Welfare & Lavoro

Tortura? Sì grazie

Via libera all'utilizzo di informazioni ottenute sotto tortura, se è a rischio la sicurezza nazionale

di Gabriella Meroni

Il Canada ha dato via libera alla propria agenzia di intelligence (la Cia canadese) per l’utilizzo di informazioni che possono essere state estorte sotto tortura, se la sicurezza pubblica è a rischio. E’ quanto è trapelato nei giorni scorsi e riporta la Bbc, sottolineando il turbamento che la notizia ha provocato nel paese. La discutibile direttiva, ottenuta dai media canadesi che hanno invocato il diritto alla libertà di informazione, è stata emanata nel 2010 e dovrebbe essere applicata solo in casi eccezionali. Non dovrebbe infatti, almeno nelle intenzioni del ministero della Pubblica Sicurezza, incoraggiare i servizi di sicurezza a tollerare o peggio a realizzare in proprio torture a prigionieri o indagati. Ma i politici dell’opposizione e le associazioni di difesa dei diritti umani hanno fermamente condannato la decisione.

Nel 2009 una circolare messa a punto dal governo conservatore prevedeva che il Canadian Security Intelligence Service (CSIS) non dovesse “consapevolmente” fare affidamento su informazioni estorte tramite tortura. La nuova direttiva del 2010, emanata dal ministero della Pubblica Sicurezza, precisava però che in alcuni casi non è possibile determinare le modalità con cui un’agenzia straniera abbia ottenuto alcune informazioni, e che in “circostanze eccezionali” ignorare queste informazioni può rappresentare “un rischio inaccettabile per la sicurezza pubblica”.


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