo’ che far proprie anche le parole del Segretario di Stato Vaticano, Cardinal Tarcisio Bertone – che ringrazia – il quale, lo scorso 2 settembre, aveva parlato delle cooperative come di un ”mondo virtuoso, un mondo da apprezzare, che in tempi di crisi ha dato segni straordinari di lavoro e solidarieta”’ e che avrebbe meritato un ”trattamento migliore” di quello contenuto nella manovra economica”. La cooperazione italiana, che contribuisce all’8 per cento del Pil del nostro Paese, che rappresenta 83 mila imprese ed oltre 12 milioni di soci, e’ nella Costituzione riconosciuta e promossa in ragione della sua funzione. “Non finalizzata al profitto individuale, ma ad un vantaggio collettivo. Il rischio reale e’ che quel contributo allo sviluppo del nostro Paese che la cooperazione di credito – nello specifico – ha assicurato in questi anni, venga bloccato proprio mentre dovrebbe, invece, essere stimolato”, concludono le Bcc.


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