Welfare & Lavoro

Negli Usa 500 passeggeri fanno la class action

Lo ha annunciato l'avvocato Mitchell Proner in una conferenza stampa tenuta a Genova nella sede del Codacons.

di Carmen Morrone

Al momento i due studi legali americani Proner & Proner e Napoli, Bern, Ripka, Shkolkik, Llp, con cui Codacons ha in corso un rapporto  di collaborazione da diversi anni,  hanno raccolto 500-600 procure di passeggeri della Costa Concordia, che chiedono un risarcimento dei danni e non intendono accettare il rimborso forfettario di 11mila euro su cui si sono accordati nella sede di Astoi-Confindustria Viaggi  Costa Crociere e le associazioni dei consumatori.

La previsione è di arrivare almeno a 2mila procure in tutto da tutto il mondo.

SPESE LEGALI. «Questa è una causa civile – ha detto Mitchell   Proner – e Carnival e Costa Crociere hanno sede in Florida». I due studi legali agiscono in base alla legge della Florida per cui gli avvocati, nelle azioni collettive di risarcimento, anticipano le spese e hanno diritto al 40% di quanto ottenuto. Le richieste sono state depositate al tribunale di Miami, in Florida.

GIUSTIZIA AMERICANA. «Noi confidiamo di vincere – ha detto Proner – accettare questo genere di cause è un rischio perchè le spese sono grandi ma abbiamo una giustizia che funziona bene e noi sappiamo quali cause possono vincere e quali no, se non fosse così il mio studio legale non esisterebbe da cinquanta anni».

INCHINO. Secondo Proner, la manovra all’isola del Giglio è stata «un atto intenzionale, non negligenza. Carnival, che l’anno scorso ha guadagnato 14 miliardi di dollari, ha accettato il rischio, e infatti   questa manovra è stata eseguita molte volte, e ora deve pagare».  

RISARCIMENTO. Quattrocentosessanta milioni di dollari (10milioni di risarcimento e 450milioni punitivi) è la richiesta per i primi sei passeggeri che si sono rivolti agli studi americani.


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