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Economia & Impresa sociale 

Le Bcc in audizione alla Camera: regole proporzionate

Le istanze presentate nell’ambito della indagine conoscitiva sulla Proposta di Regolamento e Direttiva del Parlamento e del Consiglio europeo sui requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento (Basilea 3).

di Redazione

Audizione, questa mattina a Roma, di una delegazione di Federcasse (l’Associazione delle 400 BCC e Casse Rurali italiane) guidata dal Presidente Alessandro Azzi presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati, nell’ambito della indagine conoscitiva sulla Proposta di Regolamento e Direttiva del Parlamento e del Consiglio europeo sui requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento (Basilea 3).
La delegazione di Federcasse era composta, oltre che dal Presidente, dal Direttore Generale Sergio Gatti e dal Direttore Operativo, Federico Cornelli.
Il Credito Cooperativo ha sottolineato come il nuovo framework prudenziale di Basilea 3 rischia di penalizzare in particolare le banche, come le BCC, “che hanno mostrato maggiore capacita` di resistere alla crisi”, non considerando la loro specificita` organizzativa e normativa, nonche´ la loro dimostrata (e riconosciuta) funzione anticiclica (+ 5,4% degli impieghi registrato al giugno scorso, con circa 150 miliardi di euro a sostegno di famiglie e imprese).
“Il sistema bancario europeo e le stesse autorita` regolamentari – ha detto il Presidente – hanno piu` volte ribadito che l’origine della crisi si colloca al di fuori del modello tradizionale di banca cooperativa e locale, modello che ha avuto – e ha tuttora – un ruolo chiave nella stabilita` e nella crescita del tessuto economico europeo”. “Tuttavia, i nuovi requisiti in corso di definizione finiranno per incidere proprio su un modello virtuoso e, di conseguenza, sulla capacita` di sostegno finanziario alla clientela delle banche cooperative (famiglie e imprese, quindi l’economia reale che crea occupazione e reddito), clientela che spesso e` “proprietaria” in quanto socia della singola BCC”.
Sono cinque, in estrema sintesi, le osservazioni alla normativa in via di definizione portate alla attenzione del Parlamento italiano dal Credito Cooperativo:


Prima osservazione: una normativa omogenea applicata a contesti caratterizzati da diffusi profili di eterogeneita` rischia di generare, contrariamente all’obiettivo dichiarato, un terreno di gioco assolutamente non livellato. Un esempio: le misure inerenti al rischio di liquidita` che non considerano ancora adeguatamente il modello a network del quale si sono dotate le BCC e che sara` ulteriormente rafforzato dall’entrata in vigore del nuovo Fondo di Garanzia Istituzionale del Credito Cooperativo.

Seconda osservazione. Basilea 3 penalizza in particolare le banche “che hanno mostrato maggiore resilienza alla crisi”. Occorre che la normativa distingua se un intermediario opera a livello territoriale o trans-nazionale, se nella finanza speculativa o solo nell’intermediazione tradizionale e nel sostegno all’economia reale, se nel portafoglio possiede titoli del debito pubblico del suo Stato o titoli tossici.

Terza osservazione. Lo scopo della nuova normativa puo` essere raggiunto solo se ne assicura la contestuale applicazione in tutti i principali Paesi che partecipano al sistema finanziario globale.


Quarta osservazione. Il tempo fissato per l’adeguamento normativo non appare sufficiente. Molte previsioni importanti del Regolamento e della Direttiva in corso di definizione dovranno essere applicate dal 1° gennaio 2013 mentre, anche nelle piu` ottimistiche previsioni, i due testi legislativi non saranno adottati prima della meta` del 2012.


Quinta osservazione. Il recepimento delle nuove regole di Basilea 3 comporta un aumento significativo, in termini di qualita` e quantita`, del capitale necessario a soddisfare i requisiti normativi. Si tratta di un incremento del 31,25% del livello degli attuali requisiti. Per chi non accede al mercato per effettuare gli aumenti di capitale, come le BCC (le quali incrementano i propri mezzi patrimoniali prevalentemente attraverso l’appostazione degli utili a riserva), il rischio e` che – in circostanze sfavorevoli – le nuove piu` restrittive misure sul capitale determinino una contrazione, anche significativa, della capacita` di finanziamento e sostegno dell’economia.


“L’evoluzione della regolamentazione prudenziale – ha proseguito il Presidente – deve valorizzare e non comprimere i punti di forza del sistema del Credito Cooperativo: la cura delle relazioni con il cliente, l’attenzione alle esigenze del territorio, il presidio della stabilita`, la vocazione verso un modello di attivita` lontano dagli eccessi che sono stati all’origine della crisi finanziaria”.
“Le piccole banche locali – ha detto ancora Azzi – potranno continuare a svolgere il proprio ruolo di sostegno all’economia del territorio soltanto se norme e regolamenti saranno proporzionati e coerenti alle loro peculiarita`, dimensione, complessita` e modello societario”.
“Cio` che richiediamo, in estrema sintesi – ha concluso il Presidente – e´ che le norme in via di definizione risultino, nella loro formulazione finale, rispettose delle specificita` delle Banche di Credito Cooperativo e della loro organizzazione a rete nell’interesse superiore della salvaguardia di un modello di sviluppo tipico del capitalismo di territorio italiano, quello del protagonismo dei singoli e delle comunita`. In un profilo di continuita` e coerenza con quanto sinora fatto dal legislatore e dal regolatore italiani, che hanno posto in essere una disciplina di tali banche capace, pur seguendo l’evoluzione dell’ordinamento creditizio generale, di salvaguardare il modello cooperativo a mutualita` prevalente. Un modello che sfida frontalmente le logiche finanziarie che hanno determinato la crisi globale e che ne stanno peggiorando costantemente le conseguenze”.


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