Attivismo civico & Terzo settore

Appello del non profit contro il prepensionamento delle lire

La misura decisa dal governo farebbe fallire la campagna solidale "L'ultima lira"

di Gabriella Meroni

Serve una proroga per il progetto di solidarietà “L’ultima lira”: l’annunciata prescrizione anticipata delle lire ancora in circolazione, infatti, contenuta nell’articolo 26 del decreto ”salva Italia”, rende «impossibile la realizzazione di alcuni importanti progetti di solidarietà avviati nei mesi scorsi». La denuncia arriva dalla campagna “L’ultima lira”, promossa da Prosolidar (il Fondo nazionale per progetti di solidarietà costituito dall’Abi e dai sindacati del settore del credito), in collaborazione con Biblioteca Vaticana, Emergency, Terre des Hommes e Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). Lanciata il 20 ottobre, la campagna invita i cittadini a «sbarazzarsi» delle vecchie lire ancora in loro possesso donandole a 5 iniziative culturali e di solidarietà, recandosi in banca e consegnando monete e banconote per la causa. Un’iniziativa che ora rischia di fallire per colpa del decreto Monti.

«Chiediamo di poter portare a termine la campagna “L’Ultima Lira”», ha scritto il presidente di Prosolidar Edgardo Iozia in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, «e che il Governo autorizzi la Banca d’Italia a cambiare in euro le banconote per quelle campagne del non profit avviate prima del 4 dicembre 2011. Sarebbe un peccato sprecare l’opportunità di fornire aiuto concreto a chi ha davvero bisogno, a fronte di un risparmio che per lo Stato sarebbe poco significativo«». «La campagna è stata già lanciata e diffusamente raccontata dai media», continua Iozia, «e in molti hanno risposto alla nostra richiesta di aiuto. Cosa dovremmo rispondere, ora, alle persone che hanno consegnato le lire ritrovate nei cassetti, pensando di aiutare le associazioni a portare a termine i loro progetti di solidarietà? Non possiamo immaginare, a questo punto, di fare marcia indietro».

Per approfondire: L’ultima lira? Va all’erario di Maurizio Regosa


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