Sanità & Ricerca

La vita umana non ha prezzo. Nemmeno in tempo di crisi

Michela Marzano: «Ma forse qualcuno non la pensa così»

di Redazione

Michela Marzano, giovane filosofa che ha trovato fortuna Oltralpe (è considerata fra i cinquanta pensatori più influenti di Francia), già autrice di Sii bella e stai zitta, è in questi giorni in libreria con Volevo essere una farfalla (Mondadori), in cui racconta la sua lotta con l’anoressia. «Sono un’ombra che frana. Prima di diventare pietra. Lasciami perdere», scrive. Una metafora potente per tanti altri drammi del corpo femminile, a cominciare dall’aborto.
250 euro, possibile che bastino a cambiare una decisione tanto importante?
Mi viene il sospetto, mi perdoni, che persone che non avevano nessuna intenzione di abortire aderiscano all’iniziativa perché in tempi di crisi portare a casa qualcosa è sempre una boccata di ossigeno. Soprattutto però mi lascia perplessa l’implicito culturale che si può avallare, e cioè che si possa dare un prezzo alla vita umana.
Secondo lei quali sono gli stereotipi che ancora incatenano corpo delle donne?
Il problema è che siamo – tutti – schiavi dell’apparire. Il corpo continua ad essere considerato come un oggetto a propria disposizione: da un lato lo si sopravvaluta, dando all’immagine del corpo l’onere di rappresentarci, dall’altro c’è una svalutazione del corpo in quanto espressione di ciò che siamo.
C’è una grande distanza di genere nell’approccio alla legge 194: lo considera preoccupante?
Il problema non è avere punti di vista diversi, ma eventualmente l’imporli. È preoccupante quel che si vede in Italia, a tutti i livelli: la differenza si radicalizza, si è persa la capacità di dialogo, si arriva subito allo scontro. E dove c’è lo scontro non c’è alcuna possibilità di evolvere.
Si torna a far concidere la donna con la mamma, dice allarmata Elisabeth Badinter. Concorda con lei?
Sì, ma questo scagliarsi contro la maternità, soprattutto da parte di una che i figli li ha avuti, dimentica tutte quelle donne che vorrebbero diventare madre e non ce la fanno.


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