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Attivismo civico & Terzo settore

Tutti per uno, in Senegal e Uganda

Le partnership: fondamentali per il futuro. Il caso 4Africa

di Redazione

Lavorare insieme, mettere in comune risorse e competenze. È il nuovo diktat che la crisi impone, ma il percorso era già stato avviato in passato con numerosi esempi di collaborazioni sul fronte della ricerca scientifica: dal progetto AGER, per la ricerca in campo agroalimentare, ad ARISLA per la lotta alla Sclerosi Laterale Amiotrofica, fino alla recente collaborazione con la francesce Agropolis, per gli studi sulla qualità del riso; e ancora l’alleanza con altre quattro fondazioni europee ? Fundaçao Calouste Gulbenkian, FondationMérieux, Nuffield Foundation e Volkswagen Stiftung ? per sostenere le ricerche di studiosi africani contro le Neglected Tropical Diseases (NTDs), un gruppo di malattie ancora trascurate. Collaborazioni importanti erano già state avviate anche sul fronte dei Servizi alla Persona, con Magnoni e DeAgostini col progetto “Un Campo nel cortile”, e, per la prossima apertura (16 dicembre) del dormitorio per senzatetto di Milano, con Enel Cuore, Ferrovie Italiane e Fondazione Milan.
Uno dei casi più significativi di collaborazione è certamente quello di Fondazioni4Africa, unico nel suo genere, che vede coinvolte quattro fondazioni italiane di origine bancaria: Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariparma, Fondazione Cariplo e Fondazione Monte dei Paschi di Siena, insieme alla Fondazione Umano Progresso per un impegno complessivo di oltre 11 milioni di euro. Due progetti Paese di cooperazione dislocati in Senegal e Nord Uganda, decine di organizzazioni coinvolte. Migliaia di persone a beneficiare dei risultati. La sinergia la forza e il filo conduttore di questa iniziativa che punta anche a radicare sul territorio italiano gli interventi che in realtà si svolgono oltre confine; ad esempio con la “Carovana4Africa” toscana svoltasi a Siena e Poggibonsi a fine ottobre, con iniziative celebrative del terzo anno del progetto; eventi itineranti realizzati nelle quattro regioni legate alle fondazioni e organizzate dalle associazioni di migranti senegalesi, in collegamento con le ONG; kermesse di spettacoli di musica e teatro, incontri informativi e di confronto, mostre fotografiche e degustazione di prodotti. Per mostrare quanto il progetto stia realizzando, oltre che interventi concreti in Africa. In Senegal si propone di migliorare le condizioni economiche e sociali delle popolazioni che vivono in ambito rurale e peri-urbano nel Paese, con azioni concrete: nuovi centri di condizionamento del mango, magazzini per lo stoccaggio e 150 donne formate per la conservazione del pesce, tre unità per la produzione di latte e quattro per la trasformazione di altri prodotti tipici locali; oltre mille tra allevatori, produttori coinvolti in formazione e accompagnamento su aspetti tecnici, gestionali e commerciali. Ricadute per il turismo responsabile con tre nuove strutture e alle quattro potenziate, servizi di ristorazione, alla partecipazione ad eventi e fiere di turismo responsabile. Sono nate 3 unioni di micro finanzia e 40 organizzazioni hanno seguito percorsi di professionalizzazione, elaborazione di prodotti di credito e di canalizzazione delle rimesse più adeguati; 200 operatori hanno partecipato a corsi e assistenza tecnica.
L’intervento nel Nord Uganda è incentrato sul rientro degli sfollati ai villaggi d’origine o verso altri luoghi di insediamento, per promuovere lo sviluppo locale sostenibile e la pace nei distretti di Gule, Amuru, Kitgum e Pader. Dall’inizio del progetto, nel quadro del piano nazionale,il 97% della popolazione sfollata è rientrata nelle zone di origine con interventi di ricostruzione e di potenziamento dei servizi sociali e socio-sanitari, con la rivitalizzazione dell’agricoltura, dei mercati e delle opportunità di generazione di reddito. Alcuni dati esemplificativi: 27 pozzi e 4 sistemi di raccolta d’acqua piovana; 1500 contadini hanno potuto seguire corsi di formazione e quasi mille buoni d’acquisto distribuiti per sementi e attrezzature agricole;145 mila persone sensibilizzate sui temi dell’Aids; dieci scuole oggetto di un intervento olistico di costruzione/ristrutturazione, formazione insegnanti, avvio di orti scolastici; 100 mila persone hanno beneficiato di servizi sanitari di base e specialistici del principale Ospedale St. Mary’s Lacor; 800 mila persone coinvolte nel programma vaccinazioni; 540 hanno beneficiato di attività generatrici di reddito (come la cooperativa Wawoto Kacel per la produzione di artigianato, bigiotteria, abbigliamento e tessuti). Gli interventi all’estero acquisiscono maggior valore se si riesce a coinvolgere concretamente i Paesi che li promuovono.
Il progetto in Nord Uganda ha avviato la distribuzione di prodotti d’abbigliamento confezionati in Africa e venduti attraverso la grande distribuzione in Italia; son stati allestiti percorsi di turismo sostenibile. Il primo viaggio test è stato realizzato ad agosto, con giornalisti ed ospiti d’eccezione, come Giovanni Biondillo che ne ha tenuto un diario di viaggio su www.fondazioni4africa.org.


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